FanFiction Atri - Cartoon Disney | Troppo giovane di MarySaeba92 | FanFiction Zone

 

  Troppo giovane

         

 

  

  

  

  

Troppo giovane   (Letta 136 volte)

di MarySaeba92 

6 capitoli (conclusa) - 0 commenti - 0 seguaci - Vietata ai minori di 16 anni

    

 

Sezione:

FilmAtri - Cartoon Disney

Genere:

Romantico - Introspettivo - Erotico

Annotazioni:

Traduzione

Protagonisti:

Bruno Madrigal - Camilo Madrigal - Altri

Coppie:

Bruno Madrigal/Camilo Madrigal (Tipo di coppia «Yaoi»)

 

 

              

  


  

 6. Tutto per te 

 


  

Si sveglia sentendosi appesantito ma anche leggero. Camilo pensa di non
aver avvertito certe sensazioni nemmeno quando ha ricevuto il suo dono. Non era
niente in confronto al regalo che ha adesso.



 



Bruno è rannicchiato contro di lui, un braccio intorno alla sua vita e
l’altro sotto la sua testa. Bruno si assicura sempre di sostenergli il capo
quando dormono o si coccolano, è una cosa che riscalda il cuore di Camilo.



 



Mentre si volta, sussulta accidentalmente. Gli fanno male i fianchi. Ma
in senso buono. Ciò allerta Bruno, che si sposta e spalanca gli occhi in modo
quasi comico. Camilo gli cinge il collo con le braccia.



 



“Sto bene. Sto bene, Bruno” sussurra sorridendo mentre Bruno espira e
sbatte le palpebre. “Buongiorno”, Camilo gli bacia una guancia.



 



Bruno ridacchia, stringendolo in un abbraccio, accarezzandogli i capelli.
“Buongiorno, piccolo. Come hai dormito?”



 



Il corpo di Camilo reagisce quasi istantaneamente. Allontana i fianchi da
Bruno, non volendo spaventarlo subito. Si rende conto di indossare i pantaloni
del pigiama, quelli lunghi.



 



“Bene” risponde, “mi hai...cambiato?” si divincola dall’abbraccio,
guardando l’uomo.



 



Il viso di Bruno diventa rosso. “Sì. Ti ho ripulito e cambiato.
Sei...quasi svenuto dopo la terza volta”



 



La mascella di Camilo cade. “C’è stata una terza volta?!”



 



Bruno ride, ma tossicchia. “S-sì. N-non volevi...lasciarmi. Sei venuto
e...ti sei addormentato”



 



“Oh mio dio” Camilo si copre il viso per l’imbarazzo. È impossibile, non
se lo ricorda nemmeno. E Bruno è riuscito a...oh dio. “Tu hai...finito?”



 



“Beh-”



 



“Dimmi la verità”



 



“No” ride Bruno, alzando una spalla. “È okay! Non preoccuparti, amore”



 



Ma Camilo si preoccupa. Quanto può essere stato fastidioso da parte sua
supplicarlo per un altro round, arrivando addirittura a una terza volta, e
Bruno non ha neanche raggiunto l’orgasmo. Geme, affondando la faccia tra il
collo e l’orecchio di Bruno.



 



“Mi dispiace” mormora.



 



Bruno gli strofina una mano sulla schiena. “Non devi scusarti. Era
piuttosto tardi, comunque. Ed era la tua prima volta. Non c’è da preoccuparsi”



 



Camilo non merita Bruno. È così comprensivo e dolce. Bruno merita il
meglio. Un’idea gli passa in mente e Camilo inizia a depositare baci lungo il
collo di Bruno. L’uomo ansima ed è musica per le orecchie del ragazzo.



 



“Aspetta, Camilo, è mattina, non...possiamo” le proteste di Bruno si
spengono mentre Camilo sale su di lui, a cavalcioni, premendo bacio dopo bacio
sul viso di Bruno, fino alla bocca.



 



Non è chiaro chi sia il primo ad approfondire. Camilo inclina il capo,
sentendo Bruno muovere le mani e posarle sui suoi fianchi. Li ruota mentre
Bruno alza i propri, incontrandosi a metà strada. A Camilo sembra una danza
piacevole, da ripetere. Ha voglia di compiacere l’uomo, compensare per non
averlo fatto finire la sera prima. Camilo interrompe il bacio, viaggiando sul
collo di Bruno, scende ancora e la reazione di Bruno non si fa attendere.



 



“Aspetta, Camilo, non devi...non sei costretto a farlo” Bruno gli afferra
le braccia.



 



Camilo toglie gentilmente le mani di Bruno. “Voglio farlo. Te lo meriti”



 



Bruno geme, contraendosi.



 



“Ora, tienile lì, finché non te lo dico io” Camilo gli accarezza le
braccia, continuando con la sua missione.



