-Si era detto Natale dei miei e Capodanno dai tuoi, non il contrario!- Sobbalzai sul letto e mi tolsi le cuffie, non capitava sovente di sentire i miei litigare. Di solito riuscivano a risolvere tutto senza ricorrere alle urla… questa volta non è una di quelle volte. -No, avevamo detto l'esatto contrario- sentii una porta sbattere e capii subito cosa avessero fatto. Si erano chiusi in camera, affinché non potessi sentirli. Meglio ancora, potrò andare in corridoio ad ascoltarti meglio che da camera mia. Presi la felpa, che indossai in fretta e mi avvicinai silenziosamente alla loro camera da letto. -Ho già prenotato i biglietti per Seul, non posso cancellare tutto- uh, grosso guaio. Decisamente grosso. Amo Seul, un po’ troppo grande, ma la amo lo stesso. Ho pure avuto la fortuna di incontrare il mio cantate preferito in un centro commerciale l'estate scorsa. Non potrò mai dimenticare quel brevissimo istante in cui il mio sguardo e quello di Kim Jin-Hwan (ikon) si erano incrociati. -Non puoi cambiare la data del viaggio?- -No, sono riuscito a convincere i miei genitori, i miei nonni e mia sorella a stare tutti insieme quel giorno. E lo sai che da noi il Natale non ha lo stesso significato come qui in Italia, averli convinti è stata dura- ok, uno a zero per appa, ci vuole un riconoscimento ufficiale per l'impresa in cui è riuscito. In Sud Corea il Natale è una festa per coppiette, non ha lo stesso significato di ricongiungimento familiare come in Italia e molti altri paesi occidentali. Dall'altra parte della porta sentii di passi e notai che la maniglia si stava abbassando. -Vado a dire a Sonia che fra tre giorni partiamo e che dovrà fare la sua valigia…- proprio in quel momento si aprì la porta e visto che non mi ero mossa di un solo passo, finsi di star per bussare. Mio padre e appa però mi lanciarono un'occhiata rimproveratoria, beccata. Decisi di esibire il mio miglior sorriso angelico e lentamente feci il primo passo indietro. -Non ti muovere signorina, quante volte ti abbiamo già detto di non origliare- odio queste domande retoriche. -Natale a Seul che bello!- esclamai sapendo che tanto non mi sarei potuta scagionare in nessun modo. -Meglio se tiro fuori le felpe visto che li in inverno fa sempre più freddo rispetto che qui da noi… e siamo nel nord Italia!- esclamai fingendomi quasi scioccata, solo quasi. -Sonia!- la voce dei miei padri contemporaneamente mi fece rabbrividire, che potere oscuro mai hanno. -Il cellulare- fissai appa con la morte nel cuore, non poteva dire sul serio. -아버지- mormorai provando la tattica degli occhioni dolci -미안해요- alzò gli occhi al cielo e scosse il capo, forse ce l'ho fatta! Istanti interminabile precedettero le sue parole senza cuore -Non è parlandomi in coreano che la passerai liscia- ahia! Fa molto male, colpita ed affondata come il Titanic. Spostai lo sguardo anche verso l’altro mio padre che appoggiò una mano sulla spalla di appa -Non attacca, te lo restituiremo domani dopo cena- se anche lui era di quell'idea, insistere sarebbe stato inutile. Sfilai il cellulare dalla tasca della felpa e lo posai sul palmo aperto di appa, non prima di averlo spento ovviamente. Ricevetti da entrambi un cenno del capo in segno di approvazione. -Io vado a lavoro adesso, ci vediamo questa sera- mio padre bacio a fior di labbra appa e me sulla guancia, prima di sparire fuori dalla porta di casa con la giacca ancora sotto braccio. -Sonia, avvisa tuo fratello che a Natale andremo a stare dai nonni a Seul- appa mi restituì il cellulare lanciandomelo fra le mani. Prima che potessi dire qualcosa mi puntò il dito contro -Lo avvisi e poi quello torna sequestrato- ecco, sembrava troppo bello che me lo restituisse subito senza alcuna clausola. -Ok appa- accesi il telefono e composi in fretta il messaggio per Tommaso, avvisandolo anche che non avrei avuto il telefono sino al giorno dopo. -Ecco fatto- diedi, di nuovo, il telefono ad appa che se ne era stato tutto il tempo al mio fianco in attesa che glielo rendessi. Dopo una leggera strofinata di capelli da parte sua tornai in camera mia, non più con l'obiettivo di riposarmi ascoltando un po' di musica, bensì con quello di preparare la mia valigia. Ho due padri fantastici, un po’severi a volte, ma decisamente fantastici. Mi avevano adottata che avevo solo cinque anni e, ammetto che a quei tempi ci ero stupidamente rimasta delusa. Avevo il grande sogno della famiglia felice, fatta da un papà ed una mamma come tutti gli altri bambini. Mi ero subito ricreduta, nonostante molti bambini mi prendessero in giro per aver due padri. Mio fratello era stato meno stupido il giorno che fu adottato, sin da subito aveva dimostrato entusiasmo visto come gli avevo parlato bene di loro. Diciamo che gli avevo fatto l'anteprima. Quando riuscii ad estorcere l'origine di come i miei padri si furono conosciuti, rimasi con un sorriso stampato in viso tutto il tempo. Fu tutto un caso, appa stava andando ad un appuntamento al buio, con un misterioso amico di un compagno di università e, per sbaglio incontrò mio padre appena bidonato ad un altro appuntamento. Appa pensò subito fosse lui e gli si avvicinò, fece colpo seduta stante anche su mio padre, il fascino asiatico colpisce sembra. Si erano conosciuti, piaciuti e il povero tizio con cui sarebbe dovuto uscire veramente appa, friendzonato non appena saltò fuori la verità. Anche se sono un po' di parte, sono felice sia andata così. -Tommaso ha chiamato e vuole parlarti- mi voltai verso la porta e vidi appa appoggiatovi allo stipite con il cordless in mano. -Grazie appa- presi in telefono e tornai sedermi sul letto.