FanFiction Cyborg 009 | NOTHING IS AS IT SEEMS di RAZIELTRAVIS | FanFiction Zone

 

  NOTHING IS AS IT SEEMS

         

 

  

  

  

  

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di RAZIELTRAVIS 

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Sezione:

Anime e MangaCyborg 009

Genere:

Introspettivo - Fantasy - Erotico - Altro

Annotazioni:

Happy Ending

Protagonisti:

003-009-altri

Coppie:

Non indicate

 

 

              

  


  

 capitoli 22 

non ho mai detto che non voglio venire a stare con te a Parigi, a me piace molto, lo sai anche te. Solo, credevo che, almeno per i primi tempi tu volessi stare un po’ da sola, vedere la tua famiglia, i tuoi amici, amiche, uscire, tornare alla normalità in...


  

NOTHING IS AS IT SEEMS







 







Di Miki







16/02/2021







 







 







Capitolo 1







 







La guerra con i fantasmi neri si era finalmente conclusa da un pezzo ed


i cyborg, nei mesi successivi, stavano cercando pian piano di ritornare ad una


parvenza di normalità.







Si, è vero, poteva capitare di affrontare certi tipi di missioni, come


protezione figure politiche o di rilevanza economica, azioni sotto copertura,


mediare tra fazioni opposte onde evitare il protrarsi di guerre ma, dopo mesi,


era avanzata l´idea che, tutto sommato, il mondo potesse essere finalmente in


pace.







Trascorsero comunque ancora del tempo alla base, per stare ancora un po´


di tempo tutti assieme. Poi, piano piano, le loro strade si divisero, non


definitivamente, s´intende, l´amicizia sarebbe restata... Forse per sempre.







Jeronimo era tornato in Nevada alla fattoria di Pop, Albert a Berlino ad


occuparsi della sua azienda di trasporti precedentemente lasciata in gestione


ad un suo delegato; Chang era tornato in Cina a gestire la sua catena di


ristoranti; Bretagna a Londra ad occuparsi di giovani talenti dello spettacolo


teatrale; Punma era tornato in Kenya per ricominciare la costruzione di


ospedali e scuole, Jet e Joe avevano firmato un nuovo contratto rispettivamente


con la Lotus in Gran Bretagna e con la Ferrari in Italia. Françoise stava per


tornare a Parigi per ricominciare il suo amato balletto. Ivan era rimasto con


dottor Gilmour alla base, il dottore sperava che il piccolo presto avrebbe


trovato anch´egli una famiglia adottiva disposta ad accettare le sue capacità.







Joe e Françoise, che da mesi avevano finalmente messo alla luce del sole


la loro relazione , si erano offerti di tenerlo con loro ma Gilmour era stato


categorico, non lo avrebbe lasciato fino a quando 001 avesse avuto bisogno di


lui. E comunque al dottore un po’ di compagnia non dispiaceva.







Le gare di Formula 1 sarebbero iniziate a Marzo. Joe e Françoise avevano


deciso di vivere da lei a Parigi, poi Joe avrebbe fatto la spola tra Parigi ed


il suo appartamento che la scuderia gli aveva messo a disposizione nei pressi


di Monza. In realtà lui ne aveva uno suo a Montecarlo dove sperava un giorno di


ritornarci poiché, essendo un attico con la vista sul mare, gli era sempre


sembrata la sua casa dei sogni. Aveva nutrito forti dubbi sull´andare ad


abitare con lei a Parigi, sentiva che avrebbero dovuto prendersi un po’ di


tempo per loro, soprattutto lei che, a causa di questa guerra, aveva sofferto


più di tutti la lontananza da casa. Del resto, lui, al contrario di lei, non


aveva una famiglia che aspettava con ansia il suo ritorno a casa. Lui le fece


presente questo pensiero ma lei non volle sentir ragioni. Joe pensava che


tornare alla città natale, con i genitori, fratello, amici, balletto e,


soprattutto senza lui tra i piedi, sarebbe stata una ventata di aria fresca per


Francoise. 







[mai ci fu premonizione più azzeccata di quella]







C´era da dire che in realtà Joe avrebbe dovuto girare l´Europa per la


firma di alcuni contratti con sponsor prestigiosi, due di questi proprio con


sede a Parigi, motivo per il quale lei si dimostrò ancora più insistente.







Da quando i giornali avevano dato la notizia che, il due volte ex


campione del mondo di Formula 1 per due anni consecutivi, Joe Shimamura, aveva


deciso di riprendere le corse la stagione successiva con la Ferrari, gli


sponsor stavano facendo a pugni per accaparrarsi il diritto di usare il suo


nome: Nike, Adidas, Dunlop, Bridgestone, Ryban, Lacoste, oltre a linee maschili


di prodotti per l´igiene e profumi. Questo, se da un lato gli garantiva fama e


soldi, molti soldi, buona parte dei quali usava per la sua fondazione che aveva


aperto a nome di sua madre per aiutare i bambini orfani, dall´altra non lo


rendeva felicissimo perché il prezzo da pagare era un´eccessiva esposizione ai


media, cosa che non  lo rendeva


particolarmente entusiasta. Era sempre schivo con i giornali e tv, ma in tutto


il Mondo aveva più Fans club lui di tutti gli altri piloti messi assieme. Se poi


aggiungiamo che aveva un enorme successo con le donne il quadro era al


completo. Questo aveva sempre dato molto fastidio a Françoise, quante ne aveva


viste di scene in cui quelle facevano le smorfiose con lui chiedendogli, anche


in maniera plateale, di fare una foto o addirittura abbandonarsi in


atteggiamenti non proprio professionali in pubblico. E una sera avvenne la


famosa discussione.







-Ma perché non ti sembra una buona idea? Mica sarà per il tuo francese?


Ti assicuro che lo parli perfettamente.-







-Ma no, non è per questo. -







-E allora cosa ti prende? -







-Niente, è solo che...-







-Mi pare che avevamo già deciso, no? -







-Beh, è più giusto dire che TU avevi deciso, Io mica ero così convinto!


-







-Quindi, ci hai ripensato…-







-Ma tu pensi davvero che sia una buona idea? -







-Ecco, lo sapevo, mi sembrava troppo bello... Sempre la stessa storia


con te. -







-Temo che tu mi abbia frainteso. -







-Sentiamo, cosa avrei frainteso? a me sembra tutto chiaro, ne avevamo


già parlato... Ricordi? -







-Ricordo bene, certo, ma non ti sto dicendo queste cose per interesse


personale... Lo dico per te! -







-Ho capito Joe, hai ripensamenti su di noi, è fin troppo chiaro, siamo


sempre punto e a capo. -







-Sei proprio fissata. -







-E allora spiegati, perché ti comunico che sto per perdere la pazienza!


-







-Io non ho mai detto che non voglio venire a stare con te a Parigi, a me


piace molto, lo sai anche te. Solo, credevo che, almeno per i primi tempi tu


volessi stare un po’ da sola, vedere la tua famiglia, i tuoi amici, amiche,


uscire, tornare alla normalità insomma... Temo che l’avermi tra i piedi ti


possa condizionare un po’, tutto qui.-







-Ma cosa stai dicendo Joe? Sono IO che ti voglio tra i piedi, è quello


che desidero più di ogni altra cosa al mondo, stare con te, il resto viene


dopo. -







-Ok, va bene, ma non dirmi che non ti avevo avvertito. -







 







Aeroporto di Tokio 2 Ottobre 1971







 







-Ci siamo Joe, sei pronto per questa nuova avventura?-







-Io sono nato pronto.-







-Dalla faccia non si direbbe.-







-E invece si, basta non litigare.-







-L´amore non è bello se non è litigherello, recita un vecchio


proverbio.-







-Si, ma se ci scanniamo, avvoglia ad essere bello!-







-Ma come siamo suscettibili... Andrà tutto bene. Ti fidi di me?-







-Ciecamente, e tu?-







-Sai già la risposta, e so che non sarà facile ma ce la metteremo tutta.-







-Sono assolutamente d´accordo con te.-







Il viaggio fu lunghissimo, come sempre ma allo stesso tempo fu piacevole


perché respiravano entrambi un atmosfera di festa, di libertà, di eccitazione e


questo li rendeva estremamente felici e complici.







Arrivarono a Parigi che erano le 16:00 ora locale, nessuna valigia fu


disfatta, una doccia, una telefonata di lei di cortesia ai suoi per avvertirli


del suo arrivo nella quale specificò che aveva già un impegno, un bel


ristorante e, per finire, una notte di pura e semplice passione.







Joe comunque aveva deciso di stare un po’ per i fatti suoi i primi


tempi, aveva già un appuntamento di lavoro con lo sponsor Lacoste, il problema


era che, non avendo un agente fisso, si dimenticava spesso i suoi stessi


impegni. La firma del contratto fu una pura formalità, sarebbe stato


successivamente contattato per girare dei video con indosso l´outfit del


coccodrillo per la prossima linea nel parco di Versailles.







Françoise aveva ripreso le prove del balletto, da qui a giugno avrebbe


lottato per avere la tanto sospirata parte di prima ballerina di


"Gisèlle", la rappresentazione regina e più ambita per una ballerina


di danza classica. Sarebbe stata dura, ma non aveva mai smesso di danzare nei


ritagli di tempo alla base e decise  di


metterci subito anima e corpo. Rimaneva la presentazione di lui ai suoi


genitori, cosa non facile perché non si trovavano particolarmente d´accordo sul


quando fare questa conoscenza.







Lei, con loro, aveva parlato molto di Joe, del loro "tira e


molla" che era andato avanti per molto tempo e desiderava presentarlo fin


da subito. Joe, invece, avrebbe preferito aspettare qualche settimana, ma


l´eminente debutto di lei alla prima della rappresentazione de "La


Sylphide" sconvolse i suoi piani. In effetti era brutto trovarsi assieme a


Teatro senza essersi prima conosciuti, quindi Anne e Maxence invitarono i due


giovani una sera a cena per sciogliere ogni imbarazzo. Con molta sorpresa di


Françoise, Joe fu subito molto in sintonia con i suoi, specialmente con la


madre, mentre riguardo a suo padre, sapeva già che era un osso molto più duro


da scalfire. Mancava suo fratello Jean e la sua ragazza, che quella sera


avevano già un altro impegno.







Tutto sommato la serata procedette bene. Françoise cercò in tutti i modi


di interrogare lo sguardo della madre la quale, secondo lei, era molto più


obiettiva nel giudicare di suo padre. Non fece nemmeno in tempo a parlare un


po´ con lei mentre era in cucina perché Joe le fece capire che non voleva


restare da solo in salotto col futuro suocero, si sentiva troppo sotto esame ed


era sempre più nervoso.







Quella sera vi era il tutto esaurito all´Opéra, Joe era entusiasta di


lei, non gli staccò gli occhi di dosso.







Danzò praticamente tutta la rappresentazione in quarta fila, ma il suo


stile ed il suo talento innato non passarono certo inosservati ad occhi


esperti. Fu acclamata a gran voce quando nel finale furono chiamati uno per uno


i nomi delle ballerine. Joe le fece recapitare un enorme mazzo di rose mentre


si stava cambiando e tutte le altre ballerine presenti le fecero un


bell´applauso. Françoise arrossì vistosamente.







Restò di stucco quando qualche giorno dopo fu chiamata individualmente


dal direttore tecnico artistico dell´Opéra il quale, vedendo già da subito che


la passione e la grazia di lei erano di gran lunga più grandi di tutte le


altre, le fece capire che, se avesse continuato così, avrebbe ottenuto


tranquillamente la parte, non solo di Gisèlle, ma di tutte le rappresentazioni


in programma all´Opéra de Paris.







"L´étoile dell´Opéra, prima ballerina... Gisèlle, la parte sarà


mia, finalmente... In fondo , dopo tutto quello che mi è stato tolto contro la


mia volontà, posso dire di meritarmelo.... Finalmente un po’ di giustizia


divina"







 







 







Capitolo 2







 







29 Novembre, davanti all´uscita del teatro.







 







-Ce l´ho fattaaaaa.-  Urlava


saltando....







-Bravissima Fran, te lo meriti, sono contentissima per te.-







-Grazie Cath, sei troppo buona. Ma sei sicura che le altre non ci sono


rimaste male? Sai com´è, l´ultima arrivata alla quale viene assegnata la parte


del personaggio principale...-







-No, tranquilla, anche loro hanno dovuto ammettere che la migliore sei


stata tu.-







-Dobbiamo festeggiare, organizziamo per domani sera? Tanto è venerdì,


che ne dici?-







-Certamente, ti aiuterò io a contattare tutti, tu pensa a dirlo a Joe e


a tuo fratello.-







-Anche a Joe?-







-Perché, non vuoi che venga?-







-Mah, ci devo pensare, non so se lui... Magari non con tutti assieme, la


prima volta, in fondo lo conosci appena anche tu!-







-Beh, vedi te, magari può essere un´occasione.-







-Ci penserò... A domani amica mia.-


Quella sera il direttore artistico del teatro organizzò una conferenza

stampa dove presentò ufficialmente Françoise nel suo ruolo di prima ballerina.

I fotografi erano in agguato, sotto lo sguardo non proprio accondiscendente di

Joe, che si prestò non troppo volentieri alla richiesta di lei di essere al suo

fianco. Il classico “due piccioni con una fava”.






Era al settimo cielo quel giorno... Non capita tanto spesso vedersi


assegnare un ruolo di tale importanza dopo nemmeno due mesi dall´inizio delle


prove di danza.







 Per la sera dopo decise di


chiedere a Joe la "libera uscita" e lui non fece una piega anzi,


quando lei gli aveva telefonato per dargli la notizia, lui le aveva comprato


uno splendido mazzo di fiori e lei apprezzò molto.







Tra lei e Cathrine si divisero le telefonate: chiamarono amici e amiche


anche di vecchia data con cui Françoise saltuariamente e, soprattutto, quando


non era in missione, si era sempre tenuta in contatto. Poi fu il turno di suo


fratello Jean e dei suoi amici, qualcuno anche in comune tra cui una vecchia


conoscenza di Françoise, Alain, amico fraterno di Jean nonché il suo primo


ragazzo prima del suo rapimento e della trasformazione.







-Joe, ti prego, non voglio andare senza di te... Ci ho pensato, vorrei


ci fossi anche tu stasera. -







-Ma Françoise, è meglio se vai a divertirti senza di me, saresti più libera


senza l´assillo del tuo ragazzo geloso, no? -







-No, insisto, tu vieni, anzi, stasera ti farò anche ballare. -







-AH NO, questo è da vedere carina-







-Vedrai che ti convincerò-







Joe aveva come un pensiero fisso... Non sarebbe stata una buona idea.


Aveva il sentore che le cose potessero andare fuori controllo, la vedeva troppo


euforica, anche se capiva cosa provava, aveva capito che lei aveva esaudito il


sogno di diventare prima ballerina dell´Opéra de Paris, sentiva che questo


eccesso di eccitazione l´avrebbe portata a commettere qualche sciocchezza. Non


era tanto il fatto di voler festeggiare, giustamente, una sua vittoria che lo


lasciava perplesso, bensì il modo in cui stava affrontando tutta questa


situazione. Vero, ora lei  era a casa


sua, è stata lontana molto tempo contro la sua volontà, tornarci è stata una


liberazione ma, secondo Joe, proprio questa nuova Françoise che si sentiva così


euforica e felice, avrebbe potuto facilmente perdere il controllo. Come quando


non puoi uscire di casa per un mese, e la volta che puoi farlo, vorresti fare


mille cose tutte assieme. Stentava a riconoscerla. Ma, alla fine, cedette.







-Ok, d´accordo-







-Quindi ballerai???-







-No, ho detto che vengo con voi ma non ballerò mai, piuttosto mi taglio


un braccio! -







-Staremo a vedere bello mio. -







Si ritrovarono tutti davanti ad un ristorante, molto carino e raffinato.