 



Ieri si è sforzato molto per vedere il sesso di Bruno e all’improvviso si
sente molto nervoso. In realtà non ha idea di cosa stia facendo. Non l’ha mai
fatto e non sa come farlo. Ma sa che Bruno non lo giudicherà. Fa scorrere le
dita sui pantaloni del pigiama di Bruno e deglutisce. Può vederne il contorno.



 



Camilo tira e la sua bocca inizia a salivare. Il primo pensiero è che sia
grande, poi...bellissimo. Deve davvero amarlo molto. Con cautela lo accarezza
un paio di volte, terrorizzato all’idea di guardare Bruno. Ma le gambe
dell’uomo si contraggono e i suoi fianchi si sollevano. Camilo si sente più sicuro.
Si sporge in avanti e apre la bocca, tirando fuori la lingua. La prima leccata
coglie entrambi alla sprovvista, Camilo sussulta mentre Bruno sbuffa.



 



Non può guardare in alto. Non vuole farlo, ma allo stesso tempo non sa
bene...come fare. Camilo lecca ancora, sollevando gli occhi su Bruno, e se
Camilo non fosse già stato eccitato, ora lo sarebbe di certo. Schiaccia i
fianchi contro il letto e continua a fissare Bruno, proseguendo a leccarlo.



 



“Zio” mormora e Bruno sibila, “posso...come posso...farlo bene?”



 



“Uh” Bruno sembra smarrito, “posso fare una cosa?”



 



Camilo annuisce e Bruno alza una mano. Sfiora le labbra di Camilo con il
pollice e Camilo apre la bocca. Bruno deglutisce, avvicinando anche l’indice.



 



“Fai pratica così, ok? Usa le mie dita, prima” Bruno deglutisce, cercando
di pronunciare le parole.



 



Camilo rabbrividisce. Tira fuori la lingua verso il dito di Bruno. Fa del
suo meglio per succhiare, ma ha la sensazione di non eseguire un buon lavoro.
Camilo osa alzare lo sguardo e Bruno si lecca le labbra, sorridendo.



 



“Stai andando bene, piccolo. Usa di più la lingua”



 



Camilo geme, sentendo il viso scaldarsi. Continua a succhiare e a un
certo punto Bruno aggiunge un dito. Ora muove su e giù la testa, leccando le
dita. Camilo si allontana e osserva l’espressione di Bruno. Respira a fatica,
così come Camilo.



 



“Ora...fai la stessa cosa...lì” fa un cenno con il mento e Camilo
annuisce.



 



Camilo accarezza l’erezione di Bruno prima di avvolgerne la punta con le
labbra. Quasi sospira. Dà qualche leccata prima di provare a succhiare, ma è
nervoso. Ricordando quello che ha appena fatto con le dita e l’espressione di
Bruno, succhia con attenzione. Quello che non raggiunge lo tocca con le mani,
facendo rabbrividire Bruno. Camilo muove il capo, dedicandosi alla punta,
cercando di andare più giù. Quasi a metà, si sente soffocare e Bruno si
solleva.



 



“Amore, stai bene?”



 



Camilo si separa, una scia di saliva collega le sue labbra al sesso di
Bruno. Alza lo sguardo e l’espressione preoccupata di Bruno si paralizza.
Deglutisce, asciugando le labbra di Camilo. Prima che Camilo possa scusarsi,
Bruno lo afferra per le braccia e lo porta sulle proprie ginocchia. Elimina
rapidamente i pantaloni di Camilo, che squittisce.



 



Le dita erano ancora umide di saliva e Bruno le usa per prepararlo.
Camilo allarga le gambe e si appoggia a Bruno, lasciandolo fare. Bruno recupera
il lubrificante e Camilo si chiede quanto fosse piena la bottiglia prima di
ieri sera. Le dita di Bruno si trascinano dentro e fuori di lui, e non può fare
a meno di lasciarsi andare alla sensazione.



 



“Aspetta...aspetta” Camilo freme quando Bruno si ferma e alza le mani,
“mi dovevo occupare io di te”



 



“Lo farai. Voglio che lo facciamo insieme” Bruno lo bacia sul collo
mentre Camilo lo sente posizionarsi. Camilo si copre la bocca mentre Bruno lo
guida verso il basso. Rimane fermo per qualche secondo. Prima di dare a Bruno
la possibilità di muoversi, Camilo alza i fianchi, con la mano ancora premuta
sulla bocca. Rotea i fianchi, le mani di Bruno sono sulla sua pelle e lo
accarezzano. È quasi troppo da sopportare, e ancora non si sono neanche mossi.



 



Dopo qualche minuto di sperimentazione, Camilo si solleva ancora, aiutato
da Bruno. Le ginocchia sono deboli e le cosce tremano. Scoprendosi la bocca,
porta le mani sulle spalle di Bruno per sorreggersi.



 



“Stai bene?” sussurra Bruno, con occhi spalancati e indagatori.



 



Camilo ride. “Sto più che be-ah!” esclama, “bene...tu stai bene?”



 



“Sì. Posso muovermi?”



