Questo pezzo doveva
essere una parte del capitolo della fic ´Appleseed pre- Alpha - Un
altro inizio´  ma il mio amico mi ha convinto a lavorarlo come
pezzo a se stante perchè gli era piaciuto ed eccolo qui.
Buona lettura.
Fic del 2014


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"Raccontami una storia"



Il terrore
di grande dimensioni che lo colpì, lo prese alla
richiesta fatta dalla bambina bionda al suo nuovo amico.
Così lui voleva che lo chiamasse. Non protettore. Non altri
nomignoli. Perchè  lei viveva sotto lo stesso tetto
con un uomo venuto con suo padre, per proteggerla. Sarebbero rimasti
insieme per molto tempo e nessuno dei due aveva dimestichezza con
qualcuno come loro. Una bambina che prima viveva con la madre e un uomo
a metà tra un militare e mercenario di primo livello. Due
individui che non si conoscevano e non sapevano come relazionarsi con
l´altro.



L´ex killer del KGB sbatté le palpebre un paio di volte
prima che la richiesta, quella di una bambina di dodici anni, venisse
accolta. Era nel panico, conosceva solo storie dettate dalle sue
esperienze e missioni. Cosa poteva descrivere a una ragazzina, per cui
doveva far del suo meglio per salvarla dal marcio del mondo? 
Finendo la sua precedente attività, di controllare il
perimetro della casa prima di chidere porte e finestre dopo cena,
finì per rimboccare le lenzuola in intorno a lei,
lasciandole scoperto solo il viso fino al mento. Briareos sedette sul
bordo del letto e sospirò, considerata la sua limitata
conoscenza di storie per tenere buona una bambina, iniziando a spremere
le meningi.




"NOn hai un libro delle
favole per bambini o roba simile?"




"...perchè?
NOn sono una bambina...ho dodici anni. Sono una signorina..."




Il giovane di diciannove
anni rimase interdetto alla sfacciataggine della bambina davanti a lui.
Si, per lui era una bambina ma in molti posti che conosceva molte sue
coetanee erano, per le leggi di quel paese o comunità,
già grandi abbastanza per sposarsi. Oppure in altri, si era
ancora minorenni fino ai diciotto anni. Lui, era stato uno di quei casi
in cui un ragazzino poco più grande della sua nuova
protetta, era adatto a iniziare un addestramento duro e spietato per
renderlo una macchina da guerra e un esperto in vari campi. Poi, quel
lavoro dall´uomo che, incaricato di fermare il famoso professionista e
speciealista Egeo per conto del governo, lo fece uscire dal tunnel
sempre uguale della sua vita. Lui era Egeo e imparò tanto
quel giorno.

Si era ritrovato, dopo che aveva seguito quell´uomo con i baffi, come
appena uscito da un lungo sostare sott´acqua senza aria. COme se
prendesse boccate d´ossigeno che prima non aveva. Quell´uomo gli disse
semplicemente che era troppo bravo e capace per finire in un 
carcere governativo. Per quel motivo, non essendoci sue foto o
informazioni dettagliete, finì per essere spacciato per un
nuovo membro della quadra di Kirl Knute.



Una nuova vita.



Ma tutto si aspettava, quando gli disse che lo voleva nel suo gruppo,
tranne che  restare in una casa sicura a badare a una bambina.
Quella bambina. La figlia di quell´uomo. Poteva anche andare l´idea di
fare il lavoro assegnatogli, cucinando e controllando la zona. Ma
gestire i suoi capricci e fare le veci della madre morta, no, non era
cosa che poteva fare a lungo.




Chiuse gli occhi
cercando di pensare a qualche storia, finchè non
sentì un risolino velato e fissò la sua fonte. La
bambina bionda dai lucenti occhi verdi che stava sempre con il broncio
e lo sguardo triste, rideva anche se lievemente. COn piccole fossette
sulle guance.




"Perchè
ridi..."




"Perchè
quando fai le facce sei buffo...diventi brutto! Però non lo
sei!"




La fissò
senza capire se offendersi o prenderlo come un gioco. O forse doveva
prenderlo come un complimento? Lei vedeva le cose in maniera diversa.
Era abituata a osservare il mondo come una bambina, come aveva voluto
la madre. Si voltò verso lo specchio dell´anta dell´armadio
e si toccò la faccia, osservandosi. La bambina rise a pieni
polmoni urlando ´fregato...fregato´ e facendolo arrossire. Si
sentì uno stupido per essere stato sconfitto da una
ragazzina, proprio lui che in tutti i lavori e missioni non era mai
stato fregato da nessuno.