Françoise presentò Joe ai suoi amici, compreso il suo ex Alain.







-Piacere Joe, io mi chiamo Janètte.-







-Ed io sono Justine... Finalmente sappiamo chi ha rubato il cuore alla


nostra Françoise.-







-EHM...  Piacere, io sono Alain.


-  La sua stretta di mano fu molto meno


calorosa delle due donne.







-Finalmente sei dei nostri, caro il mio futuro cognato! -







Esclamò Jean, che strinse la mano a Joe, Il quale avvertì uno strano


disagio ma trasalì.







Joe comunque fu molto gentile e disponibile con tutti e questo rallegrò


non poco la sua ragazza la quale, conoscendolo, non era proprio il massimo


della socialità.







-Ehi, bel biondino, badiamo di stare attento a questa donzella, intesi?


- Esclamò Cathrine, la migliore amica di Françoise.







-Accidenti quanto è bello, ma lo hai visto? - Sussurrò Justine a


Cathrine.







-Ma che ti salta in mente? -







-Niente, facevo per dire. L´avevo visto solo in foto o sui giornali ma


dal vivo è ancora meglio... E brava la nostra Fran.-







-Se lo merita, sapessi quanto ha penato per lui. -







-Ma non è gelosa? Gli girano attorno certe modelle, attrici, come fa a


stare tranquilla? -







-Si fida di lui, molto semplice. - Dopo le presentazioni entrarono nel


ristorante.







Durante la cena bevvero anche del vino. Joe, più di una volta fece cenno


a Françoise di non esagerare, sapeva che lei aveva una soglia di resistenza


all´alcool molto bassa e, vista l´occasione, fu anche tollerante ma capì che le


cose gli avrebbero potuto sfuggirli di mano. Mentre andavano alle auto le


sussurrò all´orecchio:







-Non ti sembra di avere esagerato col vino? Visto che ora andiamo a


ballare presumo ci sarà altro alcool, cerca di non esagerare ancora di più o


dopo starai male. -







-EHHH, ma quanto sei palloso!!! Stasera è la mia serata ed io voglio


spassarmela... Ma tranquillo amore mio, il dessert sarà tutto per te! -







Joe era incredulo, "ma è lei quella che sta parlando?? accidenti


all´alcool e a me che non l´ho fermata, ma come facevo, avrebbe fatto brutta


figura"







 







30 Novembre ore 22:40 in una discoteca del centro.







 







Françoise si buttò con gli altri in mezzo alla pista, rideva... Rideva e


ballava ... Dopo un’ora e mezza la musica stile latino la fece ballare anche in


maniera molto sensuale e non solo lei, anche Cathrine, Janètte e Justine, gli


amici di Jean, tutti assieme. Dopo circa due ore, e altre bevute, non smetteva


di ballare, anzi, si atteggiava anche in modo ancora più provocante. Joe se ne


stava in disparte, quasi dimenticato dal gruppo ma a lui stava bene così,


desiderava solo che lei non esagerasse troppo, ma in pista la situazione stava


"degenerando" sempre di più. "Meglio che non guardi, è molto


meglio"... Pensò.







Stanco di stare seduto da solo, si avvicinò al bancone per ordinare da


bere... Gli si avvicinò la barista, una mora bellissima dai capelli lunghi e


una fragranza tipo acqua di colonia, dall´aspetto molto curato, quasi delicata


e Joe si fece scappare un piccolo sorriso.







-Allora, che ti porto? -







-Ehm, un gin-lemon, grazie-







-Mmm, tu non hai proprio l´accento francese, mi sa-







-No, infatti, sono mezzo americano e mezzo giapponese-







-Mezzo Giapponese? non ci credo, non sei un po’ troppo alto? -







-Infatti, ho detto mezzo... L´altezza l´ho presa da mio padre che era


americano.-







-Però, sai il fatto tuo eh? -







Joe, nonostante le luci non fossero proprio limpide le concesse uno


sguardo e un sorrisetto dei suoi,  lei lo


guardò con insistenza... Per un attimo fantasticò qualcosa nella sua testa, poi


si riprese, anche perché la stavano chiamando.







Pose il bicchiere a Joe e si allontanò. Françoise in quel momento lo


guardò per un attimo, poi gli si avvicino.







-Dai, vieni a ballare. -







-No, anzi, sarà meglio se ti calmi un poco o quell´idiota che ti balla


davanti potrebbe saltarti addosso. -







-Ma che cavolo dici? Sei geloso? -







-No, solo preoccupato. -







-No, il problema è che non ti fidi! -







-Non è questo, secondo me stai esagerando! -







-Ma piantala!! Io torno là, e con te -







-Ti ho appena detto di no. Primo, non so ballare, secondo faresti meglio


a darti una calmata, sei ubriaca.-







-Senti, non ho voglia di prediche. Io torno in pista, tu fai come vuoi.-







Intanto..... poco distante....







-Arrivo subito!-







Preparò da bere al alcuni ragazzi, si girò e vide che Joe era rimasto lì


al suo posto e gli si avvicino.







-Posso chiederti una cosa? -







-Certo. -







-Non sei qui da solo... Chi era quella ragazza che ti si è avvicinata?


Il suo viso non mi è nuovo. -







-E´ la mia ragazza, e quelli sono i suoi amici. -







-Bella, complimenti, ma sembrava un po´ contrariata, o sbaglio?-







-Mah, non saprei. So solo che balla da due ore in mezzo alla pista e


quel ragazzo che le sbava dietro è il suo ex...buffo vero? -







-Io non ci trovo niente di buffo, casomai un po´ strano, quello sì. E


poi, se fossi in lei ballerei solo col proprio ragazzo.-







-Non so ballare. -







-E allora? che male c’è. -







-Ah, per me nessuno, sono sopravvissuto anni senza il ballo! -







-Comunque complimenti, è davvero una bella ragazza, però mi sembra un


po’ alticcia, dovresti andare da lei e cercare di frenarla un po’.-







-Perché dovrei? Lei si sta divertendo. E´ la sua serata, se poi ci


aggiungi che il ballo non solo le piace ma è anche il suo mestiere...-







La barista la guardò meglio ed ebbe un sussulto...







-Eccooo, chi è la tua ragazza, è la nuova étoile dell´Opéra... Che


stupida, non l´avevo riconosciuta. Era su tutti i giornali. -







-Appunto, ha faticato molto per arrivare a questo traguardo, sta


festeggiando e non voglio rovinarle la serata. -







-Mah, se lo dici tu. A me sembra che quel damerino stia allungando un


po’ troppo le mani e che tu sia preso di mira da molte donne, caro mio. -







- E poi non capisco perché siete qui, questo è un posto dove ci vengono


i singles, non i fidanzati. -







-Hanno scelto tutto loro, e, secondo loro, per festeggiare, questo era


il posto più adatto. -







-Casomai il posto giusto per rimorchiare. -







-Per ora stiamo festeggiando, niente di più. -







-Mah, ti ripeto, fossi lei mi preoccuperei più di cosa fa il suo


ragazzo-







-Si fida di me, oramai, te l´ho già detto. -







-Perché? Prima non lo faceva? -







-Beh, non sono stato proprio un santo fino a un anno fa-







-Perché? Eri infedele? O cosa? -







-Diciamo che, all´inizio, la nostra non era una vera e propria


relazione, almeno non da parte mia. Lo è diventata nell´ultimo anno. E da


allora le sono sempre stato fedele.-







-E se ti dicessi che molte donne non sarebbero contente che tu sia


diventato un bravo ragazzo, tu che mi dici? -







-Che vuoi che ti dica, non ho fatto niente di male, mi sembra. -







-Tu no ma, ma loro un po’ ne farebbero! Del resto sei un bel ragazzo,


famoso, è normale che possa accadere, specie in discoteca.-







-Allora , sai che facevo il pilota.-







-Si, sono un´appassionata di corse, ti ho riconosciuto subito, anche con


queste luci. E poi... Non sei certo il tipo che passa inosservato.-







-Grazie, troppo gentile, ma non credo di...-







-Vedi quella mora che ragiona con quei due tipi? -







-Si, e allora? -







-Prima le ho dato da bere e mi ha chiesto se ti conoscevo. -







-E tu che le hai risposto? -







-La verità, che non ti avevo mai visto. -







-E quindi? -







- Niente, visto che quelli la stavano annoiando mi ha detto


di..."non provarci con lui o ti uccido, quello deve essere mio"-







-E´ una mia amica, la conosco dai tempi del liceo, è fatta così... Mi


invidia perché secondo lei una bar-girl è avvantaggiata per fare nuove


conoscenze. -







-Ma dai, tu non ci puoi provare con i clienti, è poco professionale,


giusto? -







-Si, fino a che sono di turno sì, ma dopo...-







-Dopo? -







-Si, vabbè... Certo che anche te sei proprio ingenuo... Forse è anche


per la tua aria da innocente e tenebroso allo stesso tempo che attiri le donne.


-







-Non vuol dire niente. -







-Ah sì? Vedi quelle due bionde al tavolo di fronte un po’ appariscenti?


-







-Si, e allora? -







-Beh, farebbero volentieri una cosa a tre, scommetti? -







-Non mi interessa.-







-Comunque la tua ragazza mi sembra sempre più su di giri, non credi sia


meglio far intervenire quel suo  ragazzo


deciso e sicuro di se?-







-E per cosa? per mostrare la mia gelosia? per fare la figura del


coglione? o per farmi mandare a quel paese di fronte a tutti? NO, GRAZIE! -







-Le due biondine si stanno avvicinando... Ora sei in trappola...-







-Peggio per loro. Io me ne vado... Da solo! -







-Sei davvero un bel tipo, casomai ci ripensassi questo è il mio numero,


mi chiamo Monique... Non te lo scordare! -







-Ma sei sempre così intraprendente?-







-No, solo con chi, guardandolo negli occhi, mi trasmette delle


sensazioni positive. E tu sei uno di quelli.-







-Lo prendo come un complimento.-







-E´ un complimento!-







-Troppo gentile, grazie ma non credo che ti chiamerò. -







-Mai dire mai tesoro! -







Françoise intanto continuava a ballare senza sosta. Alain le porse un


altro cocktail e lei lo bevve quasi tutto d´un fiato.







-Ma è un pò dolciastro!- Disse Françoise con aria quasi divertita....


-Cos’è? -







-Niente, è solo un cocktail, su balliamo...- Le disse Alain.







Joe si alzò dallo sgabello dove era seduto al bancone, dette uno sguardo


verso le due ragazze e si voltò senza fare una piega. Ora aveva deciso di


intervenire, doveva raggiungere la sua donna.







Andò al centro della pista e dette uno sguardo feroce ad Alain che le


ballava davanti il quale si scostò all´istante.







-Ti sei fatta almeno altre tre bevute, non credi che possa bastare? -







-Ma nemmeno per sogno- Esclamò lei a voce alta.







-Dai, vieni, andiamo a casa... E´ tardi. -







-A casa? Ma vacci tu, io resto qui. Stasera è la mia festa ed io non


voglio che finisca.....Ma, se vuoi, vattene tu. -







-Te l´ho detto già prima, sei ubriaca! -







-E allora? Sono vivaaaaa, e ho ancora voglia di divertirmi. -







-Si, e magari, se me ne vado, finisci anche a letto col tuo ex, dato che


non ci sei più con la testa. -







Non si mosse, restò davanti a lei a guardarla, quando Françoise gli


mollò uno schiaffo....







-Vai al diavolo! -







Joe la guardò con occhi infuocati ma, data la situazione, decise di


calmarsi.....







-No, vado a prendere una boccata d´aria, e quando ritorno tu vieni via


con me, con le buone o con le cattive! -







-Ma chi ti credi di essere? Io non vengo da nessuna parte. -







-Fran, ora stai esagerando. -







-No, hai esagerato tu... Da quando siamo entrati non hai fatto altro che


fare il serio, il musone, come al tuo solito... Non sei stato di compagnia per


me, per i miei amici, mi hai messo in imbarazzo. -







-Sai benissimo che non sopporto i posti affollati. -







-Ma te lo avevo chiesto per me, e per una volta avresti dovuto


accontentarmi. -







-Ma sono qui, con voi e poi, a dirtela tutta, non è che i tuoi amici


abbiano tutta questa voglia di conoscermi. -







-Certo, hanno ragione, sei una noia mortale. -







-Ne riparliamo domani, ora esci da questa pista. -







-Ma neanche per sogno. -







-Non farmi arrabbiare, sei ubriaca, vieni via. - La prese per una


mano...







-Lasciami subito, lasciami ho detto! -







-Françoise, smettila, stai dando spettacolo. -







-No, smettila tu. -







-Fran, va a finire male. -







-Va a finire male se non mi lasci in pace. -







-Vieni via, ho detto.- La afferrò ancora, stavolta per un braccio e lei


ci mancò poco che perdesse l´equilibrio...







-Lasciami subito!- Lo sguardo di Joe era tra l´incredulo e il severo ma


si riprese e la guardò malissimo... Lei non batté ciglio.







-Ehi, non senti cosa ha detto Fran? Lasciala, ci pensiamo noi a


riportarla a casa, disse Jean. -







-Tu non ti intromettere idiota. Non vedi che è assuefatta dall´alcool? -







Gli disse Joe con uno sguardo che non prometteva niente di buono. Quello


che Joe non sapeva è che Alain, d´accordo con Jean, le aveva sciolto nel drink


mezza pasticchina di ecstasy che aveva sballato Françoise ancora di più. Probabilmente,


essendo un cyborg, quella sostanza estranea le alterava le sue cellule


celebrali in modo molto più accentuato rispetto ad un normale essere umano. Joe,


ebbe quasi un sospetto, lo sguardo di lei aveva qualcosa di strano che andava


al di là dell´alcool ma mai si sarebbe immaginato una cosa simile.







Si avvicinarono anche gli altri a placare gli animi... Poi intervenne


lei, si mise di fronte a Joe guardandolo negli occhi. Joe aveva lo sguardo


ancora più scuro del normale... Afferrò ancora Françoise per un braccio e lei


quasi gli cadde sul petto... Lo guardò, il suo sguardo era stralunato.







-Vattene via-







-Me ne vado, ma poi non dirmi che non ti avevo avvertita. -







Si voltò e si fece largo tra la gente... -Stupida! -







-Non dimentichi qualcuno? - Disse lei a voce alta? Lui tornò


indietro....







 -Prego?-







-Credevo avessi un appuntamento con la barista, magari quando stacca il


turno. Dagli sguardi che ho visto, direi che ve la intendevate a meraviglia.-







-Ma cosa dici? Ho fatto solo due chiacchere, visto che con te è


impossibile anche avvicinarsi. -







-Ma che ci posso fare io se sei un morto? Se non sai ballare? Te l´ho


detto tre volte ma tu niente-







-Io l´ho fatto per lasciarti tranquilla e goderti la serata-







-Bravo, ottima scelta, se vuoi avviarti le chiavi ce l´hai e non


portarti nessuna nel mio letto, ci siamo capiti? -







Glielo disse in malo modo, quasi con sufficienza e Joe ci rimase molto


male, non credeva alle sue orecchie... Aveva capito che lei lo aveva osservato,


ma che poteva farci se non gli piace ballare?







-Beh, sei ancora qui? Guarda che rubi spazio a chi vuole ballare! -







-Vai al diavolo Françoise! -







 ... Le sussurrò all´orecchio


tanto lei poteva sentirlo benissimo nonostante l´alcool, non si voltò più verso


di lei.







 







 







Capitolo 3







 







 







Pagò il biglietto e se ne andò verso l´uscita.







Justine, che lo vide, salutò in tutta fretta Jean e gli altri, e corse


verso la cassa. Iniziò a chiamarlo...







-Joe, ehi, Joe.-







Joe si voltò, lei gli fece cenno di aspettarlo. Lei pagò il suo


biglietto, riprese il cappotto dal guardaroba e lo raggiunse.