 



Camilo si domanda perché lo stia ancora chiedendo, ma lo trova adorabile
e annuisce.



 



Dopo l’avvertimento, Bruno spinge e Camilo geme. Cade in avanti e si
tappa di nuovo la bocca mentre Bruno prosegue. La presa sui suoi fianchi gli fa
torcere lo stomaco. Cerca di muoversi per incontrare Bruno, ma non ci riesce.
Ansimando, le ginocchia scivolano contro le lenzuola e Bruno spinge da una
nuova, deliziosa angolazione. Camilo stringe le braccia intorno al collo di
Bruno, cercando di rimanere silenzioso.



 



“Zio...non posso...” sussurra Camilo.



 



Non sa cosa succeda a Bruno. Le sue spinte si fermano per un secondo e
Camilo respira. Poi viene steso sul materasso, Bruno ricomincia e Camilo
ansima, tenendo le mani sulla bocca. Allarga le gambe. È bellissimo. Bruno si
china su di lui e i sensi di Camilo si riempiono all’estremo di Bruno. Bruno.
Bruno.



 



“Zio” ansima, “zio...ti prego...vieni” non sa cosa sta dicendo.



 



Bruno gli afferra i polsi e mentre continua a spingere, Camilo non ha
scampo. Il suo rantolo si trasforma in un gemito e reclina la testa, serrando
gli occhi. Inarca la schiena, cerca di incontrare le spinte di Bruno, ma
fallisce di nuovo. Geme ad alta voce, mordendosi il labbro, ma Bruno non glielo
permette. Lo bacia e Camilo rimane senza fiato.



 



Quando apre gli occhi, sobbalza. Gli occhi di Bruno sono luminosi.



 



“Zio? Ah!” Bruno gli libera i polsi e torna a ghermirgli i fianchi con
forza.



 



Camilo trema mentre l’orgasmo lo coglie. Zampilla sul suo stomaco e
osserva Bruno che insegue il proprio rilascio. Camilo inarca di nuovo la
schiena, cercando di aiutarlo e Bruno si sporge in avanti, seppellendo il viso
nel suo collo. Geme e ansima contro il collo di Camilo, viene, immobilizzando i
fianchi, sepolto fino in fondo.



 



L’unico suono nella stanza è il loro respiro affannoso. Camilo appoggia
la testa contro quella di Bruno e con le mani gli ravvia i capelli ondulati.
Lascia un bacio sulla sua tempia, Bruno si sposta. I loro occhi si incontrano e
Camilo sospira, allungandosi per baciarlo. Quando si separano, Bruno ridacchia.



 



“Non dovresti chiamarmi ‘zio’ mentre lo facciamo”



 



“Perché no? Mi sembra carino” scherza Camilo, arricciando una ciocca di
Bruno intorno al suo dito.



 



Bruno sospira. “Mi ucciderai”



 



“Meglio di no. Ho voglia di rifarlo con te, quindi non puoi morire, mi
dispiace”



 



“Va bene, va bene. Non potrei comunque obiettare. Ora probabilmente
dovremmo alzarci” Bruno solleva lo sguardo verso l’orologio. “È quasi ora di
colazione e dobbiamo ripulirci”



 



“Facciamo la doccia insieme?”



 



Bruno arrossisce e Camilo scoppia a ridere. Non fanno la doccia insieme,
Bruno lo aiuta a pulirsi come ieri sera e risulta molto più difficile mentre è
sveglio. Lo specchio è piccolo, ma a figura intera. Camilo vede qualche segno
rosso sul collo e l’impronta appena visibile delle dita di Bruno sui fianchi.
Gli piace un sacco.



 



Ma non hanno il tempo di fare altro con la colazione che si avvicina.
Mentre si stanno vestendo, dei colpi alla porta riecheggiano nella stanza,
segnalando la chiamata di Mirabel.



 



Entrambi mangiano prima qualche arepa di zia Julieta, per non apparire
troppo tumefatti, ma Camilo sente già la mancanza dei Bruno sul suo corpo. Scendendo
i gradini, la consapevolezza e il timore iniziano a piantarsi nelle viscere di
Camilo.



 



Dolores.



 



Forse ha sentito tutto ieri sera e probabilmente anche stamattina. Camilo
afferra la ruana di Bruno, che si ferma.



 



“Cosa c’è? Camilo?” Bruno lo guarda e gli afferra il polso.



 



“Vado a cercare Dolores”



 



Prima che Bruno possa rispondere, Camilo completa la rampa di scale e si
dirige in cucina. Sua sorella non c’è. Zia Julieta lo saluta e lui risponde
rapidamente, precipitandosi fuori. Non è neanche lì. Luisa e Mirabel stanno
allestendo la tavola. Si gratta la testa. Dove può essere? Rientrando, Abuela e
i suoi genitori fanno il loro ingresso in cucina, seguiti da zio Agustin. Bruno
e Antonio giungono dopo, chiacchierando. Camilo si rilassa per un momento, ma
poi si convince di dover rintracciare sua sorella e scusarsi.



