FanFiction Lady Oscar | Cuore di ghiaccio di elenabastet | FanFiction Zone

 

  Cuore di ghiaccio

         

 

  

  

  

  

Cuore di ghiaccio ●●●●● (Letta 58 volte)

di elenabastet 

1 capitolo (conclusa) - 2 commenti - 0 seguaci - Vietata ai minori di 14 anni

    

 

Sezione:

Anime e MangaLady Oscar

Genere:

Angst - Drammatico - Storico - Tragedia - Introspettivo

Annotazioni:

Death

Protagonisti:

Generale Jarjayes - Altro - Oscar

Coppie:

Generale Jarjayes/Altro (Tipo di coppia «Het»)

 

 

              

  


  

 Capitolo 1 

Note: storia nata per celebrare il compleanno di Oscar il 25 dicembre, toni malinconici, qualche parolaccia ma ci sta nel contesto.


  






Tra due giorni sarà il Santo Natale, ma guai a dirlo, nel girone

dell’Inferno in cui mi trovo. Guai anche a parlare di Inferno, qui

ormai comanda la Dea Ragione, e che esprime dubbi rischia grosso.



Del resto, non avevo scelta, con due fratelli e due sorelle più piccoli

a cui badare, e quando mi hanno proposto di diventare uno dei

carcerieri della Conciergerie, l’anticamera del patibolo, ho

accettato per bisogno. Ma quello che sto vedendo qui è straziante e

orribile, e bisogna stare anche attenti a non impietosirsi troppo,

perché si finisce nei guai, come è successo a quei due poveretti

che si occupavano dell’Austriaca (no, non ci attacco epiteti)

insieme alla moglie del giornalista Chatelet, Rosalie o come si

chiama.



Ehi, pivello!”, mi urla dietro uno dei miei superiori. Io sarei Marcel,

ma ormai ho fatto il callo a questi atteggiamenti, perché ho bisogno

della paga e non voglio guai.





Sì...”





Porta il rancio a quel vecchiaccio di merda che sta in fondo al corridoio,

quello che voleva salvare la cagna austriaca! Finché campa siamo

costretti a sfamarlo, dovevano processarlo e farlo fuori, non capisco

perché continui a starci tra i coglioni e monsieur Sanson non venga

a prenderselo!” E vai di risata con gesti osceni.





Ricordo ancora con affetto i miei amati nonni, che ci crebbero tutti dopo la

morte dei nostri genitori, e pensare che qualcuno possa parlare in

questo modo di una persona anziana, anche se è un nobile, mi

disgusta. Ma trangugio.





Ho sentito raccontare qualcosa di quello che è capitato alcuni mesi fa,

quest’estate, dopo l’arrivo della cittadina Capeto, riguardo a

quel tentativo di farla scappare in cui era implicato il suo amante

svedese, il cavaliere di Rougeville e forse anche la moglie del

giornalista. Ma a me non interessa, non voglio guai, allora non ero

ancora qui.





Quell’uomo che è stato apostrofato in maniera così cattiva sta in una cella da

solo, apro la porta e porto dentro il rancio, se è un aristocratico

senz’altro era abituato ad altri cibi, ma qui non ci sono

alternative. Tutto questo odio mi spaventa comunque, ogni giorno di

più.





Entro e vedo un uomo anziano, alto, girato verso la finestra, da dove entra

freddo, perché ha iniziato a nevicare. Anzi, è un po’ che lo fa,

sarà un problema fare quei quattro isolati fino all’Isle Saint

Louis e alla soffitta dove vivo con i miei fratelli e sorelle.





Ma lui sembra indifferente al freddo, e mi rendo conto di quanto è

marziale il suo portamento, questo è stato un soldato, diverso da

certi soldati che vedo intorno a me.






Grazie, figliolo”, mi dice con gentilezza, ma con un tono deciso, abituato

a dare ordini. Di solito trovo lacrime, insulti o indifferenza, c’è

stata anche una giovane nobile che voleva sedurmi per rimanere

incinta e evitare il patibolo, e lì è stato il momento più

imbarazzante del periodo passato qui in questo Inferno.





Annuisco e mi allontano ma l’uomo fa un gesto verso di me, pacato ma deciso,

come se volesse darmi un ordine.