-Ciao... Justine, giusto? -







-Si, esatto. Non ne potevo più di restare il quel frastuono, ho un mal


di testa assurdo, ne approfitto che esci, mi vergognavo ad andarmene per prima,


sono stanca, ho voglia di tornarmene a casa. -







-Non sei una ballerina, tu? -







-Si, mi piace, ma dopo un po´ mi stufa... Torni a casa anche tu? -







-Beh si, per me è già tardi, sono le 2:30. Salvo per necessità,







non sono abituato a fare le ore piccole . -







-Accidenti, è tardissimo direi. -







-Senti, posso chiederti una cosa? -







-Certo, dimmi. -







-Potresti accompagnarmi a casa con la metropolitana? A quest´ora della


notte, se non sei in gruppo una ragazza da sola, non è una bella idea. -







-Guarda, mi hai letto nel pensiero, te lo stavo per chiedere io. -







-Grazie, sei molto gentile. -







-Visto  che la cavalleria non è


"morta e sepolta”? -







Justine sorrise... -Hai ragione, per fortuna ci sono ancora dei bravi


ragazzi in giro. -







-E anche le brave ragazze. - Puntualizzò lui.







-Posso prenderti il braccio? -







-Ma... Veramente...-







-Guarda che non ti mangio-... "anche se l´idea non mi dispiacerebbe


affatto!"







-Ok, allora andiamo. -







-Andiamo...-







Solo che lei, mentre si avvicinava a lui inciampò casualmente sul


marciapiede e finì dritta tra le sue braccia...







-Accidenti ai tacchi alti. - 







-Beh, non che tu ne avessi bisogno. -







Justine arrossì, le aveva messo le mani sul suo petto e lui la teneva


tra le sue forti braccia…. Un brivido le discese sulla schiena. Erano a pochi


centimetri l´uno dall´altra e si stavano guardando negli occhi... Lei stava


perdendosi nel suo abbraccio, sentiva il suo fisico scolpito e forte. Poi


quegli occhi scuri come la notte... Gli si avvicinò ancora di più lo baciò


sulle labbra. Lui sul momento restò un po´ così... Non sapeva cosa fare, non


voleva offenderla o umiliarla ma si staccò prima di essere tentato a rispondere


a quel bacio inatteso.







-Ecco... Io, non volevo, scusami, non so cosa mi sia preso. -







-Non fa niente, è stata una debolezza... Può succedere a tutti. -







-Si, ma io... Io sono sua amica, non avrei dovuto, maledizione!







Forse ho bevuto troppo. Che vergogna, chissà cosa penserai di me. -







-Tranquilla, è stato un momento, e poi, stai sicura che da me non saprà


niente, anche perché è la pura verità, 


non sei d’accordo? -







-Si, hai ragione... Che sciocca che sono, mi sono lasciata trasportare,


credo  abbia esagerato un po´ con


l´alcool.-







-Solo un po’? -







-Ehmm, forse qualcosa di più. -







-Dai, andiamo-







-Andiamo. - Si incamminarono tranquilli.







Intanto Jean, dopo aver recuperato la sua borsa a tracolla dal loro


tavolo per non lasciarla incustodita, era uscito  anch´egli dal locale per togliersi da quel


frastuono infernale. Appena vide Joe e Justine davanti a se, insospettito dal


loro parlottare , li aveva seguiti e, senza farsi vedere, scattò alcune foto


dei due ragazzi con la sua Polaroid ultimo modello portata in occasione della


serata proprio nel momento in cui  si


stavano dando quel tenero bacio. Si nascose e rimase a riflettere... Stava


meditando forse un brutto scherzo da fare a Joe, o cosa? Tornato dentro al


locale chiamò Janètte che lo raggiunse subito. Iniziarono a confabulare


vicini... Lui le fece vedere subito le fotografie facendo finta di essere


scioccato e arrabbiato... Poi si avvicinarono al resto della gruppo che ballava


al centro della pista e guardarono Françoise.







-Che state complottando? - Gli chiese...







Loro, guardandosi complici, misero ancora più curiosità a Françoise che


si avvicinò...







-Cosa avete da guardarmi così voi due?-







-Niente, niente, sorellina... Meglio che tu non sappia! -







-Cosa dovrei sapere??-







-Ecco... Vedi... Diciamo che stasera la nostra amica Justine ha fatto


colpo! -







-Beh, allora meglio per lei no? Ora che ci penso, è da un po’ che non la


vedo. -







-Infatti, e penso che da stasera non la rivedrai se non per prenderla a


sberle. -







-Ma cosa stai dicendo Jean? -







-Niente, niente, era così per dire. -... E continuava a guardare le foto


e poi alzò gli occhi verso di lei fingendosi preoccupato.







-Cos´hai in mano?-







-No, Fran, tranquilla, vedrai che andrà tutto bene. -







-Fammi vedere!-







-Sicura? -







-Si, sono sicura! avanti! - Le mostrò le fotografie....







-Mi dispiace tanto Fran, forse dovevo dirtelo anche prima, anche al


ristorante avevo notato qualcosa, come un gioco di sguardi tra loro. Che faccia


tosta. Certo che sono proprio degli stronzi, tutti e due... Rincarò la dose....







-Ma, veramente, non mi ero accorta di niente. O mio Dio, Joe... Ma che


diavolo... No, non può essere, ci deve essere una spiegazione. -







-Io ti credo sorellina, ma tu ne sei innamorata ma queste foto,


soprattutto questa, parla chiaro. -







-IO... Io, non ci posso credere... Joe...  Ma come ha potuto???-







-Gliel´ha farò pagare cara, sorellina, tranquilla, ci pensa il tuo


fratellone a sistemarlo per le feste, lui e quella sgualdrina che credevamo


nostra amica. Tse...! -







-Voglio andare a casa Jean.- 







-Ma la notte è ancora giovane, Fran... Divertiamoci su.-







-Ma io, veramente... Non so...-







-Suuuu, andiamoooo, balliamo, balliamo facciamolo per la nostra Fran


dissero tutti. -







-Lui non ti merita, non ti ha mai rispettata e questa sera hai avuto la


conferma... Devi aprire gli occhi Fran.- Le disse Jean







-Divertiamoci un altro po’, telo meriti cazzo, e domani penserai al da


farsi. -







-Meglio di no, ora sono sconvolta e credo che l´alcool mi abbia dato


alla testa...







Non mi reggo quasi in piedi. -







-Ti tengo io Fran.-







Le disse Alain. Lei barcollava e, ad un certo punto, stava quasi cadendo


ma Alain la prese tra le sue braccia.







 







-Tranquilla piccola, ora ci sono io, sei al sicuro. -







-Ehm... Grazie, ora puoi lasciarmi-







-Ma neanche per sogno, ti resto vicino, tieniti a me. - Lei le gettò le


braccia al collo... Non capì neanche il perché di quel gesto, forse cercava


protezione, affetto. Lui la teneva stretta, poi la portò su un divanetto, lei


appoggiò la testa sulla sua spalla e lui le sussurrò all´orecchio:







-Tranquilla, ci sono io, se vuoi piangi, piangi, sfogati, ci sono io qui


con te-







-Lo so... Ma io...-







-Rilassati, piccola, ora hai bisogno di un amico sincero ed io sono qui


per te... Andrà tutto bene, te lo prometto. -







-No che non andrà tutto bene, finché lui mi farà soffrire così


ingiustamente. -







- Non gli permetterò mai più di farti del male... Ma ora piangi, piangi


se ciò può farti stare meglio. -







-Non voglio piangere Alain, non più...-







Lui le alzò la testa, la guardò negli occhi, lei anche e poi lui


avvicinò le sue labbra alle sue, prima dolcemente, poi lui invase la sua bocca


con la lingua…" ci siamo, i giochi sono fatti..." pensò tra se e


se...







Jean guardava divertito e subdolo la scena, era tutto perfetto, stasera


qualcosa era cambiato nelle loro vite.







Iniziò a fantasticare pensieri del tipo...."La mia sorellina


tornerà finalmente col mio migliore amico così tutto tornerò come una volta,


senza lui tra i piedi.... Non l´ho mai sopportato!"







E con l´aiuto di Janètte avrebbe gettato benzina sul fuoco per far


crescere la rabbia a sua sorella. Certo dargli l´ecstasy era stato sleale.


Volevano che lei si divertisse con loro, che perdesse totalmente le sue


inibizioni.  Conosceva la gelosia e il


carattere un po´ bigotto di Joe, era sicuro che ciò gli avrebbe dato molto


fastidio.... Ci aveva indovinato in pieno.







Il bacio era sempre più intimo, ora lui iniziava ad accarezzarle le


cosce mentre le baciava il collo.







-Andiamo in un posto più tranquillo? - Le sussurrò...







-Alain, aspetta un attimo.... Forse corriamo un po´ troppo, sono


confusa... forse ho bevuto troppo... Sei stato molto carino con me ma ... Non


posso...-







-Fran, credevo di piacerti ancora un po’.-







-E mi piaci, davvero ma, in questo momento, ho bisogno di stare sola...


Siamo andati anche troppo oltre... Scusami. -







-Va bene, tranquilla, ora andiamo tutti a casa. -







"Il lupo perde il pelo ma non il vizio, caro il campione dei miei


stivali. Non mi fido di te e non meriti mia sorella. Farò in modo e maniera che


ti lasci."







Joe e Justine, intanto, erano scesi alla fermata della Madéleine, quella


più vicina a casa di lei.







-Accidenti, è stupenda questa chiesa, disse lui. -







-Si, è bellissima, e storicamente è molto importante per questa città. -







-Tu abiti qui vicino? -







-Si, è un buco di casa, due stanze appena con bagno, ma è perfetta


perché ho tutto ciò che mi occorre a portata di piede, e, soprattutto, vicino


al mio posto di lavoro... Me l´ha lasciata mio nonno in eredità, io non avrei


mai potuto permettermi una casa in questa zona. -







-Si, ti credo... Però tutti questi vicoli nei dintorni.... Non è che c´è


qualche pericolo? -







-Non propriamente, lì purtroppo ci sono le "case" dei


senzatetto, spesso anche famiglie intere... Ne conosco alcuni, non danno alcun


fastidio, anzi, sono brave persone, a parte quando si ubriacano un po’, ma fa


parte del gioco. -







-Sarà come dici tu ma preferisco accompagnarti davanti alla porta di


casa e sentire chiudere a chiave, se non ti dispiace. -







"Dispiacermi? ma per me puoi anche entrare.... Cavolo..."







-Ok padrone, farò come dice lei-... Sorrise.







Arrivarono alla porta di casa sua... C´era un po’ di silenzio ed


imbarazzo tra loro. Lei non si era mai staccata dal suo braccio, anzi, qualche


volta rafforzava la stretta, si sentiva protetta e affascinata da Joe, il quale


per altro, si era dimostrato di ottima compagnia.







-Allora io vado, è stata una passeggiata piacevole... Mi sono anche


dimenticato della litigata con lei... Ti ringrazio. -







-Sono io che ringrazio te... Ma senti, non è che vuoi entrare un attimo?


-







-No, grazie- le disse lui con garbo... -Si è fatto tardissimo, meglio


che torni a casa altrimenti…-







-Joe.- Si era già incamminato....







-Nemmeno il bacio della buonanotte? -







-Mmm, sarebbe meglio di no. -







-Peccato. Dille da parte mia che è una ragazza molto fortunata.-







-Tu dici? -







-Ehhhh si, dico, dico... A proposito... Joe.-







-Dimmi-  "ma questa proprio


non ne vuol sapere di farmi tornare a casa"







-Sincera? -







-Si, certo. -







-Sei proprio un gran bel ragazzo... E anche molto gentile! -







-Ti ringrazio, troppo gentile.... Anche tu non sei male. -







-Senti.- ... disse lui...







-Non mi va di riprendere la metropolitana, pensavo di andare a piedi a


casa di Francoise, è molto lontana, secondo te? -







-Direi di no, saranno quindici o venti minuti a piedi circa. -







-Ok, grazie, farò due passi e… Chiudi bene. -







-Come sempre. -







-Buonanotte. -







-Notte. -







Joe si incamminò... "tanto da quel che tornano da ballare


sicuramente farò prima di lei così penserò bene a cosa dirle..."







Joe ripensava a quei vicoli in cui "abitano" famiglie intere


di senzatetto, con lo sguardo intravide una stradina e decise di passarci


accanto. In lontananza intravide come dei falò accesi, c´erano i bidoni di


immondizia, casse di legno, vestiti appesi, una bicicletta... Ci si addentrò.


Ad un tratto da dietro un bidone uscì un signore non propriamente elegante che


urtò Joe.







-Pardon monsieur, excuse moi. -







-Non fa niente, è stata colpa mia, ero distratto!- Fece cenno con la


mano e stava dirigendosi verso il fuoco.







-Scusi, signore...- Joe si voltò.







-Prego, mi dica. -







-Le è caduto questo. - Era il suo portafogli.... L´uomo glielo porse


nella mano.







-Grazie mille, lei è molto gentile. -







-Si figuri, dovere. -







Joe ebbe una strana sensazione mista di stupore e dispiacere. Stava


pensando che quell´uomo vestito con due stracci addosso e un po´ maleodorante


avrebbe benissimo potuto approfittare della situazione e prendergli il


portafoglio con i soldi e carte di credito, ma non lo fece." E´ proprio


vero, la gente più onesta è quella più umile, ed io lo so bene visto che nella


povertà ci sono passato."







-Senta, non voglio offenderla, ma... Accetterebbe una ricompensa? -







-Per cosa scusi? -







-Beh, per aver recuperato il mio portafogli, logico. -







-Ma io non l´ho fatto per avere qualcosa in cambio, l´ho fatto perché mi


sembrava giusto farlo. -







Joe stava pensando a cosa dire, voleva aiutare quell´uomo, magari anche


la sua famiglia, ma non voleva che si offendesse o che pensasse che gli faceva


pena... Anche se così era, doveva trovare un modo più intelligente per ripagare


quell´uomo senza sembrare di fargli la carità.







-Senta, io non sono molto bravo con le parole ma... Lei non può neanche


immaginare il favore che mi ha fatto... Dentro il portafogli non ci sono solo i


soldi, ci sono degli indirizzi, biglietti da visita, estratti conti, carte di


credito, e c´è un bigliettino con scritto il giorno dell´appuntamento che ho


con una grossa multinazionale... Sa cosa vuol dire questo? -







-No, direi di no. -







-Glielo dico io... Lei mi ha salvato, mi creda, ed io non sono certo il


tipo che prende e non restituisce. -







-Sentiamo allora, cosa propone di fare? -







-Semplice, devo trovare un modo di ripagarla del suo gesto senza che lei


si offenda. -







-Ohhhhh, Alleluya, finalmente un ragazzo con le palle. -







-Allora accetta? -







-Si, ma non voglio i suoi soldi. -







-Ma io non pensavo minimamente di darle dei soldi. -







-Ah... Allora cosa? -







-Senta, io ho fame, in quel ristorante con tutti quei brodini non mi è


riuscito di mangiare quasi niente e se non mangio qualcosa svengo.... Che ne


dice se ci facciamo fare un mega hot-dog con tanto di patatine e salse? -







-Direi che è un ottima idea, sono anni che non ne mangio uno-







-Allora andiamo, venga con me... Qui vicino ne ho visto uno... Credo sia


aperto tutta la notte. -







-Ok, arrivo, vado a dirlo a mia moglie e prendo una sciarpa. -







-Ok, io l´aspetto qui... Senta, se vuole può portare anche lei.-







-No, è un po´ stanca e mio figlio sta dormendo, meglio se lei resta lì.


-







Ritornò con uno strano mantello e una sciarpa, con l´aria molto


compiaciuta. Si incamminarono e si trovarono davanti al chiosco, c´erano


davanti tre ragazzi i quali, appena videro Joe e il barbone assieme, fecero un


mezzo sorriso ma Joe sospettò che le parole non fossero gentilissime.