 



Svolta l’angolo per raggiungere il cortile e vede Dolores scendere le
scale, sbadigliando.



 



“Buongiorno” lo saluta sorridendo.



 



“Mi dispiace” dice lui.



 



“Per cosa?” sussurra lei, attirandolo dietro un pilastro.



 



“Per ieri. Sicuramente hai sentito” Camilo si innervosisce, strofinandosi
il braccio.



 



“Sentito cosa?”



 



Okay...sta facendo la tonta? Sua sorella non lo è affatto.



 



“Tu...mi hai sentito entrare nella torre di Bruno, vero?”



 



“Uhm. Ti ho visto entrare”



 



“Okay, e poi?”



 



Dolores alza un sopracciglio. “Poi sono andata nella mia stanza”



 



“Okay, e poi?”



 



“Sono rimasta sveglia per un’ora e sono andata a letto”



 



“Quindi non hai sentito niente?”



 



“No. La mia stanza è insonorizzata, Camilo”



 



Cosa?



 



“Da quando?!” esclama Camilo, sbarrando gli occhi.



 



“Da quando abbiamo ricostruito Casita. Quando sono in camera mia, non
sento niente. È molto utile, più tranquillo, sai?” sorride.



 



Camilo non può credere alla propria fortuna. È ottimo che Dolores non
abbia sentito niente.



 



“Aspetta, quando ti sei svegliata?”



 



“Circa 20 minuti fa. Perché mi fai tutte queste domande? Cosa stavi
facendo di preoccupante?” solleva ancora il sopracciglio, posandosi le mani sui
fianchi.



 



La mente di Camilo elabora velocemente. “Oh. Ho parlato con Bruno tutta
la notte e stamattina dei miei problemi di identità. Pensavo che avessi...sentito.
Non so...se ti avesse infastidito o altro...”



 



“Oh” Dolores abbassa le mani, “beh, non ho sentito niente. Ma se vuoi
parlare, ci sono sempre per te. Anche se capisco perché preferisci parlare con
zio Bruno” ridacchia e lo abbraccia.



 



Camilo la ricambia, ringraziando ogni divinità esistente per la nuova
stanza di Dolores.



 



.



 



Mancano poche settimane al ventesimo compleanno di Camilo. Lui e Bruno
sono inseparabili. È un mistero che il resto della famiglia non se ne sia
accorto. Fanno praticamente tutto insieme e il loro rapporto si è rafforzato.
Camilo non comprende come possa essere stato tanto fortunato. Vuole che giorni
così felici non si esauriscano mai.



 



Usa di nuovo la su stanza. Ci sono molti meno specchi e molte più cose di
Bruno. Si è reso conto che ciò di cui aveva bisogno erano più ricordi delle
persone che ama. Quindi ha qualcosa da ogni membro della famiglia che lo aiuta
a rimanere con i piedi per terra. Ma la maggior parte della roba è di Bruno.
Gli ha persino dato una sua ruana.



 



Gli ultimi mesi sono stati tranquilli e piacevoli, Bruno e Camilo sono
felici. Molto felici.



 



Quindi è uno shock quando, scendendo dalle scale, sente Abuela parlare
con sua madre.



 



“Pepa, non pensi sia ora che Camilo si sposi?”



 



Camilo si blocca.



 



“Ah, mamma, Dolores ha 26 anni e si è appena fidanzata. Anche io mi sono
sposata dopo i 25 anni. Perché tanta fretta di far sposare mio figlio?” replica
sua madre, e Camilo si sorprende che si opponga.



 



“Era solo una riflessione. Non socializza molto con gli altri giovani del
villaggio. Sai se è interessato a qualcuno?”



 



Camilo si sente gelare il sangue. Non pensa mentre i suoi piedi lo
conducono verso le due donne.



 



“Oh! Tesoro, hai finito con le tue faccende oggi?” chiede Pepa sorridendo.



 



Camilo annuisce, ma Abuela non è mai stata tipo da tenere a freno la
lingua.



 



“Camilo” sa cosa seguirà, “dovresti iniziare a pensare al matrimonio”



 



“Mamma!” esclama Pepa, una nuvola tempestosa appare immediatamente.



 



“C’è già Dolores che si sposerà. E le ragazze? Isabela, Luisa,
Mirabel...lo hai chiesto anche a loro?”



 



“Non devi sposarti subito. Ma pensaci. E no, con loro non ne ho parlato.
Solo che...” sua nonna non termina la frase, lasciando le mani lungo i fianchi.



 



“Solo, che cosa?” l’occhio di Camilo si contrae quando Abuela lo guarda.



 



“Non voglio che tu finisca come tuo zio Bruno”



 



È uno schiaffo in faccia. Un doppio schiaffo quando Camilo vede che Bruno
si è avvicinato alle spalle di Abuela. I suoi occhi brillano e ha una mano
sulla testa. Si guardano e Camilo desidera solo correre tra le sue braccia.



