FanFiction Ranma 1/2 | Vecchi ricordi, nuova vita di lo_storico | FanFiction Zone

 

  Vecchi ricordi, nuova vita

         

 

  

  

  

  

Vecchi ricordi, nuova vita   (Letta 492 volte)

di lo_storico 

2 capitoli (in corso) - 0 commenti - 0 seguaci - Vietata ai minori di 14 anni

    

 

Sezione:

Anime e MangaRanma 1/2

Genere:

Angst - Azione - Drammatico

Annotazioni:

What If

Protagonisti:

Ranma - Akane - Ryoga

Coppie:

Non indicate

 

 

              

  


  

 Una giornata normale 

La vita quotidiana procede bene, ma ad un tratto ricordi che non sembrano appartenerti ritornano brevemente a galla. In che modo ciò può cambiare tutta un'esistenza?


  

Era un piacevole inizio mattinata di inizio aprile ad Hirado, città della prefettura di Nagasaki, posta su un´isola collegata al Kyushu dall´Hirado Bridge. In una casa in stile tradizionale, non lontano dalla spiaggia di Tabira, i suoi occupanti si stavano lentamente alzando per iniziare la loro classica routine quotidiana: l´uomo, Takato Kobayashi, un tipo di media statura, con capelli neri tagliati corti e rasati sulla nuca e occhiali da vista, dal carattere dovizioso e solerte, si apprestava a prepararsi per andare in orario a lavoro presso una compagnia di ingegneria informatica; la donna, Yuzu Kobayashi (nome da nubile Takeshi), una signora sulla trentina, avvenente, sinuosa e con i capelli castani lunghi e ondulati, si era alzata in anticipo come sempre per preparare la colazione per la sua famiglia e il pranzo a sacco per il marito, in linea con il suo carattere gentile e amorevole: la figlia, Takeko Kobayashi, una bambina di 12 anni con i capelli lunghi e neri legati in due treccine e gli occhi castani, stava già facendo il bagno mattutino per prepararsi per il suo primo giorno di scuola media.

Tutto sarebbe perfettamente normale, se all´appello non mancasse un altro membro della famiglia. Yuzu infatti se ne accorse e si affrettò verso la camera da letto della figlia maggiore, Kimi Kobayashi, certa di trovarla ancora addormentata. Infatti, dopo aver bussato un paio di volte, la donna decise di entrare per controllare la situazione: Kimi era ancora a letto, stretta in posizione fetale e aggrovigliata nelle lenzuola, i lunghi capelli rossi che ricadevano scompostamente sul cuscino, russando leggermente con la bocca semi-aperta. Scuotendo la testa disperata e facendo un breve sospiro, la casalinga giapponese iniziò a tirare su le serrande della camera da letto della figlia, sussurrando dolcemente: "Sveglia Kimi, sono già le 7 di mattina!". Notando che la figlia ancora non si svegliava, Yuzu decise di scuoterle un poco il braccio per farle aprile gli occhi: alla prima scossa la ragazza aprì gli occhi, di un profondo colore blu zaffiro, e si alzò di scatto, mettendosi a sedere sul letto. Mormorò: "Cosa è successo? Io... Ah!", prima di mettersi una mano sulla tempia sinistra, pervasa da una forte fitta. La madre si precipitò dalla figlia e la guardò preoccupata, toccandole la parte della testa dove sentiva dolore: "Hai avuto un´altra fitta, vero? Ti fa ancora male?". Kimi rispose un secondo dopo, quando il dolore parve passare: "Stai tranquilla madre, è passata adesso", aggiungendo, "Scusa se non mi sono svegliata, ma oggi è stata una nottata tranquilla, senza sogni strani...". A Kimi non piacevano quei sogni, erano bizzarri ed inquietanti: spesso di notte le venivano in mete mostri ad otto teste, gnomi pervertiti, uomini che si trasformano in papere, maiali, gatti, panda, donne pazze che facevano ginnastica artistica e che brandivano martelli e katane, ma, soprattutto, un ragazzo che diventava...  "Shhh, cara", disse Yuzu, abbracciando la figlia e interrompendo il suo treno di pensieri, "stai tranquilla, vedrai che troveremo una soluzione a questo. Forza ora, alzati, lavati e vieni a fare colazione. Tuo padre e tua sorella sono già pronti". Un pò più sicura di prima, Kimi annuì: "D´accordo madre, sarò giù in pochi minuti. E... grazie". La donna le sorrise teneramente, accarezzando con tocco delicato la sua guancia e sussurrando: "No figlia, grazie a te...", per poi congedarsi e uscire dalla sua stanza, chiudendo la porta dietro di sé. Un pò rincuorata dall´affetto materno, Kimi si alzò dal letto, preparò i suoi vestiti, prese i suoi utensili da bagno e uscì anch´essa dalla sua camera, preparandosi per la giornata. 

Circa quindici minuti dopo, la famiglia Kobayashi era radunata intorno al tradizionale tavolino basso giapponese, gustandosi l´ottima colazione preparata da Yuzu: Takato sorseggiava il suo tè mentre leggeva il giornale del mattino mentre sua moglie stava servendo le porzioni alle figlie, che stavano mangiando in modo molto diverso tra loro: se Kimi masticava il cibo con grazia, in modo garbato e tranquillo, Takeko si stava abbuffando, riempiendosi la bocca di ogni cosa presente sul tavolo, subendo al contempo i rimbrotti della madre affinché mangiasse con più educazione. Ad un tratto, Takato si rivolse alla figlia maggiore: "Come stai Kimi? Tua madre mi ha detto che hai avuto altri sogni strani e un´altra delle tue fitte...". Nonostante apparisse serio e riservato, l´uomo amava profondamente la sua famiglia, e non mancava di mostrare la giusta preoccupazione per una dei suoi componenti. Prima che la diretta interessata potesse rispondere, intervenne anche Takeko: "Cos´hai sorellona? Stai ancora male? Ti posso aiutare a star bene?". Kimi sorrise di cuore alle preoccupazione della sorella minore e le diede una pacca sulla testa, dicendole: "Tranquilla sorellina, è passato adesso. Grazie per la tua preoccupazione, però. Ti voglio bene". "Anch´io ti voglio bene, Kimi!", le rispose subito la bambina, abbracciandola con le sue piccole braccia snelle. La rossa la riabbracciò brevemente di rimando, per poi rivolgersi al genitore con un sorriso educato: "Padre, non preoccuparti, è stata solo una piccola fitta, dopo aver avuto un altro sogno strano. Ora sto bene, però. Non mi farò sconvolgere di nuovo". Già, perché la prima volta che era successo, pochi anni prima, aveva reagito così male che era andata di matto e i suoi genitori avevano faticato sette camice a calmarla e a convincerla a vedere uno terapista, recandosi regolarmente da lui una volta al mese per sedute specialistiche. Takato e Yuzu erano dubbiosi, ma annuirono alla figlia per darle il giusto incoraggiamento. Ad un certo punto venne l´ora per tutti di uscire di casa: il marito sarebbe andato a lavoro, mentre la moglie e la figlia maggiore avrebbero accompagnato Takeko a scuola. Takato abbracciò la figlia minore e le disse: "Fai la brava e segui le regole degli insegnanti, d´accordo tesorino? A stasera". E dopo un rapido bacio sulla fronte, l´uomo si infilò le scarpe, si mise la giacca, afferrò la sua borsa e uscì per recarsi a lavoro. Dal canto loro, le tre donne finirono in fretta di prepararsi e uscirono anch´esse per andare alla scuola media dove Takeko avrebbe iniziato a frequentare le lezioni. 


















 

     


                     





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