Stava per dirgli qualcosa ma l´uomo lo fermò per il braccio.







-Lasci stare, non ne vale la pena. -







-Giusto, sono solo dei cretini. -







-Due Hot-dog con patatine prego... E abbondi con le salse, disse Joe.-







L´uomo del chiosco restò un po’ così poi disse:







- Peggie, metti su due porzioni di patatine che io penso ai panini-







-Li mangiate qui? -







-No, disse l´uomo, a me potrebbe incartarle, per piacere? -







-Anche a me, disse Joe-







Joe pagò e si voltò verso il suo nuovo amico.







-Ma lei è. Shimamura, Joe Shimamura,il pilota.- Esclamò l´uomo del


chiosco...







-Ehm...Si, ok, sono io, scusi ma, abbiamo fretta. -







-Ecco, tenga. - Li consegnò i panini. Joe guardò il suo nuovo amico...







-Perché non possiamo mangiare qui? -







-Preferisco mangiare con gli altri. -







-Maledizione, che idiota che sono. -







-Cosa le prende? -







-Scusi signore, me ne faccia altri due uguali. -







-Mi sono dimenticato di sua moglie e suo figlio, mi scusi. -







-Scusarsi? ma di cosa? lei è stato anche troppo gentile...







Stanotte facciamo festa, mangiamo cibi sani... Chissà come saranno


contenti anche Raul e gli altri. -







-Raul e gli altri?  Chi sono?


-  chiese Joe.







-I nostri "vicini di casa"-...disse l´uomo







-E perchè dovrebbero essere contenti? -







-Semplice, anche loro tra poco mangeranno queste delizie. -







Joe restò un po´ perplesso, doveva immaginarsi che tra loro avrebbero


diviso tutto, il bene ed il male... Forse erano due famiglie unite che si


davano speranza ogni giorno e ogni giorno dividevano gioie e dolori...


Soprattutto dolori.







-Allora, scusi ancora... Mi correggo, ne faccia altri cinque, non due! -







-Ha moglie e figli anche il tuo amico Raul, vero? -







-Si, moglie e due figli, ma perché me lo chiede? non penserà di comprare


del cibo anche a loro? -







-Certo che sì! Ha detto due figli? -







-Scusiii, allora sono altri sei e li incarti tutti! -







Arrivarono con la "spesa" nel vicolo... Si misero a sedere in


cerchio, anche i rispettivi figli si svegliarono e mangiarono. Prima però Joe


domandò all´uomo:







-Non mi hai detto nemmeno il tuo nome? -







-Mi chiamo Pierre, e quando lo racconterò nessuno mi crederà! -







-Che cosa? -







-Che ho mangiato un hot-dog con Joe Shimamura!-







Tornarono di fretta nel vicolo, bisognava far presto, o si sarebbe tutto


freddato.







Pierre fece una voce e accorsero tutti, come se lo stessero aspettando.







-Su mangiamo, altrimenti si fredda tutto, disse Joe.-







E nel mentre mangiavano e bevevano Joe si sentiva bene...







Non si capacitava, gli presentarono le rispettive famiglie, anche i loro


figli, due quattordicenni e un diciottenne... Joe si stava sentendo come a


casa, era lì, ben accolto da tutti, considerato e ascoltato, perché c´era da


dire che il figlio maggiore di Raul lo aveva riconosciuto.







-Ma lei... Lei... E´ Joe Shimamura, l´asso del volante, due titoli


mondiali vinti su due partecipazioni... Lei è un mio mito! -







-Dai, non esageriamo, ho avuto anche molta fortuna. -







-Fortuna? Ma se fa mangiare la polvere a tutti ogni volta! -







-Faccio del mio meglio. -







-Posso darti del tu? -







-Certo, anzi, devi!-







-Chissà quante ragazze ti girano intorno... Un momento, ma tu sei


fidanzato con la prima ballerina dell´Opéra de Paris mademoiselle Françoise


Arnoul, che sciocco, siete spesso sui giornali.-







-Beh, sì, mi hai scoperto-







Joe rimase esterrefatto da tanta semplicità, gioia ed energia venuta da


semplici cose, da un panino mangiato in compagnia, intorno a un fuoco. Gli


raccontarono un po’ la loro storia, le loro disgrazie. Loro abitavano in


periferia di Parigi, in una casa bifamiliare. Una notte, un incendio forse


doloso, la distrusse completamente e rimasero senza casa e con un mutuo da


pagare. Si ritrovarono a vivere nelle loro auto. Chiesero al governo aiuti ma


senza mai ricevere risposta. La burocrazia francese era terribile. Poi, in


seguito la ciliegina sulla torta.







I due uomini facevano i trasportatori quando la ditta fallì senza pagare


loro gli stipendi arretrati e rimasero senza un soldo. Avevano chiesto altri


impieghi ma senza risultato. Le patenti erano scadute e non c´erano i soldi per


rinnovarle. Dovettero vendere le loro auto. E piano piano si ritrovarono in


strada.







Dopo fu la volta di Joe a "confessarsi". Infatti, la moglie di


Pierre, che lo aveva osservato per tutto il tempo, notò in lui un certo velo di


tristezza. In un primo momento gli fece qualche domanda di convenevoli ma piano


piano, con la sapienza e la tenerezza di una donna, gli chiese cosa non andava.


Joe, in cuor suo, non aspettava altro. Gli raccontò la loro storia, di quanto


fosse stata sofferta e della decisione di vivere a Parigi, di come questo non


l´aveva mai convinto e della litigata fatta con lei poche ore fa che l´aveva


lasciato  molta amarezza dentro di lui.







-Stasera era come se fosse un´altra persona, così diversa e distante anni


luce da me. Non si rende nemmeno  conto


che tutto quello che gli ho detto o fatto è perché l´amo.-







Gli raccontò del suo passato, e di come lei spesso non si era fidata di


lui. Si sorprese di se stesso di come stesse raccontando tutte quelle cose che


lo riguardavano, non era mai stato il classico uomo che esternava i suoi


sentimenti. Lo ascoltarono senza fiatare, e si dimostrarono molto comprensivi e


affettuosi.







Poi Joe tornò sui suoi pensieri prima del suo racconto...







"Gran brutta faccenda, pensò... Devo trovare un sistema per aiutare


queste persone!".







Non sapeva bene il motivo, ma sentiva il bisogno di dargli una mano.


Prima di salutare si voltò vero Pierre...







-Voi... Insomma, vi trovo qui casomai volessi...-







-Si, oramai questo vicolo è la nostra dimora ma, non devi sentirti in


qualche modo in dovere... Noi ce la caviamo bene, sai? -







-Non è questo... Io... Io... Insomma, non sono molto bravo con le


parole...-  L´uomo lo guardò negli


occhi...







Joe all´improvviso gli si avvicinò e l´abbracciò stretto. Pierre ci


restò un po’ così.







-Posso tornare a trovarvi? -







-Certo, vieni quando vuoi, ci troverai qui.- Gli disse con un sorriso.







Lo guardarono allontanarsi increduli, senza fare parola. Non avevano


capito se era stato un sogno o no.







Stava camminando ... Pensieroso, non solo per quella povera gente ma per


il ritorno a casa.







"Speriamo che stia già dormendo... Discutere a quest´ora della


notte... Ma anche no!"







"E poi, di che cosa dovremmo discutere? che era ubriaca? che si


stava strusciando con quell´arrapato del suo ex? O del fatto che al suo


fratellone non stia particolarmente simpatico?"







E ripensava ai senzatetto.... Forse aveva trovato una soluzione.







Pensò all´ora... Oramai era notte fonda e in giro non c´era nessuno....







"Mah si, tanto chi vuoi che se ne accorga... ACCELERAZIONE!"







Aprì la porta di casa facendo piano per non svegliarla ... ma lei non


era ancora rientrata...







Guardò l´orologio al muro della cucina... "Accidenti, sono quasi le


5:00, ma dove cavolo si sarà cacciata? Vabbè che domani nessuno lavora ma Cristo


Santo, è tardissimo".







Ad un tratto udì una macchina fermarsi nella strada davanti casa... Si


affacciò alla finestra, tanto era rimasto sveglio. Françoise scese,


accompagnata da Cathrine e Alain, Jean, era rimasto in macchina.







La ragazza la salutò e si voltò indietro, mentre lui, le teneva il volto


tra le mani e le sussurrò qualcosa all´orecchio. Con la coda dell´occhio si


accorse che Joe era alla finestra e, per niente intimorito, le diede un bacio


sulla guancia e l´abbracciò...







-Notte Fran.-







-Buonanotte anche a te. -







 







1 Dicembre, ore 5:45, appartamento di Françoise







 







Entrò in casa... Joe era ancora in piedi ancora alla finestra del


salotto.







Françoise stava letteralmente barcollando, si appoggiava dappertutto...


Forse le ci voleva una bella dormita.







Joe accese la luce ma lei protestò urlando...







-Spegni subito quella cazzo di luce... Non la sopporto. -







 







Joe accese quella in cucina che era più distante. Poi la guardò. I suoi


occhi sembravano spalancati più del normale, lo sguardo quasi perso... Lei lo


guardò aggrottando la fronte...







-Allora? Che hai da guardarmi in quel modo? -







-Niente, ti stavo aspettando... Sai che ore sono? -







-Non lo so e non mi interessa saperlo... Piuttosto, cosa ci fai già a


casa? -







-E secondo te dove dovrei essere, scusa? -







-A spassartela con... Come si chiama? Ah giusto, Justine, la ragazzina


tutta tette e con lo sguardo da innocentina!-







-Tu non sai nemmeno di cosa parli. -







-Ohhh, invece lo so eccome...-







-Ma che stai farneticando? Sei ubriaca fradicia. -







-Io non sono ubriaca, e non farnetico. -







Voleva togliersi i tacchi e manca poco che perdesse l’equilibrio.







-Vieni, ti aiuto. -







-Lasciami, non toccarmi! -







-Ma cosa ti prende? -







-Niente, ora non ho voglia di parlare, ho sonno... Me ne vado a letto ma


domani mi devi delle spiegazioni e vedi di essere convincente, altrimenti…-







-Altrimenti cosa? -







-Tra noi è finita! -







Joe rimase di sasso... Ma cosa stava dicendo? Forse era la stanchezza,


oppure l´alcool? Restò in silenzio e le fece cenno di aspettare ad andare in


camera... Entrò per primo lui con ed uscì col suo pigiama e una coperta, è


chiaro che avrebbe dormito sul divano. Lei non batté ciglio, andò in camera e


dopo poco si addormentò all´istante.







 







Capitolo 6







 







 







La mattina dopo, anche se era Sabato, si era ricordato che aveva un


appuntamento con il gigante dei cosmetici Jean Paul Gaultier, lui avrebbe


concesso la sua immagine al famoso dopobarba, come avrebbe recitato a suo tempo


lo slogan.







Avrebbe fatto volentieri a meno di andarci, aveva un gran mal di testa e


non aveva chiuso occhio.







Prima di uscire dette un´occhiata alla camera dove dormiva lei...


addirittura stava russando... "Una bella dormita è quel che le occorre per


dimenticare tutte le cazzate che mi ha detto".







Fece colazione fuori e si diresse verso la metropolitana.







L´ufficio commerciale aveva sede alla Saint Lazaire, quindi, la sua


fermata più vicina, dalla casa di Francoise era quella di Bonne Nouvelle.


Peccato che Joe, invece di prendere la direzione per la Concorde, prese la


direzione opposta e si accorse che stava facendo davvero tardi.







Non poteva certo usare il suo acceleratore e si rassegnò all´idea che


magari avrebbe potuto anche arrivare tardi all´appuntamento... "Poco


importa, tanto mi aspetteranno sicuramente. Devo decidermi ad assumere un


agente... Ma poi sono certo che mi renderebbe la vita impossibile…


Ripensandoci… No, proprio no!"







Finalmente arrivò davanti alla sede commerciale dove avrebbe dovuto


parlare direttamente col responsabile delle relazioni pubbliche, il contratto


era già pronto per essere firmato visto che si erano messi d´accordo per


telefono già da tempo. Fece per salire i gradini quando una ragazza stava


correndo via piangendo e le venne addosso.







-E non farti più vedere da queste parti... Ah, pure questa, ti scontri


anche con le persone... Che figura ci fai fare... Vattene. -







-Mi scusi signore, sono distratta... Mi scusi. -







-Ehm... Non fa niente... Ma perché stava correndo e piangendo in questo


modo?-







-Sono stata appena licenziata... Sigh, sigh ma non è colpa mia. -







-Si calmi e mi spieghi cosa le è successo... Io sto per entrare lì,


forse posso aiutarla. -







-Scusi.- Stava singhiozzando vistosamente, non riusciva a smettere...







-Non credo possa aiutarmi, ma grazie lo stesso. -







-Mi faccia provare almeno. -







-Lei non conosce il mio capo, quell´uomo che gridava, è senza cuore. -







-Come si chiama? -







-Mi chiamo Danielle. -







-Piacere, io sono Joe.-







-Ma lei è… O Gesù... Lei è il pilota... Joe Shimamura... Mi perdoni...


Che figuraccia!-







-Lei è il fidanzato di Francoise Arnoul, la prima ballerina dell´Opéra.


Vi ho visti sui giornali, in tv... Siete bellissimi, fate davvero una bella


coppia. -







-Grazie, le disse lui. -







-Lo sa? E´ buffo... E´ a causa del suo appuntamento che sono stata


licenziata! -







-Cosa? -







-E´ una storia lunga-







-Ho tutto il tempo. -







-Beh, vede, io sono separata e mio figlio stanotte è stato male, stamani


mattina avevo detto al mio ex marito che l´avrei accompagnato da lui. Io non


posseggo auto e uso i mezzi pubblici ma devo pur sempre fare due cambi per


andare da lui, solo che Lucas stamani non voleva svegliarsi, ha avuto la febbre


alta ed io ho avuto delle difficoltà con gli orari. -







-Ma, scusi, lei lo ha avvertito il suo capo? -







-Si, certo, gli ho spiegato la situazione e gli detto che avrei fatto un


po´ tardi... Sono arrivata e mi ha cacciato. -







-Che stronzo… Ora mi sente…-







-No, lasci perdere... Forse ha ragione lui, è la terza volta in un mese


che mi succede di fare tardi... Il mio ex lavora fuori Parigi ed è successo a


volte che non ce la faceva ad andare a prendere Lucas a scuola così ci andavo


io ma non è facile conciliare tutti i tempi, loro sono molto esigenti. -







-Non è comprensibile lo stesso, ognuno ha le sue esigenze e lei non lo


fa certo per divertimento, ma per necessità. -







-Questo lo so anch´io ma, vede, lei è un cliente molto importante e


stamani mattina alle 8:30 aveva appuntamento col mio capo. Lui è convinto che


lei col suo nome, avrebbe garantito profitti importanti dalla vendita dei


prodotti della linea maschile ed io avrei dovuto accoglierla, offrirgli un


caffè, diciamo metterla a suo agio ed essere a disposizione del direttore,


insomma, quello che abitualmente fa una segretaria... Per questo si è infuriato.


-







-Ma che stronzate sono! - Poi aggiunse.







-E comunque, se il problema è questo, risolviamo tutto... Adesso! -







-In che senso scusi? l´ho fatta grossa, non mi riprenderà mai a lavorare


qui... Lei non lo conosce bene come lo conosco io.







E poi ho commesso l´errore di non accettare un paio di volte un suo


invito a cena e, uno come lui, non accetta rifiuti. -







-Ma che tipo gentile! -







-Forse era meglio che avessi accettato, magari mi avrebbe concesso


un´altra possibilità. -







Joe la fulminò con lo sguardo... Poi si riprese...