-Namdongsen! Come stai?- -Ti sei di nuovo fatta ritirare il telefono, ma che brava- alzai gli occhi al cielo, sempre dolce lui. -Hai chiamato solo per questo o hai altro da dirmi?- tagliai corto senza troppe cerimonie. Per quanto io e lui in casa avessimo una convivenza pacifica, ogni tanto si dimentica che sono io la sorella maggiore e si impegna a darmi sui nervi. Insomma, fa il fratello minore in piena regola. -No, volevo avvisarti che torno a casa domani pomeriggio- -Ed io cosa c'entro? Non eri già d'accordo con papà per farti venire a prendere in stazione- domandai scettica. Se i piani erano già quelli, perché cambiarli. -Tornerò con il treno dopo, papà a quell'ora lavora ed anche appa, rimani solo tu nuna- ecco perché. Fui lin li per dire va bene, ma un piccolo particolare mi ritornò alla mente. Enzo, il mio ragazzo. -Domani a quell'ora non sono a casa, non posso venire a prenderti. Prendi un taxi ciao- buttai giù la linea e notai subito lo sguardo di appa per niente contento. -Che impegni avresti, da non poter andare a prendere tuo fratello. La patente non serve solo per pensare ai tuoi comodi- i rimproveri no per favore -Sono da…- chi gli dico adesso? I miei padri non sanno di Enzo e, le mie amiche sono tutte tornate nelle loro città natali in previsione della pausa pre-esami universitari. -Esco con Silvia!- ecco, sì. La ragazza di Tommaso è un'ottima idea. -Sonia- -Si appa- -Silvia è andata al concerto con tuo fratello- elaborai bene le sue parole e mi sentii la ragazza più stupida al mondo. Era stata proprio lei a regalargli i biglietti. -Quando avrai voglia di presentarci il tuo ragazzo faccelo sapere. Così non ti inventi più queste scuse- Mi prese il cordless dalle mani e se ne uscì da camera mia. -Appa!- esclamai allarmata non appena realizzai quello che aveva appena detto. Come ha fatto a scoprire di Enzo??? -Appa!!- lo richiamai seguendolo sino in cucina -Come…- domandai cautamente. -Qualche volta hai lasciato il cellulare con la chat aperta su un certo Enzo- spiegò iniziando a mettere un po' di acqua a scaldare sul fuoco. -Avete guardato nel mio telefono?- - Era arrivato un certo messaggio, dove diceva che ti aspettava per andare al cinema- continuò tranquillamente -Ma è violazione della privacy- mi lamentai. Da quando si sono messi a fare i ficcanaso? Non è giusto, io sento loro parlare di cose che riguardano tutta la famiglia e ci rimetto il telefono. Lo fanno loro e io non posso difendermi in nessun modo. -Siamo i tuoi genitori. Se lasci il telefono acceso e lo vediamo, allora la prossima volta stai più attenta se non vuoi che scopriamo qualcosa- ribatté. Il problema è che aveva un ragione. Bene, allora accontenterò i miei e gli farò conoscere Enzo. Avrei preferito aspettare ancora un po' visto che stiamo insieme, ufficialmente, da solo due mesi. Per la precisione, proprio dalla famosa volta in cui loro hanno visto il mio messaggio riferito il cinema. -Questa sera a cena niente cucina coreana, che Enzo è vegetariano- appa sgranò gli occhi. Ma non per la mia improvvisa decisione di far venire a cena Enzo, bensì per la scoperta che lui è vegetariano. -Vegetariano?!- mi godetti il suo stupore e mi accomodai a sedere con calma, le carte in tavola erano cambiate. -Si, non mangia carne da quando aveva quindici anni- precisai. Si versò dell'acqua calda nella tazza da te e si sedette davanti a me. -Avrei preferito ti fossi trovata un ragazzo coreano… ma ok, vedrò cosa inventarmi- borbottò soffiando sul liquido bollente. -Dovresti convincere Kim Jin-Hwan appa- lo presi in giro. Subito dopo allungai una mano verso di lui che comprese all’istante -Di la in camera mia e di tuo padre, sul comò- con un grande sorriso scattai in piedi e corsi a recuperare il mio cellulare per avvisare Enzo del cambio di programma. Composi il suo numero e una volta accetta la chiamata esclamai -Preparati, questa sera a cena da me che conoscerai i miei- 아버지 = padre in Coreano (linguaggio formale) 미안해요 = Scusa/perdonami Namdongsen = fratello minore Nuna = sorella maggiore per un ragazzo Appa = papà in Coreano (linguaggio più confidenziale) iKON = gruppo di cantanti di kpop (pop coreano) sudcoreani