Posso chiedervi un favore? Mi potreste portare due candele in più? Servono

per farle gli auguri...”





Vorrei dirgli delle difficoltà che ci sono a reperire candele, ma vedo

tanto dolore nei suoi occhi e non me la sento. Dolore, ma è come se

le sue lacrime fossero ghiacciate nel suo cuore e non riescano ad

uscire.





Sapete, per me posso usare anche dei mocciconi, ma per ricordarla insieme al

suo lui voglio che sia tutto perfetto. Se sarò ancora qui, si

intende e se non verranno a porre fine al mio dolore”.





Va bene”, dico io. Se lo sono dimenticato qui, ogni giorno chiamano

gente da portare davanti ai giudici, che vuol dire andare a morire,

tra urla e pianti, e lui, che è stanco della sua vita deve

continuare ad andare avanti.





Mi piacerebbe anche non ricordarla da solo, se poteste stare con me la

notte di Natale, o come adesso quelli come voi lo chiamano...”





Già, sono di guardia, del resto non si festeggia più, tanto meno si va

alla Messa di mezzanotte, che era così bella, ma guai a dirlo, si

rischia la testa.





Annuisco, del resto se è così pericoloso bisognerà tenerlo d’occhio, vero?

Lui mi guarda e annuisce, imperturbabile. A chi fa ancora paura

quest’uomo con il cuore spezzato, e credo non solo per la morte

della cittadina Capeto? Forse temono la dignità che ha ancora, la

sua compostezza, il suo dolore che gli fa vedere la vita in maniera

diversa. Deve aver sofferto molto.





E così, la notte di Natale entro nella sua cella, con qualcosa

mangiare che ho tirato su e le due famose candele, con l’acciarino

per accenderle.





Oh, grazie… Sedetevi, sarà una lunga notte, e forse è l’ultimo

compleanno suo che passo in questo mondo. L’Inferno sarà un posto

migliore per chi è sopravvissuto alla propria figlia dopo quello di

cui mi sono macchiato...”





I nonni piansero per tutta la vita due loro figli, miei zii in pratica,

che non erano arrivati ad essere adulti, oltre a mio padre, e posso

capire forse il dolore di cui parla.





Sapete, era la notte di Natale di quanti… trentotto anni fa, già, e non

faceva freddo come oggi, infatti pioveva e non nevicava… ma io non

festeggiavo la nascita di Nostro Signore, a cui non credo ormai più,

e non certo perché condivido le idee di voi rivoltosi. Io aspettavo

finalmente un erede maschio dopo cinque figlie...”





Chissà, saranno morte anche le cinque figlie? E lui mi risponde.





Non so dove siano finite le mie prime cinque figlie, spero siano in

salvo, forse Oltremanica o in Italia o chissà dove, non ho più loro

notizie dopo la morte della mia amata moglie, due anni e mezzo fa...”





Comunque, io volevo un erede maschio, ma mi nacque una sesta figlia, e allora

decisi di sfidare il destino, il cielo e il regno e le diedi un nome

da maschio, Oscar, per destinarla ad una carriera militare...”





Un momento, c’è qualcosa di familiare in questa vicenda, ma non so

cosa. Resto ad ascoltare.





E la crebbi come un ragazzo, trasformandola in qualcosa di incredibile

e mai visto prima, perché era bella, fiera, coraggiosa, spavalda,

aveva tutte le virtù di noi uomini senza avere i nostri vizi, e

anche le virtù delle donne senza i difetti… Ma mi teneva testa e

mi sfidava, e io la punivo, ero duro con lei, e oggi vorrei solo

stringerla a me e chiederle perdono”.





Io lo lascio sfogare, perché è Natale, perché i miei nonni mi

dicevano che bisogna essere più buoni e perché mi interessa quello

che sta raccontando.





Le misi accanto come compagno d’armi il figlio della mia governante,

André Grandier”.





Oh, un altro nome che mi è familiare. Ma dove l’ho già sentito?





E in quel momento diventarono un’unica cosa e nacque tra di loro

qualcosa di speciale. Erano luce e ombra, un cuore diviso in due, due

anime gemelle. L’unica cosa buona che ho fatto per lei è stato

darle André, spero che le abbia dato tutto l’affetto e l’amore

di cui aveva bisogno, quello che io le ho negato, è stato tutto per

lei, amico, fratello, compagno d’armi, confidente e amore eterno...