-Lei si fidi di me... Venga dentro e mi aspetti fuori al suo posto di


sempre… Che ore sono ora? Mi perdoni ma non ho l´orologio... Mi sono appena


trasferito e non so nemmeno dove sia finito! -







-Sono le 9.30, perché? -







-Coraggio, entriamo...-







Entrarono... Joe fece cenno alla ragazza di aspettarlo lì e lei, vedendo


il suo sguardo molto deciso annuì.







TOC TOC...







-CHI è? -







-Signor Vincent, sono  Joe


Shimamura.-







-Shimamura??. Prego, entri pure. -







-Buongiorno. -







-Buongiorno a lei, avevo perso le speranze. -







-Si, in effetti sono un po’ in ritardo. -







-L´importante è che ora sia qui, e per noi è un piacere.-







-Il piacere è tutto mio signor Vincent. -







-Prego, mi chiami Carl. -







-Ok Carl. E lei mi chiami pure Joe.-







-Ha avuto difficoltà a trovarci? -







-Insomma, non sono molto pratico di Parigi e ho sbagliato direzione


della metropolitana. -







-Ah, vabbè, capita, se sapesse... Anche a me succede spesso. -







-Ah, buono a sapersi... Però mi risulta che, se lei arriva in ritardo,


non viene licenziato, giusto? -







-Mi scusi? -







-Beh, di là seduta alla reception c´è una splendida ragazza che mi ha


raccontato l´accaduto, soprattutto mi ha raccontato il motivo del suo ritardo e


che lei l´ha licenziata in tronco perché non avrebbe fatto il suo dovere circa


il suo appuntamento di un’ora fa, è corretto? -







-Si... Ehm, ma, io non ce l´ho mica con lei, è solo che...-







-Solo che? -







-Ehm... Niente, niente. -







-Diciamo che lei si è rifiutata un paio di volte di uscire con lei e


questo non le è andato giù.







-Sa come si chiama dalle mie parti questo tipo di rapporto?


Intimidazione!.







-Ma io... Ecco... E´ acqua passata, non pensiamoci più! -







-Mi ascolti bene, poi alla fine magari firmiamo il nostro contratto...-







-Visto che il cliente di stamattina ero IO, e che ho incontrato la


signora mentre usciva dall´ufficio, allora non si tratta di un ritardo suo, ma


mio. Quindi lei la riprende a lavorare con se, le dà un bell´aumento così lei


magari può permettersi un auto giusto giusto per non arrivare più in ritardo


e... Infine lei non la importuna più, o le giuro che la verrò a cercare...


Vede, io non le sopporto, le persone come lei ma posso accettarle, quindi lei


accetta le mie condizioni altrimenti con quel contratto può farci i coriandoli


ed usarlo a Carnevale, mi sono spiegato? -







-Perfettamente, più chiaro di così…-







-Bene, allora possiamo procedere. -







Drinnnn...







-Si?-







-Signorina, può portarci un caffè? -







-Vede, così va molto meglio... Essere gentili non è poi tanto difficile,


non le sembra?- Il caffè arrivò quasi subito.







-Lei mi piace molto Danielle, sarebbe un agente perfetto ma presumo lei


non possa girare il mondo con me. -







-Purtroppo no, le disse sorridendo, ma grazie del complimento.- Arrossì


vistosamente.







-Prego, dovere mio... E, per la cronaca, quando sorride è molto più


bella.-







Ecco, ora l´imbarazzo di lei arrivò alle stelle...







-Le serve altro, signor direttore? -







-No, grazie, cara… Puoi andare...-







" Ma da dove è spuntato quest´angelo"... Pensò tra se e se.







Joe uscì dall´ufficio del direttore e fece un cenno di saluto alla


ragazza....







-Aspetti signor Shimamura.-







Joe si voltò.... -Mi dica.-







-Tra pochi minuti ho finito, non è che potrebbe aspettarmi?-







-Certo, nel frattempo vado a prendere il giornale.-







Dieci minuti dopo tornò davanti al portone, Danielle era li che lo stava


aspettando.







-Senta, io volevo ringraziarla tanto, non sa cosa significhi per me


tenere questo lavoro. Grazie a lei non mi ha licenziata.-







-Non c´è problema, ma faccia più attenzione e, soprattutto, non ceda mai


alle pretese di quell´arrogante del suo capo.-







-Farò del mio meglio. E poi, da oggi, ho trovato chi mi protegge,


giusto?-







-Giusto, se c´è una cosa che non sopporto sono le ingiustizie.-







-Allora alla prossima, e grazie ancora Joe.-







-Alla prossima Danielle-







Il lunedì seguente Joe passò quasi l´intera giornata insieme a Pierre e


Raoul , li accompagnò alla motorizzazione civile e gli fece rinnovare ad


entrambi la patente, così per i prossimi cinque anni sarebbero stati


tranquilli. Ora si trattava di presentarsi a quell´azienda che trasportava


piante da giardino nella quale, per essere assunti, occorreva avere la patente


di tipo E,  loro ce l´avevano già ed ora


erano in piena regola. Li fece assumere mettendo una buona parola per loro. Non


amava usare il suo nome per certe cose ma...."Farò un´eccezione, che male


c´è!" Non contento si offrì di pagare sei mesi di affitto anticipato per


due appartamenti situati non proprio in centro ma in una zona ben servita della


città.







Lì ebbe un po’ da discutere, l´orgoglio è uno scoglio difficile da


scardinare ma lui fu maestro nel mascherare e rigirare la frittata. Gli spiegò


semplicemente che era molto tempo che non si sentiva cosi bene a parlare con la


gente, ad aprire se stesso con gli altri. Non lo faceva nemmeno con Francoise,


perché sapeva di angosciarla e non se la sentiva.







Quindi l´ebbe vinta lui e accettarono quella incredibile offerta. Non


volle nessun ringraziamento.







Lui sembrava molto preoccupato. Con Francoise c´era troppa tensione


nell´aria, la domenica lei era uscita con Cathrine e Joe restò solo tutto il


giorno.







-Non è facile per me, non mi da modo di spiegarmi, non vuole nemmeno


ascoltare ciò che ho da dirle.-







La moglie di Raul gli disse queste parole:







-Io non la conosco, né avrò mai il piacere di farlo ma se avessi


occasione le direi solo questo: di persone come Joe, al mondo si contano sulle


dita di una mano, spero si renda conto dell´enorme fortuna che ha accanto-.







Joe una sera le disse di quell´incontro casuale, del portafoglio


restituito, e dell´amicizia repentina con quei senzatetto. Lei si mise a ridere


in maniera molto sgarbata e lo insultò.







-Complimenti per la fantasia, mascherare un tradimento con un´opera di


carità non è da tutti. -







"Come volevasi dimostrare non mi credi, del resto, come faccio a


dirti che dei perfetti sconosciuti mi fanno sentire apprezzato, capito,


accolto, senza chiedere niente in cambio, e sicuramente non mi insultano come


stai facendo tu".







 







 







10 Dicembre , Champs Elysées ore 10:30







 







Joe era arrivato fino a l’Arc de Triomphe e stava tornando indietro. Si


ferma all´edicola a prendere Le Monde, L´Equipe ed il Nihon Shinbun. Ad un


tratto....







-Scusi lei, signor Shimamura, cosa ci fa da queste parti?-







Joe si voltò....-Danielle, che sorpresa. Ma non dovresti essere al


lavoro?-







-Oggi giornata libera, e sono sola soletta, dato che Lucas è a scuola e


poi va dal padre.-







-Ci dedichiamo alla pazza gioia, eh?-







-Si, oggi si. E se trovo qualche occasione, faccio anche un po´ di


shopping.-







-Si, dicono che è rilassante.-







-Lo è, soprattutto se hai molti soldi da spendere.-







-Guarda, te lo dice uno che è molto ricco: non è quella gran cosa che


pensi tu, specie quando non stai bene con te stesso.-







- Va bene, ricevuto. A proposito, vorrei approfittare di questa


fortunata coincidenza per offrirle un caffè.-







-Ma veramente, non so se è il caso. Dovrei tornare a casa.-







-La prego, solo un caffè, per ringraziarla del suo aiuto.-







-Va bene, vada per il caffè.- "Dopo tutto che male c´è".







Danielle era il tipo di ragazza che a Joe piaceva moltissimo: otre ad


essere molto bella, era brillante, con un bellissimo sorriso e con due


lunghissime trecce bionde che le arrivavano quasi al fondoschiena.







Quando uscirono dal bar Joe sembrava più sereno, forse la frizzante


simpatia di Danielle gli aveva fatto dimenticare per un momento tutti i


problemi con Françoise.







-Allora.... Ci vediamo in giro, Joe.-







-Magari al prossimo rinnovo del contratto col suo capo.-







-Accidenti, così tardi?-







-Beh, non te l´ho detto ma non credo di restare a Parigi ancora per


molto.-







-Perché, cosa è successo?-







-Ho dei problemi con la mia ragazza, e visto che abito a casa sua, credo


che ne andrò.-







-Perché, cosa è successo?-







-Mah, ancora non ci vedo chiaro, so solo che mi odia e non capisco il


motivo.-







-Allora chiaritevi.-







-Fosse facile, non me lo permette.-







-Non voglio entrare nelle vostre faccende personali ma, dal modo in cui


lo dici, si capisce che tieni molto a lei.-







Joe annuì.... Parlarono a lungo di lei e Joe si sfogò un po’, del resto,


lui era solo e salvo quando sentiva Jet o Albert, non aveva nessuno con cui


parlare. Per questo parlò a lungo con Danielle, ascoltando anche alcuni suoi


consigli.







-Sarebbe un peccato veder finire una storia importante per non esservi


chiariti tra voi, te lo dico per esperienza. Tu l´ami, vero Joe?-







-Si, ma inizio ad averne abbastanza di essere accusato ingiustamente.


Per questo voglio andar via da casa sua, magari le darò modo di riflettere.-







-Hai ragione, forse, a questo punto, è la miglior cosa da fare.-







-Lo credo anch´io.-







-Quindi questo è quasi un addio.-







-Temo di si.-







-E´ proprio vero che spesso le persone non si rendono conto della


fortuna che hanno, e quando la tua ragazza se ne renderà conto, spero per lei


non sia troppo tardi.-







-Lo spero anch´io.-







-Joe, posso darti un abbraccio?-







-Ma dai, mi stai davvero chiedendo il permesso ?-







-Beh, sai, qualche paparazzo potrebbe....-







-E chi vuoi che mi riconosca!-







Si abbracciarono affettuosamente e a lungo, come se fosse un addio tra


due grandi amici. Lei lo baciò dolcemente su entrambe le guance e a Joe scappò


un piccolo sorriso. Si salutarono, forse sarebbe stata l´ultima volta che si


sarebbero visti. Del resto Joe aveva un senso di giustizia molto radicato che


lo ha sempre accompagnato, quello che gli stava accadendo, per lui era


semplicemente assurdo! [Mai sottovalutare i paparazzi, alcuni venderebbero la


loro madre per uno scoop].







Il piano di Jean per far rimettere sua sorella col suo miglior amico non


poteva che andare meglio.







E il timore di Danielle dei paparazzi presto diventò realtà.







Un ragazzo, ex compagno di liceo di Jean e Alain, d´accordo con loro nel


volergli giocare un brutto tiro, aveva seguito Joe da casa di Françoise fino al


Grand Arc e aveva atteso pazientemente l´occasione giusta. Erano giorni che lo


seguiva senza dare nell´occhio, del resto, era il suo lavoro mirare ad una


celebrità per poi immortalarla con gli scatti giusti.







Seguì i due fino all´entrata del bar e scattò diverse foto di nascosto


di quella scena innocente ma che, con un po´ di immaginazione e parole giuste,


poteva trasformarsi un uno scandalo.







Era un accordo fatto in gran segreto in cui ognuno ci avrebbe guadagnato


qualcosa. Era un pedinamento a tutti gli effetti ai danni di Joe. Bastava solo


aver pazienza e cogliere l´attimo giusto. Jean istruì i suoi amici molto bene.


Conosceva un po´ Joe, le sue abitudini. Aveva sempre avuto un enorme successo


con le donne e la situazione con Françoise era sempre più pessima,  era la condizione ideale per fargli


commettere un errore, o magari lo avrebbe commesso lui stesso senza bisogno di


aiuto. In quello stato  avrebbe abbassato


molto più facilmente le sue difese, con la persona giusta, s´intende. E quel


giorno la fortuna venne in soccorso dei tre amici.







 Il risultato fu  triplice: il paparazzo ottenne   il suo scoop, Alain sarebbe pian piano


tornato nelle grazie della sua ex e Jean, che era sempre stato molto invidioso


di Joe, avrebbe avuto la sua soddisfazione personale nel voler distruggere la


sua immagine. La notizia uscì il giorno dopo sia su sia  su un noto giornale scandalistico di Parigi,


con tanto di foto dell´abbraccio e trafiletto a tutta pagina...







"Il noto campione e prossimo pilota della Ferrari Joe Shimamura,


fidanzato di Françoise Arnoul, non perde occasione per ribadire la sua fama di


rubacuori e viene colto sul fatto mentre abbraccia teneramente una sconosciuta


in pieno centro di Parigi. Sarà la fine della storia con la nostra amata étoile


de l´Opéra?"







 







 







11 Dicembre ore 9:30, all´entrata dal teatro







 







Françoise, insieme a Cathrine stavano entrando per le consuete prove


teatrali.... Ad un tratto suo fratello.....







-Jean, che piacere. Ma cosa ci fai qui?-







-Non è una visita di piacere, Fran.-







-Che succede? Perché mi guardi con quell´espressione seria?-







-Prima di salire sul palco voglio che tu veda questo.-







-Cos´è? Le monde? E cosa dovrei vedere?-







-In prima pagina.-







Françoise notò subito il titolo a caratteri cubitali in alto a destra


della pagina e sbiancò in viso....







Un misto di stupore, rabbia e disperazione le riempì il volto....







-Ma... Questo... Non è possibile! Ma come ha potuto farlo? Ma è impazzito?


Vuole distruggermi? Umiliarmi?-







-Françoise, calmati, ci sarà sicuramente una spiegazione.- Esclamò


Cathrine...







-Ma quale spiegazione, è un bastardo e un vigliacco, non cambierà mai.


Ma ora basta, basta così. Lo butto fuori di casa.-







-Fran, calmati, sei troppo agitata, non commettere sciocchezze.-







-No, invece fa bene a sfogarsi.-







-Piantala Jean, così non l´aiuti!-







-No, mio fratello ha ragione, devo risolvere questa faccenda e cacciarlo


fuori dalla mia vita. Così è troppo. Deve andarsene.... Ma come ha potuto farmi


questo?-







Il pianto era sempre più intenso e Cathrine l´abbracciò stretta.







L´amica cercò di consolarla e le disse di non essere frettolosa nel


giudicare, secondo lei Joe l´amava moltissimo e che ci sarebbe stata una


spiegazione per tutto questo.







-Oggi niente prove, parlerò io con Carlos e Luis, tu vai a casa con Jean


e non commettere imprudenze.-







-Va bene Cath, meno male che ci sei te amica mia.-







-Si, ma resta calma, promettimelo, ne va della tua salute mentale.-







Ma Françoise non volle sentire ragioni. La sera, si ritrovarono a casa.


Silenzio tombale... Poi Joe si fece coraggio.







Bussò alla sua porta...-Françoise, apri. - Lei aprì a metà.







-Cosa vuoi? -







-Senti, io non ce la faccio più, dobbiamo parlare e riuscirci senza


litigare o offenderci. -







-Non c´è più niente di cui dobbiamo parlare, è finita, rassegnati...