 



“Mamma! Non dire così! Non c’è niente di sbagliato nel modo di vivere di
Bruno” Pepa si accorge in ritardo della presenza di Bruno, “oh no”, la nuvola
si ingrandisce.



 



“Ma è la verità, io-” la sua protesta muore mentre Pepa fa segno di
guardarsi alle spalle. Bruno la fissa.



 



“Abuela” inizia Camilo, sapendo che non finirà bene, “non c’è niente di
sbagliato né in me, né in zio Bruno. Sei fortunata che non se ne sia andato per
sempre. Non voglio sposarmi e se lui non l’ha fatto, non c’è nulla di male. Non
tutti...trovano quello che cercano, Abuela. Non credo che ci riuscirò mai”, sta
mentendo. Lui lo ha trovato. Ma non può dirlo. “E se succederà, suppongo che
non ti piacerebbe”



 



Bruno si avvicina a lui. Gli posa una mano sulla spalla, riuscendo a
calmarlo. Anche Pepa è accanto a lui e gli afferra l’altro braccio.



 



“Mamma” Bruno si raddrizza, “non dovresti fare pressioni a lui né ad
altri per sposarsi. Arriverà il momento in cui succederà, ma lascia che siano
loro a decidere”



 



Abuela sospira, probabilmente non volendo ammettere la sconfitta.
Sorprendentemente, annuisce.



 



“Forse è vero. Rifletterci comunque non farà male. Era solo un pensiero, che
dovresti avere per aiutare la famiglia” si volta e si allontana.



 



Camilo vorrebbe continuare la discussione. Il suo corpo trema, è molto arrabbiato.
La nuvola di Pepa si dissolve e Camilo espira quando la luce del sole riempie
la stanza.



 



“Oh, dio. Grazie per essere intervenuto, Bruno” dice Pepa, accarezzando i
capelli di Camilo, “è stata davvero fuori luogo. Stai bene, tesoro?”



 



Camilo annuisce, appoggiandosi alla spalla di sua madre. Non riesce a
parlare. Finirebbe col pronunciare solo il nome di Bruno e...non può farlo. Non
mentre sua madre è presente.



 



Pepa sospira: “Vado alla fattoria. Cami, riposa per il resto della
giornata, ok? Chiederò a Mirabel di occuparsi dei bambini se qualcuno lo
chiede. Bruno, prenditi cura di lui, okay?”



 



Camilo pensa che, se avesse il potere di sua madre, il sole irromperebbe
in casa, bruciando tutto. La donna esce e quando la porta si chiude, Camilo
getta le braccia al collo di Bruno. L’uomo vacilla ma lo afferra,
accarezzandogli la schiena.



 



“Andiamo, amore, possiamo allontanarci un po’ per oggi” sussurra Bruno e
Camilo sente già gli occhi riempirsi di lacrime.



 



Bruno si separa, facendo un breve cenno del capo quando si guardano. Si
dirige verso la cucina e Camilo lo osserva mentre prepara un cesto. È troppo
sbalordito per parlare. Gli fa male la testa e si sente il corpo in fiamme.
Bruno lo guida gentilmente fuori e percorre il sentiero verso il paese. Passano
accanto a diverse persone che li salutano, ma Camilo le sente a malapena.



 



Quando raggiungono il limite della città, Bruno continua a camminare.
Camilo afferra la sua ruana. Ormai la loro statura è simile. Camilo è cresciuto
un po’ negli anni e Bruno, che non sta più curvo su se stesso, risulta più
alto. Camilo si sente comunque piccolo accanto a lui. Forse è per la sua natura
di mutaforma.



 



Raggiungono il fiume. Camilo si avvicina all’acqua e si siede. Le sue
emozioni lo travolgono. Le lacrime scendono prima che se ne accorga. Nasconde
la testa tra le braccia, raggomitolandosi su se stesso e piangendo liberamente.
Le parole si infrangono e si scontrano nella sua testa.



 



Il matrimonio è impossibile per lui. Per loro. Non possono. Camilo si
sente così frustrato di non poterlo realizzare. Sono esseri dotati di magia,
perché non può averlo?



 



Sente una mano sulla spalla e Camilo si asciuga gli occhi prima di alzare
la testa. Bruno abbozza un sorriso, accarezzandogli il braccio. Camilo non si
frena dal piangere. È tutto troppo: Abuela, i pensieri eccessivi e la stupida
idea di dover aiutare la sua famiglia tramite il matrimonio.



 



“Bruno” Camilo ritrova la voce.



 



“Sì, tesoro?” Bruno si avvicina un po’.



 



“Mi dispiace”



 



Le scuse risultano pesanti. Non se l’era aspettato.



 



“Perché ti stai scusando adesso?” Bruno gli cinge la vita con un braccio,
attirandolo a sé.



 



“Per...quello che ha detto Abuela. Io...ho iniziato a provare dei sentimenti
per te e...”