"Sei proprio la figlia
di Kirl..."




"NOn nominare mio
padre..."




"Perchè? Sei
qui proprio grazie a lui...ti sta proteggendo..."




"..."



"Deunan..."



"Raccontami una
storia..."




"...se fai la brava te
ne racconto una bella..."




"io sono brava..."



Briareos
ridacchiò e cercò di non ricordarle le urla, le
stoviglie o altro oggetto tirato addosso a lui quando non accettava
ordini o rimproveri, il bagno allagato per sciopero e altre cose ´da
bambini´ a cui lui non era abituato. Osservò la stanza,
fissò le poche cose che urlavano ai suoi occhi quanto di lei
e di quell´età non dicevano nulla. Poco mobilio bianco e
qualche vestito della bambina che spuntava dall´armadio semiaperto.
Tornò con gli occhi su di lei.

Anche se  aveva ancora un sorrisetto stiracchiato era palese
che fosse  triste. Sempre sola, sempre chiusa in casa, sempre
a dover obbedire a un estraneo per volere di suo padre. Briareos le
scompigliò i capelli e iniziò a inventarsi una
storia, meglio che poteva.




"Cèra una
volta una ragazza che voleva una vita tutta sua. Viveva in un mondo
brutto e inospite ma non si arrendeva mai. Poi un giorno...."



"E poi? " Deunan chiese
curiosamente "Lui è bello? Si innamorano? Vivranno insieme?"




"Piano piano...sei
davvero frettolosa, bambina..."




"voglio solo sapere se
loro resteranno insieme per sempre" mettendosi a sedere spostando la
coperta "La trovano la casa?"




Briareos divenne
pensieroso osservando lo sguardo di lei speranzoso e parecchio
interessato.  Sorrise e le accarezzò una guancia,
spingendola di nuovo al caldo.




 "Credo che con
l´incontro staranno per scoprirlo...ragazza!"



Briareos si svegliò e si sistemò
meglio con la testa sul cuscino per guardare la sua compagna
accoccolata con lui nel letto. La portafinestre della camera da letto
era aperta per far entrare aria fresca in quella notte primaverile. NOn
vi era afa, fortunatamente, ma era necessario tenere la camera aperta
verso il blu che vedevano dal letto per non morire comunque di caldo.
Il cyborg carezzò la coscia della ragazza, che ormai non era
più coperta dal lenzuolo, e rimase a fissarla dormire
placidamente con la guancia sinistra sul suo petto . Il braccio destro
della ragazza  stringeva delicatamente nel sonno il suo
bicipite sinistro che lo faceva sentire bene. La cosa che amava
più del suo legame con lei era il sapere che ogni tocco o
gesto  nei suoi confronti era il segno che si sentiva amato e
considerato. Portò la mano sinistra su quella che lei teneva
sul bicipite e inclinò la testa per baciarle la fronte.
Rimase immerso nel suo profumo, un misto di lavanda e cocco. Si
ricordò che quando la vide la prima volta e le strinse la
mano, percepì qualcosa di simile.



Carezzò la compagna per parecchio tempo, non riuscendo ad
addormentarsi nonostante si sentisse in pace. Nel silenzio calmo, in
cui lui la osservava, la sentì farfugliare assonnata e
stringersi a lui. NOn capì le parole ma cercò di
farle sentire che era con lei, come sempre. Poi, sorridendo,
iniziò a sussurrarle all´orecchio dolcemente.



"C´era una volta...c´era una ragazza coraggiosa che poteva vincere ogni
lotta ed era intenta a trovare la sua casa. Un giorno
incontrò un guerriero triste e decise di collaborare con lui
quando nessun altro lo avrebbe fatto. Lui si sentì come
avesse ritrovato la fede e visto la luce. Insieme iniziarono un viaggio
per il paese,  sconfiggendo chiunque li avesse
sfidati...scoprirono che bastava essere insieme e, qualunque posto, con
un pò di fortuna, poteva essere un paradiso. E la loro
casa... ".



Allungò la mano e scompigliò i capelli della
ragazza sperando che la notte non finisse mai..