Finisci i tuoi stupidi spot e tornatene a Montecarlo. -







-Perché mi tratti così? -







-Perché, come ti tratterei? -







-Come un mostro, come un estraneo. -







-E´ quello che sei ora... Per me. -







-Fran..-







-No, basta... E´ finita dimenticami come io dimenticherò te. -







-Non ho fatto niente, e tu non mi credi. -







-No, non ti credo, non ti credo per quel bacio che ti sei dato con


Justine e con l´altra ragazza… Mi fai schifo.-







-Quale altra ragazza? Non c´è nessuna, quante volte te lo devo ripetere?


-







-Allora guarda questo, così ti rinfreschi la memoria.-







Françoise gettò letteralmente in faccia a Joe Le Monde...







-Cosa dovrei vedere?-







-Non hai bisogno di sfogliare, guarda bene.-







Joe non credeva ai suoi occhi....







-Ma lei.... Questa cosa.... E´ una farsa, una montatura, non è successo


niente, perché non vuoi credermi? Ci siamo solo salutati perché le ho detto che


probabilmente non ci saremmo rivisti visto con te era meglio allontanarsi un


po’. Lei lavora per quell´azienda di cosmetici dove sono andato per quegli


spot.-







-Sei un bastardo. Vuoi rovinare la mia immagine, non ti perdonerò mai.-







-Guarda che hai frainteso, le cose non stanno così... Danielle è solo


un’amica. -







-Ah, si chiama Danielle, un’amica, ma come siamo intimi Joe.-







-Va bene, tanto quando fai così ogni cosa che dico la prendi al


contrario… Ci rinuncio! -







-E´ quello che stai facendo già da settimane. -







-In che senso, scusa? -







-Sei solo uno stronzo, un vigliacco, lo sei sempre stato… E non sono


solo le foto che ho visto, ma tutto il resto... Voglio che te ne vai da casa


mia, adesso!-







-Ma non ho fatto niente di male, te lo giuro. Quella sera la tua amica,


Justine, era solo stanca e visto che non era il caso di lasciarla andare da


sola, ha approfittato del fatto che me ne stavo andando anch´io... Del resto


non mi hai dato motivo di restare in quel locale, mi pare. -







-Cosa vorresti insinuare? -







-Niente, che ballavi allegra, che il tuo ex ti si strofinava arrapato e


che il tuo caro fratellino casualmente ha fatto quelle foto. Non bastavano


quelle fatte al ristorante?







-Lascia fuori Jean e Alain da questa storia, la colpa è solo tua. -







-Io non ti ho mai mentito... Ho smesso anche di mentire a me stesso per


merito tuo, cosa che invece stai facendo tu! -







-E su cosa mi mentirei, scusa? -







-A te stessa. Ascolti tutti tranne me, che sono il tuo ragazzo, anzi, a


questo punto ERO. E´ tutto preparato, lo so. Vogliono farti rimettere assieme


al tuo ex, probabilmente non mi possono soffrire... A proposito... Non ci hai fatto


niente dopo? Sai, da ubriaca, pensando all´intimità che c´era tra voi ai tempi


della scuola, qualche pensierino peccaminoso... O no? -Le disse con tono di


sfida ma severo...







"Hai ragione, ma è stato solo un bacio, un momento di debolezza e


ora non ti è dato saperlo!"







-Anche se fosse accaduto a te non deve interessare più... Me ne hai


fatte passare di molto peggio e tu lo sai.-







-Allora che facciamo? -







-E´ finita, Joe... Voglio che tu te ne vada. Sai benissimo che ti ho


fatto restare solo per non dare un dispiacere a mia madre che ti è molto


affezionata, non per farti fare la bella vita. Ma ora anche lei sa che razza di


meschino sei realmente.-







-Non merito niente di tutto questo.-







-Infatti, meriteresti di peggio. E ora vattene dalla mia vita.-







-Ed è quello che farò. Faccio subito la valigia. -







-Io vado a mangiare qualcosa fuori, chiudi quando esci. -







-Sarà fatto, non preoccuparti. -







-Addio Joe.-







-Au revoir, Françoise.-







Lei lo guardò perplessa.







-Hai sentito quel che ti ho detto? -







-Si, e ti ho anche risposto. Ora se non ti dispiace voglio togliere il


disturbo. -







Lei se ne andò sbattendo la porta. "Stavolta è finita sul serio...


Non voglio vederlo mai più... La mia vita senza di lui sarà migliore". Gli


occhi stavano per riempirsi di lacrime.







Scoppiò in un pianto che non pareva aver fine, era delusa, sconsolata,


arrabbiata ma anche perplessa... C´era qualcosa che non le tornava in tutta


questa storia ma era troppo provata e fuori di se per pensare... Credeva di


aver già sofferto tanto, non si aspettava una cosa del genere. Dal canto suo


Joe, era a pezzi, non si capacitava... Era convinto di non aver fatto niente di


male e stentava a riconoscerla.







"Possibile che lei fino a questo momento si sia tenuta tutto dentro


e che ad un tratto, sentendosi più protetta da chi la circondava, mi avesse


messo di fronte a tutti i miei errori? Che sia stato un pretesto per vendicarsi


di me? Del male che le avevo fatto in passato? Dov´è la mia dolce Fran, quella


che mi perdonava tutto e che mi aspettava per un abbraccio, un bacio, una


carezza? Che si fosse svegliata e che avesse realizzato che non mi voleva più


come suo ragazzo nella sua Parigi? A casa sua?"







Sentiva che i dubbi, le paure, stavano ritornando. Joe era fatto così,


bastava un niente per farlo ripiombare nelle sue ombre, dai suoi fantasmi.


"Devo scuotermi, pensare solo ai miei impegni in questa città, dopo me ne


andrò... Per sempre."







I giorni successivi Joe dormì in un albergo vicino al centro, aveva


altre questioni e impegni con gli sponsor di cui occuparsi. Aveva già


programmato di tornare a Montecarlo ma, prima di questo, aveva deciso di fare


un po´ il turista. Non che non l´avesse mai fatto, ma sentiva il bisogno di


girare Parigi da solo, con i suoi pensieri. Forse sperava che, osservando ancora  meglio da vicino quella città di cui lei ne


andava così fiera, avesse avuto le risposte a quel comportamento così assurdo


di lei nei suoi confronti. Il Louvre, la Senne, Notre Dame, fino ad arrivare


alla Tour Eiffel. Qui Joe si soffermò più del solito. Ammirava quella imponente


costruzione restando fermo immobile.







"Mi sembra di vedere la mia Torre di Tokyo, quanti


ricordi...."







Era talmente assorto dei suoi pensieri che non si accorse di una persona


la quale, mentre si stava avvicinando, pronunciava il suo nome.







-Joe.-







-Cathrine, che piacere.-







-Cosa ci fai da queste parti?-







-Il turista.-







-Niente lavoro oggi?-







-No, nessun impegno.-







-Dove alloggi ora?-







-In un albergo nei pressi di Montmartre.-







-Il quartiere degli artisti, ottima scelta.-







-In realtà mi restò molto impresso la prima volta che lo visitai assieme


a Françoise, durante una delle nostre missioni. Dovresti ricordartela bene


anche tu.-







-Accidenti se me la ricordo. Salvaste tutti quei giovani scienziati


rapiti da quell´organizzazione criminale, compreso il mio attuale fidanzato!


Ancora non ho capito bene come avete fatto.-







-Meglio che tu non lo sappia.-







-A parte la torre cos´altro hai visto oggi?-







-Il Louvre... Per la quarta volta e la cattedrale. Vorrei vedere anche


il museo di Vincent Van Gogh, uno dei miei pittori preferiti. Forse domani, o


un´altra volta, chissà.-







-Joe... Perché?- Gli chiese guardandolo seria.







-Verità?-







-Si.-







-Non lo so nemmeno io.-







-Dimmi che quel che è successo non dipende da te, che è tutto uno


stupido scherzo.-







-E´ una specie di congiura ai miei danni a cui io non ho potuto porre


rimedio. Fosse stata una missione mortale forse ne sarei uscito vincitore.-







-Quindi hai smesso di lottare? Te ne vai così?-







-Non riesco a combattere per un qualcosa che ho imparato solo da poco


tempo a conoscere.-







-Cioè?-







-La nuova lei Cathrine.... - La guardava negli occhi con tristezza e lei lo fissava a


sua volta...







-Ho capito Joe.-







-Fortuna che qualcuno ci riesce, ultimamente non mi capita molto


spesso.-







-Non so cosa fare per tentare di dissuaderti.-







-Non ho trovato nessun motivo per restare qui. Amo questa città ma  non sono corrisposto come vorrei.-







-Vuoi che tenti di riparlare con lei?-







-Sarebbe inutile, è un´altra persona da quando è tornata. Temo non


tornerà quella di cui mi ero innamorato. Ma forse la vera Françoise è questa di


adesso, quella che ha ritrovato il suo mondo ed io non sono nessuno per


impedirgli di vivere la sua vita.-







-Sei troppo severo con te stesso.-







-No, sono solo realista.-







-Comunque su una cosa di te Françoise ha sicuramente ragione.-







-Sarebbe?-







-Tu non hai bisogno della parole per esprimere ciò che pensi.-







-E´ un complimento?-







-Una specie.-







-Grazie.-







-E´ una sciocca, non sa cosa sta buttando via.-







-A questo punto non importa, spero solo sia felice.-







-Quando parti?-







-Tra due giorni.-







-Allora... Fa buon viaggio e in bocca al lupo per la tua carriera da


pilota.-







Cathrine, di istinto, lo abbracciò e Joe ricambiò il suo abbraccio.  "Accidenti che buon profumo che hai


Joe!"







-Merci beacoup... Au revoir Cathrine.-







-Au revoir Joe.-







 







19 Dicembre, appartamento di Françoise







 







Toc Toc toc...







-Fran....Ehi Fran... Sei in casa?-







-Si, ma potevi suonare.-







-Stai uscendo?-







-Si, vedo Alain nel pomeriggio, andiamo per negozi. Qualche regalino di


Natale.-







-Brava, ottima idea.-







-C´è qualcos´altro? Perché non sei con Philippe?-







-In realtà volevo fare due chiacchere con te.-







-A proposito di che cosa?-







-Di lui.-







Françoise restò un attimo in silenzio a guardarla, non capiva il perché


di quella visita e soprattutto il motivo per cui avessero dovuto affrontare di


nuovo l´argomento, visto che ne avevano parlato già a sufficienza...







-Non credo ci sia da aggiungere altro.-







-Tu credi?-







-Sono sicura.-







-Domani torna a Montecarlo.-







-Sei venuta per dirmi questo?-







-Non solo.-







-E cos´altro c´è da dire secondo te?-







-Vediamo.... Che sei stata avventata e che sei una stupida?-







-Tu non sai, e non potrai mai sapere.-







-Io so solo che stai buttando al vento l´amore della tua vita.-







-Quindi.... Fammi capire. Lo hai incontrato e ti ha detto di amarmi, ho


ragione?-







-No, non mi ha detto niente di tutto questo. Non importava che lo


facesse.-







-E allora cosa?-







-L´ho visto ieri, davanti alla torre Eiffel, era lì immobile che la


stava fissando.-







-Si, questo è verosimile. Me l´ho ha detto tante volte che gli ricorda


la torre di Tokyo. Poi cos´altro?-







-Mi ha detto solo di non essere stato ben accolto da questa città che


lui ama tanto. Il resto me lo hanno detto i suoi occhi. Del resto me lo hai


sempre ripetuto tu che Joe non ha bisogno delle parole per dire ogni cosa. Io


sono sempre stata restia nel crederti ma, dopo ieri, ne sono convinta al 100%.-







-Cath... Sei ingiusta.-







-No, lo faccio solo perché ti voglio bene.-







-Lo so, ma tante cose del nostro passato non le conosci ed io voglio


dimenticare ogni cosa. Voglio vivere la mia vita e, per farlo, ho bisogno solo


di certezze, cosa che lui non mi ha mai dato, almeno non completamente.-







-Come vuoi. Allora buona passeggiata. Salutami Alain.-







-Ok, grazie.-







-Ciao Fran.-







 







 







Capitolo 7







 







20 Dicembre, ore 10:25 aeroporto Charles De Gaulle







 







L´aereo per Nizza partì in perfetto orario... "Non vedo l´ora di


raggiungere la mia casa a Montecarlo. Resterò un po’ di tempo lì a rilassarmi,


ne ho proprio bisogno. Peccato non aver salutato i miei nuovi amici... Mi


mancheranno... Forse un giorno potrei andare a trovarli".







 







25 dicembre ore 23:50 Appartamento di Françoise







 







-Finalmente a casa, i miei stasera avevano una chiacchera. Ti sei


annoiato?-







-Ma no, è normale. Comunque tua madre cucina proprio bene. Devo


ricordarmi di farmi scrivere quella sua ricetta delle lasagne al forno.-







-Mi fa piacere che sei stato bene, sai, sono un po´ particolari.-







-Sono brave persone, ma questo lo sapevo già.-







-Si è fatto tardi, sono stanca, io andrei a letto.-







-Non mi fai restare qui?-







-Stasera preferisco di no, se non ti dispiace.-







-Va bene, come vuoi. Ci vediamo domani?-







-Certo, ti chiamo appena mi sveglio.-







-Ok, notte.-







-Notte.- Alain se ne andò un po´ dispiaciuto ma anche soddisfatto.







Era stato dai suoi tutto il giorno, era un buon segnale per il proseguo


della loro storia.







Françoise spense la luce in cucina , poi nel salotto. Si accorse di


avere dei messaggi nella segreteria dalla spia luminosa intermittente


sull´apparecchio.







"Lei ha dodici nuovi messaggi". Molti di essi erano auguri dei


ragazzi, Albert, Jet, Bretagna, Chang, Punma, Jeronimo.







Il dottor Gilmoure e Ivan le avevano telefonato la mattina presto.


Alcuni messaggi di amici poi qualche messaggio senza nessuna voce.... Il primo,


il secondo, il terzo, poi arrivò l´ultimo....







 







"Buon natale Françoise. So che non vuoi nemmeno sentirmi ma so da


sempre quanto il Natale significa per te. Spero tu sia sempre felice e che tu


possa realizzare tutti i tuoi sogni."







"Joe." Gli venne l´istinto di prendere il telefono e di


chiamarlo...







"Avrei voglia di sentirti, ma ho paura della nostra reazione".







Non sapeva cosa fare e non si dava pace. Avrebbe fatto bene a


risentirlo? O le avrebbe suscitato emozioni a cui non era pronta in quel


momento?







Abbandonò l´idea e se ne andò a dormire, ma non fu un sonno come gli


altri, bensì molto più agitato.







 







01 Gennaio 1972, ore 10:00, a casa Arnoul







 







-Françoise, mi dai una mano a sbucciare le patate?-







-Arrivo mamma.- Iniziarono a chiacchierare del più e del meno.







Ad un certo punto Anne cambiò discorso...







-Come va con Alain?-







-Bene mamma, perché?-







-Non so, non siete insieme... Mi chiedevo.-







-Non stava bene e poi avevo voglia di stare un po´ da sola con voi.-







-E di questo ti ringraziamo, saremmo stati davvero soli, visto che Jean


è a sciare con la sua ragazza.-







-Ma tu come stai?-







-Perché me lo domandi?-







-Così.-







-Hai più sentito Joe?-







-Non esattamente.-







-In che senso, nemmeno per Natale?-







-Si, mi ha lasciato un messaggio in segreteria facendomi gli auguri.-







-Ah,ti ha chiamato lui!-







-Si.-







-Gentile.-







-Si.-







-Nient´altro?-







-No. E non ho voglia di parlarne.-







-Come vuoi. Ma non ci sarebbe stato niente di male se tu lo avessi


chiamato per fargli gli auguri.-







-Cosa vuoi dire, mamma?-







-Tu con chi l´hai passato il Natale?-







-Con voi, ma... Dove vuoi arrivare mamma.-







-Secondo te lui con chi l´ha passato il Natale?-







Françoise si sentì gelare le vene, non aveva pensato minimamente che Joe


era completamente solo il giorno di Natale, forse non aveva nemmeno pranzato.