Comunque, mia figlia diventò la guardia personale di quella che voi

chiamate in quei modi orribili, la nostra regina Maria Antonietta,

che servì per anni con onore e dedizione. Ma la mia Oscar era come i

cavalieri delle antiche leggende, voleva portare giustizia nel mondo,

e non si girava dall’altra parte se qualcuno aveva bisogno e anche

per questo la punii… arrivai quasi ad ucciderla una volta...”





Inorridisco e lui se ne accorge.





Anche per questo finirò all’Inferno… ma lei era tutt’uno con il suo

André, e si unì al popolo in rivolta per la libertà, tradendo il

suo lignaggio. Lei voleva costruire un mondo migliore in cui vivere

con il suo amore... Mi lasciò un suo ritratto e scappò via, cadendo

sul campo di battaglia come il soldato che io non ero mai stato

insieme ad André… E il mio cuore è diventato di ghiaccio da quel

giorno, sapete, io non sono vivo, sono morto con lei….”





No, ma io conosco questa storia! Chiedo:





Ma state mica parlando del comandante dei Soldati della Guardia che ha

partecipato all’assedio della Bastiglia...”





Certo, vedo che è famosa, capita a tutti gli eroi. Io sono già un’ombra,

un’ombra con un cuore di ghiaccio e che non merita niente. Cercai

di far evadere la nostra sovrana perché mia figlia non avrebbe mai

permesso un simile odio e ora sono qui che aspetto di andare

all’Inferno, perché non sono degno di stare in paradiso con due

eroi come Oscar e André...”





No, non dite così, avete sofferto tanto, vostra figlia vi avrà

perdonato...”





No, non l’ha fatto, le ultime parole che le urlai dietro di fronte al

suo ritratto è che non l’avrei mai perdonata dopo il messaggio che

mi aveva lasciato, e comunque non mi ha certo perdonato André, la

sua anima gemella… io sono destinato a vagare con dentro il mio

cuore gelato per sempre… sono già morto...”





Guardo le due candele accese e dico:





Vi ringrazio per avermi raccontato questa storia, vostra figlia è qui

con noi, vive nei nostri cuori e ci sarà per sempre...”





Ricordatevi di lei, Oscar non avrebbe voluto tutto questo orrore… madamigella!”





Oddio, come ha fatto ad accorgersene, mi travesto bene, al massimo qualche

guardia mi chiama frocetto ma ci ho fatto il callo. Lui invece ha

notato subito che io in realtà sono Margot e non Marcel.





Perdonatemi, ma faccio questo per poter dare da mangiare ai miei fratelli e

sorelle, non traditemi!”





No, mai. Mi ricordate lei, la mia Oscar, conservate la sua storia nel

vostro cuore… vi auguro solo di avere maggiore fortuna...”





Quest’uomo duro, senz’altro spietato, annichilito dal dolore, alza una mano

sul mio volto e mi accarezza.





Non ho mai fatto questo a mia figlia, sapete...” e dai suoi occhi

sgorgano lacrime. Il suo cuore di ghiaccio si è spezzato, in questo

solstizio d’inverno, in questo santo Natale, in questo compleanno

di una figlia perduta.





Grazie di avermi ascoltato, abbiate cura di voi e siate felice...”














L’indomani mattina lo trovammo addormentato per sempre e in pace, ancora con gli

occhi bagnati di lacrime, con un sorriso sereno sulle labbra. Mi

piace pensare che non sia finito all’Inferno, che sia andato con

Oscar e André da qualche parte, a festeggiare il compleanno di lei e

tutti gli altri compleanni infiniti degli anni che verranno, anche

quando non ci sarò più io a ricordarla.



 





Oggi, di nuovo Natale, ho raccontato questa storia ai miei figli, tanti

anni dopo quei fatti, la storia di un Natale insolito, di un cuore di

ghiaccio sciolto dall’amore, di una fiaba del solstizio, di una

leggenda eterna. E so che sono tutti e tre insieme a festeggiare, da

qualche parte, per l’eternità.

 

     


                     





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