 



“E cosa? Mi avresti manipolato? Mi avresti costretto a una relazione per
due interi anni?”



 



Camilo lo fissa.



 



“Sapevo che era sbagliato nel momento in cui ho iniziato a pensare a te
come qualcosa di più di mio nipote e quando ho avuto la tua visione.
Eppure...guardaci. Sto con te di mia spontanea volontà. Ero perfettamente in
grado di non assecondarti, di non sviluppare questa relazione. Tua madre mi
ucciderebbe se lo sapesse” Bruno deglutisce, “ma sono qui e non vorrei che
fosse diversamente. Dovrei essere io a scusarmi. Ma non sarei sincero. Non mi
dispiace averti assecondato. Sei diventato una persona straordinaria e sono
molto orgoglioso di te, come mio compagno” Bruno sbatte le palpebre, “in genere
non sono bravo con le parole, sai. Ma spero che tu...capisca cosa sto cercando
di dire”



 



Camilo capisce, per la prima volta in vita sua. Si lancia su Bruno,
facendo cadere entrambi, e lo abbraccia. Lo stringe forte, cercando di
trasmettere tutto il suo amore.



 



“Ti amo, Bruno. Vorrei poterti sposare”



 



La confessione risuona nelle orecchie di Bruno. E non è spiacevole.



 



Bruno accarezza la schiena di Camilo prima di rispondere: “Ti amo
anch’io”, allontana gentilmente Camilo mentre si guardano negli occhi, “e prima
o poi ti sposerò. Se non succederà in questa vita, accadrà in quella dopo o in
quella dopo ancora. Ti troverò in qualsiasi dimensione e ti sposerò”



 



Camilo riprende a piangere, baciando Bruno. È come la prima volta che si
sono baciati, Camilo si rende conto di amarlo da sempre. E da ancora prima.



 



Quando si separano, Camilo aiuta Bruno a mettersi seduto. Si appoggiano
l’uno all’altro e mangiano gli snack che Bruno ha portato da casa. Di colpo,
Camilo ricorda.



 



“Non sei stato tu a farmi piangere” dice, lasciando la testa sulla spalla
di Bruno. “Mi hai baciato e fatto altro prima di quella visione” ridacchia,
notando Bruno che diventa rosso e si copre la faccia.



 



.



 



Abuela non ha più sollevato l’argomento del matrimonio con Camilo. In
realtà ora è impegnata a fare la bisnonna per il primogenito di Dolores. Con
grande gioia di tutti, è un maschio.



 



Camilo è diventato zio e si sente strano mentre tiene tra le braccia il
fagottino. Probabilmente per Antonio è ancora più strano, essendo a sua volta
zio a soli 12 anni, non esattamente ciò che aveva immaginato. Ma è bello
vederlo giocare con il piccolo, aiutando la sorella e il cognato.



 



La casa è un po’ diversa dall’arrivo del bambino. La stanza di Dolores è
cambiata improvvisamente. Si è spostata, avvicinandosi a quella di Pepa. Una
mattina Camilo, salendo le scale, ha lanciato un urlo nel trovarsi davanti la
porta di Dolores al posto di quella di Antonio. Il suo strillo ha fatto
accorrere suo padre, preoccupato.



 



Dopo una riunione di famiglia, l’unica spiegazione logica trovata era che
ora Dolores aveva bisogno di essere più vicina a sua madre in caso di
necessità. Anche se Mariano si è trasferito da quando si sono sposati, tutti
hanno ritenuto che ulteriore aiuto non può che essere ben accetto. Dolores ha
bisogno di sua madre.



 



È un altro shock quando Camilo e Bruno, scendendo dalla torre, scoprono
la porta di Camilo al posto di quella di Luisa.



 



“Che diavolo succede?” Camilo osserva la propria porta e quella di Luisa,
che si trova ora dall’altro lato.



 



“Uh” Bruno osserva la porta, “è la tua porta, ma perché è qui?”



 



Si avvicinano e Camilo la apre. C’è della sabbia sul pavimento. Camilo
abbassa lo sguardo, poi si rivolge a Bruno: “L’hai...portata tu, qui?”



 



Bruno scuote la testa. “No, non ti riempirei mai di sabbia”



 



“Allora...cosa succede?”



 



Avanzano e, osservando verso un angolo, Camilo si ferma. Bruno gli rovina
addosso e ritrova l’equilibrio, seguendo lo sguardo di Camilo.



 



È una caverna per le visioni.



 



“Cosa...perché? Come? Cosa...perché c’è una caverna per le visioni qui?!”
Camilo corre e apre l’ingresso.



 



È più piccola di quella presente nella stanza di Bruno. C’è un cerchio
sufficiente a contenere due persone, sabbia ammucchiata lungo i bordi e
barattoli già colmi di sabbia.



 



“Che sta succedendo” Bruno cammina nella grotta, toccando ciò che vede.