Un magone allo stomaco si sentì crescere dentro sempre di più.







-Forse da solo, a lui quel giorno gli ha sempre fatto tristezza, salvo


qualche rara volta.-







-Tra quelle rare volte c´eri tu con lui? Pensaci Françoise. Forse sarà


il mostro che tutti dipingete, o







forse no, a me fa tenerezza ugualmente, chiamalo istinto di mamma, che


lui non ha mai avuto.-







"Come al solito hai ragione, mamma. Sono stata una perfetta


egoista, avrei dovuto chiamarlo, maledizione!"







Ad inizio anno il presidente Enzo Ferrari, dette disposizioni per far


venire Joe a Maranello, per iniziare il collaudo della nuova monoposto fino a


inizio del nuovo campionato, fissato per il 23 Gennaio in Argentina.







Tutta la scuderia al completo si accorse di quanto era già più veloce


dei piloti della scuderia attualmente sotto contratto. 







-Vorrà dire che il nostro Chris Amon farà il sostituto come terzo


pilota.- Disse il presidente d´accordo con tutto lo staff tecnico.







E arrivò il fatidico primo Gran Premio, a Buenos Aires.







Si notò già all´inizio che Joe, in pista, era di una spanna  abbondante sopra tutti gli altri.







Vinse così il suo primo Gran Premio.







Fu un´ovazione, il pubblico era in delirio e i giornali sportivi e non,


gli intitolarono foto e trafiletti interi.







 







23 Gennaio 1972, ore 20:00 in un albergo a Buenos Aires.







 







"Non so cosa fare, se chiamarla o no, forse sarebbe meglio se le


lascio solo un messaggio in segreteria. Ma devo chiamarla, l´ho sempre fatto da


quando l´ho conosciuta e mi sento di farlo anche se le cose tra noi sono andate


male".







"E se mi risponde? Cosa le dico? No, a quest´ora starà dormendo,


oppure...." Compose il numero....







tuuu, tuuu, tuuu, tuuu, tuuu...







-Pronto?-







......







-Pronto?-







.......







-Ma chi è?!?-







-Io... Ecco.... Volevo solo farti gli auguri di buon compleanno....


Tanti auguri Françoise.-







-Joe... Sei tu?-







-Si, sono io non voglio trattenerti. 


Di nuovo tanti auguri.-







-Aspetta... Ma... Sei in Argentina.... Come....-







-Spero di aver calcolato bene la differenza di fuso orario...-







-E´ mezzanotte in punto Joe, non mi aspettavo la tua chiamata.-  Le scappò 


un sorriso...







-Lo so, forse non dovevo. Perdonami se ti ho disturbata.-







-Non mi hai affatto disturbata, sono sola e sono sveglia. Come stai?-







-Me la cavo... E tu?-







-Sempre impegnata, lo sai. Ah, complimenti per la tua vittoria.-







-Grazie, tutto bene con le prove?-







-Si, alla grande.-







-Bene, sono contento, te lo meriti.-







-Joe. Mi dispiace... Sai... Per Natale.-







-Anche a me... Devo andare.- Silenzio....







-Joe... Che succede?-







-E´ un tuono quello che ho sentito?-







-Si, fuori c´è un gran temporale.-







-Ecco perché non dormi.-







-La mia fobia, te lo ricordi.- Silenzio....







-Peccato che... Buonanotte Françoise, e di nuovo tanti auguri.-







-Peccato cosa? Dimmi...-







-Niente. Scusa se ti ho chiamata così tardi.-







-Joe, peccato... Volevi dire che con i tuoni c´eri sempre tu ad


abbracciarmi?-







-Devo andare. Oyasumi Françoise.-







-Joe...-







Riagganciò la cornetta.







 







"Bonne nuit Joe.Dopo Natale, anche per il mio compleanno... Ti sei


ricordato anche che ho paura dei tuoni... Joe, ma cosa succede? Sembrava quasi


tu avessi fretta di riagganciare, è così? Perchè mi hai detto addio?...


Joe."







 







-Pronto?-







-Tanti auguri vecchietto.-







-Joe, sono le 9 di mattina, che è successo?-







-Non mi dica che stava dormendo?-







-Certo che si, 001 stanotte ha chiacchierato fino alle 4:00.-







-Dottor Gilmoure. Come sta?-







-Bene, non posso dire lo stesso di te da quel che leggo sui giornali...


A parte la vittoria in Argentina. Che hai combinato con Françoise?-







-Il bello è questo, assolutamente niente.-







-Non ti credo. E se l´hai fatta soffrire di nuovo, vengo lì e ti smonto


pezzo per pezzo.-







-No, dottore. Questa volta è diverso, magari fosse così semplice.-







-Mmm, sei troppo serio, mi sa che mi stai dicendo la verità.-







-Si dottore. E´ così. Appena posso le spiegherò meglio, promesso.-







-Va bene, ci conto.-







-Devo andare, mi saluti Ivan.-







-Lo farò. Stammi bene ragazzo... E non mollare... Con lei. Vi voglio


bene come se foste figli miei e un padre si accorge quando due persone sono


fatte l´una per l´altra.-







-Grazie. Farò del mio meglio.-







-A presto.-







-A presto.-







 







 







CAPITOLO 8







 







16 Febbraio, ore 15:30, dopo le prove al teatro.







 







-Oggi ti ho vista davvero in forma Cath.-







-Beh, è logico, ne avevo una gran voglia di tornare a danzare.-







-Certo, stare ferma per più di due settimane non è il massimo.-







-Maledetta influenza, tutti gli anni, di questo periodo, devo beccarla!-







-Per fortuna io godo di ottima salute.-







-Beata te, io ho il raffreddore perenne fino all´inizio dell´estate,


ogni anno!-







-Ti ci vuole il tuo bel Philippe accanto, vedrai che ti passa tutto.-







-Magari, starà via per tre settimane, con tutti quei convegni di


cervelloni negli Stati Uniti.-







-Allora un bel ragazzo che ti faccia la corte. Questo si che ti darebbe


un bel po´ di carica.-







-Magari, per te è facile parlare, dietro hai la fila di spasimanti!-







-Esagerata.-







-Non esagero affatto.... Ripensandoci, tra voi due, era proprio una


bella gara!-







-A cosa ti riferisci?-







-Ehm.... Niente, non farci caso.-







-Cath!-







-Va bene, ho fatto una gaffe, pardon mademoiselle Arnoul!-







-Non so se perdonarti, non fai che parlarmi di Joe con una scusa o con


un´altra.-







-La mia è solo curiosità. E poi è bello parlare tra amiche di uomini,


non credi anche tu?-







-E va bene... Mi arrendo! Cosa vuoi sapere?-







-Che eravate una coppia bellissima nessuno lo ha mai messo in dubbio.


Quel che mi rende curiosa è sapere chi, tra voi due, era il più geloso.-







-Sicuramente lui, è sempre stato un geloso cronico, insieme a tanti


altri difetti che non sto ad elencarti. Ma anch´io lo ero moltissimo di lui,


anche se non lo davo a vedere.-







-E come avete gestito questa faccenda? Considerando anche il fatto che,


oltre ad un bell´aspetto, lui era già famoso da un po´.-






-Si, in effetti lui ha sempre avuto molto successo con le donne, e per


l´assurdo senza mai muovere un dito.-







-Si, ma anche tu potresti benissimo averli tutti ai tuoi piedi se solo


lo volessi.-







-Non è la stessa cosa. Lui, ad esempio, mi ha sempre detto che di me gli


piace tutto...  L´aspetto fisico, certo,


ma anche ogni cosa che faccio, quando sorrido, quando ballo, quando lo prendo


in giro... Insomma ogni cosa. Lui è diverso, è riuscito a farmi innamorare


perdutamente praticamente senza fare niente, solo con il suo sguardo. A me


bastava quello, il resto poi veniva da solo. Era incredibile... Con i suoi


occhi, con il suo profumo, mi stregava. Spesso sapevo cosa volesse dire solo


guardandolo negli occhi. Chiaramente c´era anche tutto il resto, cavolo se


c´era.-







-Beh, Françoise, non c´è da stupirsi. E´ proprio un gran bel ragazzo.


Non l´ho mai visto senza vestiti, o in costume da bagno, ma credo faccia la sua


bella figura.... E´ alto, fisico asciutto, spalle larghe, per non parlare delle


sue labbra carnose e i suoi occhi scuri.... Eh si, era proprio  un bel guaio!-







Françoise alzò gli occhi per un istante, sembrava quasi assorta nei suoi


pensieri quando....







-Ehi, ci sei?-







-Ehm... Si, scusa.-







-Stavi pensando a lui?-







-Niente affatto.-







-Fran!-







-Ok, lo ammetto stavo pensando a lui ma non come pensi tu!-







-E cosa avrei pensato?-







-Cath, per favore.... Non guardarmi con quell´espressione.-







-Va bene, come vuoi... Ti guarderò in altro modo... Così va bene?


Françoise sospirò....







-Va bene, lo ammetto, stavo pensando a lui, quando stavamo insieme, a


tutto quello che ti ho detto.-







-E?-







-E, cosa?-







-Françoise... E???-







-Va bene....- Sospirò ancora...







-Anche a quando facevo l´amore con lui, contenta? E´ un peccato forse?-







-Un peccato no davvero, ma ancora non mi basta... Su continua... Com´era


farlo con lui?-







-Ti sembro il tipo che racconta certe cose?-







-No, ma per la tua migliore amica molto curiosa potresti fare un


eccezione.-







-Va bene, ma solo per questa volta.-







-Ok, ok, racconta.-







-Se tralasciamo il fatto che molto spesso mi spogliava  con gli occhi, che era un maniaco sessuale e


che mi ha fatto fare sesso in posti e momenti che credevo impensabili, posso


affermare con certezza che fare l´amore con lui era il massimo. Mi faceva


letteralmente uscire di testa!-







-Era ben dotato?







-Ancora!!!-







-Su Fran, spettegoliamo un po´, è troppo spassoso. Dimmi tutto. Sul


fatto che a prima vista, abbia tutti i requisiti siamo d´accordo, ma io voglio


i particolari. Su, non farmi penare, racconta.-







-Ok stronzetta, l´hai voluto tu. Aveva un corpo scolpito come fosse una


statua, spalle larghe, braccia forti, addominali di acciaio,  baciava togliendoti il respiro e... Per


rispondere alla tua domanda di prima... Si! Molto ben dotato e resistente. Ne


vuoi altre!?!-







-Oh cazzo.... Ehm... No, è sufficiente, grazie!!-







-Si, ma come vedi non è bastato.-







Un velo di tristezza si dipinse nel volto di Françoise, forse non


l´aveva dimenticato del tutto, nonostante i suoi sforzi.







-Però non mi ha dato l´impressione di un casanova.-







-No, ma attira le donne come se fossero calamite, compresa mia madre!-







-Ma mica è colpa sua?-







-Si, ma neanche mia.-







-Dovevi tenertelo stretto, più stretto a te, non ne sei stata


capace....Sempre se è vero che ti ha tradita, io su questo ho forti dubbi, ho


visto il modo con cui ti guardava.-







-Io ho fatto il possibile e lui se ne è approfittato, fine della storia.


Non voglio parlarne più, se non ti dispiace!-







-E con Alain come va?-







-Diciamo bene, ma ancora è presto per fare progetti. E´ un  bravo ragazzo e mi ama molto, ma...Diciamo


che in questo periodo ho bisogno di spazio.-







-Diciamo invece che non hai mai chiarito definitivamente con Joe, e  non hai nemmeno intenzione di farlo, perché?-







-Joe Shimamura ha la sua vita, io ho la mia. Questo è tutto!-







-Se lo dici tu.-







-Sai che mi ha chiamato per Natale e per 


il mio compleanno?-







-Davvero? Racconta....-







-Beh, a dire il vero ho avuto l´impressione che per il compleanno


volesse lasciare un messaggio in segreteria, forse non pensava fossi ancora


sveglia. L´ho capito dal tono e dalla velocità in cui mi ha fatto gli auguri...


Forse credeva di disturbare o che non fossi sola.-







-E tu che idea ti sei fatta? Vedo che qualcosa in te si è riacceso, o


sbaglio?-







-Mi ha chiamato a mezzanotte precise. Anche a Natale mi aveva chiamato,


ma non ero in casa.-







-Accidenti, Fran-







-Cosa vuoi dire?-







-Non ti ha fatto piacere?-







-A dire la verità un po´ si, ma questo non cambia le cose. E poi non


credi sia scontato chiamare a mezzanotte il giorno del compleanno?-







-Avrebbe potuto anche non farlo. Invece devi ammettere che ha avuto un


bel pensiero. Fran, bisogna che ti parli chiaramente, senza mezze parole.-







-Ti ascolto , ma.... -







-Françoise, io non penso che Joe sia il mostro che tu e tuo fratello


avete descritto.-







-Tu non lo conosci bene, ma sai quanto ho sofferto per lui.-







-Esatto, hai sofferto.... In passato, su questo hai ragione ma io parlo


del presente. E il presente non può essere ridotto ad uno stupido bacio dopo


una serata in discoteca magari anche essendo un po´ alticci, e non può ridursi


solo ad una stupida notizia di gossip che fa solo alzare la tiratura di un


giornale ma che non dice tutta la verità.-







-Sai come la penso.-







-Si, questo lo so. Ma ti faccio una domanda... Mi hai mai sentito dire


una sola parola su quello che è successo?-







-In effetti no, e questo mi fa riflettere. Di solito sei tu quella che


fa riflettere me, che mi da un suo parere, un suo giudizio, un consiglio, e


questa volta, stranamente non lo hai fatto.-







-Non l´ho fatto perché non ci vedo chiaro. Non riesco a capire come un


uomo che ti guarda come ti guardava lui possa aver solo pensato di tradirti...


E´ una cosa che proprio non mi va giù.-







-Perché? Secondo te come mi guardava?-







-Fran, stai dicendo sul serio? Davvero non te ne sei accorta?-







-Beh, io.... Non so.... Forse lui... Sono confusa, scusami.-







-Te le chiarisco io se vuoi le idee. Era innamorato perso di te, ho


sempre desiderato un uomo che mi guardasse come Joe guardava te.... Con amore,


passione, desiderio. Per questo non riesco a credere a tutto quel che è


successo.-







-Mi confondi ancora di più Cath, ed io, in questo momento, ho bisogno


solo di certezze.-







-Sai come si dice....-







-Si che lo so... Meglio una brutta verità che una bella bugia!.. Lo


abbiamo sempre pensato entrambe.-







-Temo per te, per la tua salute, tutto qui. Non voglio che tu un giorno


ti svegli e rimpianga tutto questo, quel che hai perso. Ti dissi l´impressione


che ebbi quella volta alla torre Eiffel, non dimenticherò mai i suoi occhi.-







-Cath, ti ripeto, così non mi aiuti.-







-Stranamente invece penso di averlo già fatto.-







-Lo so, e anche se non condivido proprio ogni tuo pensiero, so che mi


dici sempre quello che pensi e che me lo dici solo per il mio bene. Grazie di


esserci sempre per me.-







-Figurati, tu fai lo stesso per me.-







-A dire il vero, parlando con la mamma, mi sono sentita in colpa verso


di lui.-







-Cioè?-







-Vedi, per Natale, quando ho sentito il suo messaggio in segreteria,


non  ho badato  a una cosa, non ho letto tra le righe. Lui


aveva bisogno di me. Era da solo quel giorno ed io non ci sono stata per lui.-







-Che cosa triste.-







-Si, per lui molto, ma non posso rimediare, purtroppo.-







-Mi dispiace tanto per Joe, mi ci ero affezionata tanto, sai?-







-Lo so.-







-Mi prometti che ci rifletti su quel che ti ho detto?-







-Lo farò... Ci vediamo domani.-







-A domani.-







"Maledizione Cathrine, maledizione!"