 



Ripensandoci...Camilo ha notato che gli specchi nella stanza di Bruno
sono aumentati, ma non così tanto da attirare la sua attenzione. Ma ora nella
sua stanza c’è della sabbia e una caverna. Che diavolo significa?



 



I due si guardano, increduli.



 



“Camilo, hai per caso-” Dolores entra e si ferma subito. Solleva un
piede. “Perché c’è...della sabbia, qui?”



 



“È quello che stiamo cercando di capire” dice Bruno.



 



“È...una caverna per le visioni? Perché ne hai una qui?” esclama Dolores,
guardando prima lo zio, poi il fratello.



 



“Non lo sappiamo!” risponde Camilo, improvvisamente un po’ spaventato. E
se Abuela lo vedesse? O sua madre? Cosa penseranno?



 



Come per uno scherzo crudele, sua madre bussa alla porta.



 



“Camilo? Dolores voleva-oh” guarda in basso, “perché c’è la sabbia?”



 



Camilo non sa cosa dire, e nemmeno Bruno, immagina. Dolores squittisce e
Pepa li osserva tutti e tre. Camilo spera che riescano a nascondere la caverna.



 



“Camilo, hai portato qui la sabbia dalla stanza di tuo zio?” chiede Pepa,
mentre una nuvola si forma sopra di lei.



 



Tutto ciò può avere più di un esito. Camilo deve pensare in fretta, prima
che Bruno intervenga.



 



Deve esserci Casita dietro alla nuova situazione, e all’improvviso anche
sua nonna entra.



 



“È tutto pronto, Pepa” fa un passo in avanti e guarda in bassa, “cosa sta
succedendo?” alza la testa, più lentamente di quanto Camilo speri.



 



Le piastrelle di Casita tintinnano improvvisamente e Camilo capisce che
c’è lei dietro. Rimane sorpreso da quello che comunica.



 



“Rimediare per...i 10 anni di assenza?” chiede Abuela osservando le
piastrelle e i presenti. Camilo distoglie lo sguardo, desiderando nascondersi
dietro Bruno ma anche proteggerlo.



 



Le piastrelle si muovono di nuovo.



 



Pepa ride. “Beh, un ragazzo ha bisogno di uno zio presente nella sua
vita. Hai ragione, Casita, la loro relazione sta aiutando l’Encanto a diventare
più forte”



 



Camilo rimane a bocca aperta, così come Bruno, ma Camilo la richiude
subito. È...confuso, ma anche grato che la casa sia dalla loro parte. Questo
spiega il fatto che fosse così splendente nella visione.



 



Il pavimento sotto i loro piedi si agita e viene prodotta altra sabbia.
Abuela e Pepa ridono, voltandosi per uscire.



 



“Sì, sì, lo sappiamo” Abuela accarezza lo stipite, “hanno aiutato molte
persone. Specialmente insieme. Grazie, ragazzi, per tutto quello che fate”



 



“Ascolta Casita, Camilo” aggiunge Pepa, “dice che hai tormentato tuo zio
per avere delle visioni, smettila!” gli agita un dito davanti al naso prima di andarsene.



 



I tre rimasti rilasciano un sospiro di sollievo.



 



“Come hanno fatto a non accorgersi?!” sussurra Dolores, con aria
nuovamente spaventata.



 



Camilo scuote la testa, afferrando la mano di Bruno. “Io...non ne ho
idea. Casita? Perché l’hai fatto?”



 



Il soffitto rimbomba e le piastrelle tintinnano e rotolano.



 



“...volevi che fossimo felici senza destare sospetti?”



 



Le piastrelle si muovono.



 



Bruno sussulta: “Volevi unire le nostre stanze? Poteva scatenarsi un
inferno!”



 



Il muro emette un tonfo.



 



“Quindi hai deciso di inserire gli elementi di ciascuno nelle rispettive
stanze?” mormora Dolores, “è dolce da parte tua, Casita. Sono contenta che tu
non abbia deciso di distruggere la stanza di Camilo” sorride.



 



“Ehi” ribatte Camilo.



 



“Oh zitto, eri tremendo quando hai cominciato a interessarti a lui.
Inquietante”



 



“Dovevo far capire il mio punto di vista”



 



“È diventato cristallino molto tempo fa” dice Bruno e per un istante
Camilo lo fulmina con lo sguardo.



 



Dolores scuote la testa e ridacchia. “Ad ogni modo, avete qualcun altro
dalla vostra parte. Sono sicura che anche Mariano vi sosterrebbe”



 



“Per favore, non dirglielo. Sarebbe imbarazzante” sospira Camilo,
appoggiandosi a Bruno.



 



“Okay, okay. Comunque ero venuta qui per chiederti se hai il cestino per
picnic. Non era in cucina”



 



Casita glielo recapita e lei ringrazia. “Preparatevi. Andiamo a fare un
picnic vicino al fiume”



 



Camilo osserva sua sorella allontanarsi e Casita chiude la porta.



 



“Allora...siamo a posto, per ora” dice Bruno, “stai bene, amore?”



 



Camilo gli prende la mano e lo conduce verso il letto, sedendosi. Rimane
in silenzio per qualche i minuti. I suoi pensieri sono frenetici. Per qualche
secondo, c’è stato il rischio che tutto andasse a rotoli. Ma non è successo e
sarà per sempre grato a Casita.



 



“Sto bene” risponde, stringendogli la mano, “ho avuto...davvero paura.
Insomma, farei di tutto per difenderti, quindi mi stavo già preparando a prendermi
ogni responsabilità e assicurarmi che non ti...ferissero di nuovo”



 



Bruno lo abbraccia, baciandolo sul viso. “Te l’ho già detto, piccolo. Non
possono farmi del male. Ho te ed è tutto ciò di cui ho bisogno”



 



Ha ragione. Camilo ricambia l’abbraccio, è un’angolazione scomoda e un
po’ dolorosa, ma non gli importa. Si alzano per prepararsi, Casita ha già
spostato parte del guardaroba di Bruno in quello di Camilo. Ridono e si
cambiano, indossando il costume da bagno, pronti a nuotare nel fiume.



 



Con loro sorpresa, l’intera famiglia è radunata in cortile. Abuela
annuncia che è giunto il momento di una vacanza, quindi partiranno tutti per
trascorrere una giornata al fiume. Bruno e Camilo rimangono vicini, in coda al
gruppo. Portano da mangiare, usandolo come scusa per rimanere insieme.



 



Al fiume, Isabela produce delle palme per consentire a tutti di rimanere
all’ombra. Luisa sposta il corso del fiume in modo che il nuovo arrivato abbia
un po’ d’acqua con cui giocare. Antonio si tuffa subito e si mette a parlare
con i pesci, presentandoli a Bruno e Camilo.



 



Camilo osserva zia Julieta e sua madre preparare il buffet prima di
raggiungerli in acqua. Zio Agustin e suo padre sono vicino a Dolores, Mariano e
il piccolo, a costruire castelli di sabbia, il bambino ridacchia ed emette
piccoli suoni.



 



Le tre cugine si sono dirette più a largo nel fiume e Camilo si unisce a
loro. Iniziano a giocare con l’acqua, Luisa crea enormi onde e Isabela fa
crescere piante subacquee per bloccare gli attacchi. Mirabel cavalca le onde e
attacca le sorelle con diversi schizzi. Un’onda afferra Camilo, che finisce
sott’acqua. Quando riemerge ride, riprendendo a battagliare contro le cugine.



 



Dopo un po’, arrivano anche suo padre e suo zio. Bruno raggiunge i
ragazzi. Ridono e si schizzano l’un l’altro, bagnandosi il più possibile. Luisa
provoca un’altra onda gigantesca, trascinando tutti sotto. Camilo apre gli
occhi e vede tutti tornare su. Tranne Bruno. È un po’ lontano, Camilo nuota
avvicinandosi a lui.



 



Bruno ha le guance gonfie e gli occhi chiusi. Incrocia le dita e Camilo
sorride. Quando gli prende il viso tra le guance, Bruno spalanca gli occhi,
scioccato.



 



Camilo gli sorride prima di guardare gli altri. Attira rapidamente Bruno
in un bacio prima di riemergere. Non appena lo fa, Luisa e Isabela creano un
misto di onde e piante e lo rispediscono sott’acqua.



 



Bruno lo afferra e si vendica, baciandolo con uguale velocità. Quando
riaffiorano, gli altri sono sparsi intorno, continuando a spruzzarsi a vicenda.



 



“Stai diventando più audace, piccolo, non è un bene per il mio cuore”
ansima Bruno e Camilo gli sale sulla schiena, agganciandogli le mani intorno al
collo e le gambe ai fianchi.



 



“Bene. Sono contento di tenerti attivo” ridacchia, “non vorrei che ti
annoiassi di me” sussurra, facendo rabbrividire Bruno. “Ehi Mirabel! Porta qui
il tuo vecchio e facciamo la lotta!”



 



Mirabel strilla, saltando su suo padre e dirigendosi verso i due.



 



“Dio, aiutami” Bruno inizia a ridere, caricando Camilo sulle spalle,
mentre Agustin fa lo stesso con sua figlia.



 



“Penso lo abbia già fatto” sghignazza Camilo, “adesso, carica!”



 



Vincono il primo round. Vincono anche il secondo, contro Isabela e
Agustin. Ma perdono contro Luisa. Vengono richiamati per la cena e Camilo
trattiene Bruno. Osserva gli altri avvicinarsi al tavolo e, quando tutti
voltano le spalle, Camilo e Bruno si prendono per mano. Stringono brevemente
prima di lasciarsi e unirsi alla famiglia.



 



E se si scambiano qualche occhiata, nessuno deve saperlo. Tranne Dolores
e Isabela, ovviamente.



 



 

 

     


                     





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