Il gran premio del Sud Africa il 4 Marzo fu per la Ferrari un´altra


vittoria di una gara dominata dall´inizio alla fine.







 







Venerdì 29 Marzo , appartamento di Cathrine ore 20:45







 







Driiinnnnnn...... Driiiiiiin







-Cath, sono Io Fran, apri.-







-Un momento.-







Dopo poco....







-Caaaath... allora!-







-Arrivooooo.-







Ancora un attimo dopo....







-Per una volta che usciamo noi due da sole hai deciso di farmi restare


fuori??-







-Ti ho detto che vengo subito. Riattacco e arrivo.-







Françoise non ci vide chiaro, chi poteva essere al telefono per non


farsi aprire? Non certamente Philippe, lui era di casa e ne conosceva anche il


numero di scarpe.







Decise di fare un eccezione e di usare i suoi poteri. Anche se Cathrine


parlava a bassa voce lei poteva sentire ogni cosa.







"Si.... Come? Potrebbe sentirci? Ma se sto appena sussurrando....


Ok, come vuoi, tranquillo.... Si, la tengo d´occhio.... Prima o poi glielo farò


capire a quella testona!...







Non devi ringraziarmi... Vado... Ciao."







" Allora ci sentiamo domani Philippe. Si, anch´io ti amo. Ciao amore


mio."







Françoise aveva capito tutto, soprattutto chi era al telefono con


Cathrine. Una certa sensazione di felicità la pervase ma dall´altra era


sorpresa. Perché Cathrine era al telefono con Joe?!







-Entra.-







-Finalmente. Credevo mi lasciassi lì, fortuna che non avevo bisogno di


andare in bagno altrimenti me la facevo sotto!-







-Esagerata.-







-Esagerata? Ma se sono stata fuori due o tre minuti prima che mi


aprissi.-







-Te l´ho detto, era Philippe.-







-Ah... E da quando in qua hai segreti con me che riguardano il tuo


fidanzato?-







-Ok, era il mio amante.-







-Sai che non puoi mentirmi, ti conosco troppo bene! Era Joe, vero?-







Cathrine impallidì. Come aveva fatto a saperlo, era impossibile che


avesse sentito. Forse era sensitiva.... Pensò.







-Si, era lui.-







-Cosa ti ha detto?-







-Davvero ti interessa?-







-Se l´argomento sono io si, mi interessa.-







-Invece non ti dirò un bel niente, non credo tu abbia il diritto di


saperlo.-







-Che razza di risposta è questa?-







-Quella che meriti.-







-E perché, scusa?-







-E´ sbagliato il motivo per cui tu vuoi sapere cosa mi ha detto. C´è


modo e modo. Magari, se tu avessi chiesto come sta, cosa fa eccetera eccetera


ti avrei detto tutto.-







-Sei ingiusta.-







-No, quella ingiusta sei te. E sai cosa ti dico? Che non  meriti un ragazzo come lui. Fine della


storia.-







-Cath... Perché mi stai dicendo queste cose brutte.-







-Perché è innamorato perso di te e si sta addossando tutte le colpe,


molte delle quali  secondo me  non ha. Ti basta?







Mi ha chiesto di vegliare su di te e di esserti sempre amica, ogni suo


pensiero è rivolto a te. Quanto vorrei un uomo come lui... Sei una stupida


ragazzina!-







-Non trattarmi così, non lo merito.-







-No, non voglio trattarti cosi, ma stasera è meglio vedere un bel film


piuttosto che uscire con te. Mi avevi promesso che pensavi a ciò che ci eravamo


dette ed ancora non lo hai fatto. Finché non rifletterai,  non voglio più uscire con te. Mi fai troppa


rabbia.-







-Me ne vado.-







-E´ meglio.-







Se ne andò sbattendo la porta e iniziò a piangere... A correre...







La terza vittoria consecutiva di Joe si verificò il 1 Maggio a Madrid,


dove vennero ad assistere tutta la famiglia Ferrari al completo, e ci fu anche


una viva partecipazione di politici spagnoli ed italiani.







Sembrava fosse tornato tutto come i precedenti due titoli mondiali, ma


questo, per Joe, significava due volte tanto, aveva realizzato il suo sogno di


correre con la Ferrari.







In Spagna ricevette la telefonata di Jet, col quale,  si vedeva ogni tanto ai box e qualche volta


anche fuori quando riuscivano a conciliare i tempi.







-Congratulazioni Joe, vai forte davvero, ti meriti tutto quello che ti


sta accadendo.-







-Sei troppo buono Jet, e poi, anche se sono molto contento, sarebbe


stata un´altra cosa poter gareggiare con te, ma tu mi hai tradito e fai solo il


tecnico e collaudatore.-







-Lo so amico, ma questo mi permette di girare meno il mondo e di godermi


un po´ la vita. Mi sono anche fidanzato!-







-E chi è la sventurata?-







-E´ innamorata persa, pensa te.-







-Certo, perché ancora non ti conosce bene.-







-Dai, sono cambiato, non sono mica più un ragazzaccio come prima.-







-Non l´ho detto io, lo hai detto tu.-







-Vabbè, tu mi conosci troppo bene fratello, con te non ce la posso


fare!-







-Appunto... Non fare il furbo. Ma dimmi, fai sul serio? Oppure dovrò


venirla a consolare come feci con... Come si chiamava? Nathalie??-







-No, promesso, questa volta faccio il bravo!-







-Hai promesso, ricordatelo.-







-Tu come stai Joe?-







-Al solito, penso alle corse e basta.-







-Qualche ragazza?-







-No.-







-E dai, non ci credo.-







-Credici.-







-Mi vuoi dire che... Lei per ora è stata l´ultima?-







-Si Jet.-







-Allora datti una mossa!-







-In che senso, scusa?-







-O la prendi di petto e la costringi ad ascoltarti una volta per tutte


oppure volta pagina. Ormai sono passati mesi, magari si è pentita ma non ha il


coraggio di chiamarti.-







-La prima è impossibile, opto per la seconda, ma quando me la sentirò.-







-Non dici sul serio.-







-Invece si, amico.-







-Hai lottato tanto, perché arrendersi ora?-







-Mi ha cacciato, umiliato,  non la


riconoscevo più. Forse l´ho conosciuta troppo bene fuori della sua città , ora


è cambiata, faresti fatica anche tu.-







-Non ci posso credere. Però, se mi permetti, il Joe che conoscevo non si


sarebbe fermato davanti a niente.-







-Lo lo Jet, ma ora non voglio pensarci, ne va della mia salute mentale


ed ora non posso permettermi simili distrazioni, mi voglio concentrare solo


sulle corse.-







-Forse hai ragione. Ma promettimi di pensarci su. Sai benissimo anche te


che lei era ed è la donna della tua vita. Ma devi anche guardare avanti. E se ora


ti sembra che vincere i gran premi ti possa bastare per essere felice ti


sbagli.







Non ti sentirai completo solo con le corse, ti ci vuole anche qualcuna


accanto che ti ami.







E se non sarà lei sarà un´altra, ma non puoi restare per sempre da solo.


E fatti  sentire, non farmi preoccupare.-







-Lo farò, grazie amico, se non ci fossi tu....-







-Ci sarò sempre per te, basta che me lo chiedi e corro.-







-A presto Jet.-







-Joe.-







-Dimmi.-







-Non mi hai chiesto nemmeno se...-







-Se l´hai sentita?-







-Ehm... Si, esatto.-







-Non  so perché non te l´ho


chiesto.-







-Comunque si, l´ho sentita, e anche Albert.-







-Jet.-







-Non vuoi chiedermi niente?-







-No, va bene così, che faccia la sua vita.-







-Come vuoi, non voglio forzarti.-







- Ciao Jet.-







-Ciao Joe.-







 







 







CAPITOLO 9







 







 







Françoise, dal canto suo, era sempre più una star dell´Opéra... Suo


fratello Jean si era fidanzato ufficialmente e anche lei oramai aveva trovato


le sue certezze ed il suo equilibrio. Alain aveva intenzioni molto serie, tanto


da chiederle , quasi da subito di sposarlo, facendo leva sui sentimenti che ha


sempre provato per lei anche in passato.







Lui da quella sera, le è stato sempre vicino, sapeva che, prima o poi,


un cuore infranto lo si può consolare e, piano piano, con pazienza, c´era


riuscito. Ora lei era sua, come anni fa... Era tornato tutto come prima....


Forse!







Quel che non sapeva era che lei, anche se gli voleva un gran bene, non


ne era  del tutto innamorata di lui,


almeno non come al tempo di quando stavano insieme la prima volta, ne tanto


meno da sposarlo. Questi dubbi, alimentati principalmente da Cathrine,


cominciarono ad insediarsi nella sua mente.







Ogni tanto pensava a Joe, non riusciva ancora ad accettare il fatto che


lui l´avesse tradita, ed era convinta di questo. "Come hai potuto farlo


dopo tutte le promesse che c´eravamo fatti, dopo tutta la sofferenza, dopo anni


passati a soffrire l´uno per l´altra". Nutriva del risentimento verso di


lui, ingigantito a misura da suo fratello, da Alain, dalle amiche... Tranne


Cathrine.







La sua amica non si fece più sentire, salvo vedersi alle prove al


teatro. Le aveva parlato così duramente che Françoise c´era rimasta davvero


male, soprattutto quando le aveva dato della stupida ragazzina. Ma ce l´aveva


con lei per un motivo  più importante: le


aveva messo una quantità di dubbi in testa che non si capacitava più di  come tutto quello che aveva costruito si era


frantumato in un batter d´occhio, come un castello di carta. Si sentiva come in


trappola, non capiva come fosse potuto succedere ma era successo. Era come se


la sua amica gli avesse addossato quelle 


colpe che per lei era logico fossero tutte di Joe. le aveva insinuato


forti perplessità  per cui magari, quelle


colpe o parte di esse, fossero da attribuirsi 


proprio a lei, non a Joe. Poi ripensava spesso al suo messaggio di


auguri di Natale. Era un semplice messaggio di auguri ma l´aveva colpita tanto


che, per un periodo, voleva quasi sempre restare da sola, evitando di avere


rapporti intensi con Alain.







"Forse era meglio se gli davo retta quando mi disse che venire a


Parigi con lui fin da subito era una pessima idea".







Quel giorno, alla proposta di matrimonio di Alain Françoise restò


immobile, gli disse che era meglio se facevano con calma... lei gli disse che


lo amava , quindi non c´era tutta questa fretta.







Lui accettò di buon grado. - Prenditi tutto il tempo che ti serve. -







-Grazie, sei un tesoro. -







"Alain, sei un bravo ragazzo ed io sto proprio bene assieme a te.


Mi fai sentire protetta, amata, al centro dei tuoi pensieri, cosa che non mi


succedeva con Joe. Ma una parte di me non ha ancora accettato che tra me e lui


sia tutto finito e, in un certo senso, sento che quando facciamo l´amore è


perché una parte di me lo odia, lo odia talmente tanto che mi sembra di


fargliela pagare un po’ alla volta, ma non è giusto. Fran, sei ingiusta!"







E ripensava soprattutto a quando l´aveva sentito per il suo compleanno,


non voleva ammetterlo a se stessa, ma era felice di averlo sentito e che lui si


fosse ricordato di chiamarla.







Sentiva che qualcosa stava cambiando, da quel giorno, vedeva Alain


sempre più di rado, spesso trovava scuse assurde per non vederlo. Ma non poteva


parlarne con nessuno, Cathrine gli era ostile e lei si sentiva sola.







Dal canto suo, Joe, nonostante che con Jet avesse avuto le sue


divergenze, lui era il suo confidente di fiducia perché ha sempre avuto questa


caratteristica di spiattellargli tutto in faccia, senza timore, nel bene e nel


male.







Passava da giudicarlo in maniera positiva a dargli dell´idiota come se


niente fosse. Jet era così, schietto e sincero... spesso anche troppo. Joe con


lui ci litigava molto ma lo riteneva, assieme ad Albert, davvero un fratello


maggiore.







Insieme ne avevano viste e passate tante, e non potevano rimanere più di


una settimana senza sentirsi, confessarsi o semplicemente fare quattro risate.


Lui aveva parlato a lungo con Joe, prima al telefono, senza risultato, poi un


week-end si trovarono da Albert a Berlino e passarono due giorni insieme. Jet


vide Joe sconvolto, gli aveva raccontato tutto... o quasi e Jet, stranamente


non consigliò all´amico di tornare da lei e scusarsi, casomai era lei che


avrebbe dovuto scusarsi con lui... Jet era convinto al 100% che un giorno


lei  avrebbe capito e che si sarebbe


morsa le mani nel sapere cosa aveva perso. Una sera ebbero una discussione


tutti e tre.







-Tu sei sempre stato un deficiente, ma, da quel che mi hai detto, a


questo giro lei ha torto marcio. -







-Ok, Jet, questa è la tua opinione ma, lo sappiamo com´è fatto Joe... Io


gli credo, voglio credere che sia cambiato ma, prima di giudicare impulsivamente


come stai facendo tu, vorrei sentire anche l´altra campana. -







-Ma cosa dici Albert? E´ talmente ovvio che lei pensa troppo al passato?


E che cavolo, dacci un taglio, sennò se lo ritroverà sempre in mezzo! -







-E tu al suo posto come ti sentiresti? Dammi retta, io credo che le


passerà ma, a questo punto, credo che lei abbia bisogno di un fatto


eccezionale, come di uno scossone, per reagire e per riflettere, ora è troppo


arrabbiata. -







-Questa è buona! Ma che cazzo stai dicendo? Non vedi la faccia di questo


qui? -







-Jet, Albert purtroppo ha ragione, ed io sono stato anche un po’


ingenuo, a dirtela tutta, e ora ne pago le conseguenze. -







-Che hai intenzione di fare, Joe?- .Gli chiese Albert.







-Semplice, un bel niente, farò la mia vita, Una parte di me vuole fare del


suo meglio e sperare che torni. Ma c´è un´altra parte che sta seriamente


pensando di voltare pagina.-







-Mica le telefonerai, vero? - gli disse jet...







-No, a meno che non ci sia una ricorrenza particolare. -







-Quindi, siamo al punto di partenza? - Chiese Jet... Voltandosi verso


Albert.







-No, non lo siamo, dobbiamo essere obiettivi, siamo amici di Joe ma


anche di Françoise, quindi ci comporteremo come sempre. - Disse Albert.







-Forse hai ragione- Esclamò Jet.







-Grazie amici, se non avessi voi. -







-Joe, mi raccomando, se avessi bisogno noi siamo qui. -







-Grazie.-







-Joe, tanto so che prima o poi telefonerà a me o a Albert ... come


dobbiamo comportarci? -  Esclamò Jet.







-Come sempre, Albert ha ragione, siete anche amici suoi e così deve


essere per sempre. -







Jet non le avrebbe telefonato, sapeva che presto o tardi l´avrebbe fatto


lei.







“Quando sarà dovrò stare calmo ma ho una gran voglia di dirgliene


quattro!!"







Quella telefonata in effetti ci fu, anche se un po’ in ritardo rispetto


alle previsioni di Jet.







 







Una sera qualunque, di quel freddo febbraio 1972







 







-Pronto. -







-Ciao Jet, sono io. -







-Fran, quanto tempo, come stai? -







-Bene, grazie,  e tu? -







-Bene anch´io, un po´ sotto pressione con i collaudi ma me la cavo. -







-Jet, immagino tu sappia già tutto e che, magari, tu voglia una


spiegazione. -







-Se la volevo te l´avrei chiesta già tempo fa. -







-Ok, questa me la sono meritata ma… Immagino tu abbia parlato con Joe.-







-Si, e anche a lungo. -







-Jet, prima che tu mi giudichi, devi sapere che ho fatto tutto il


possibile ma... Lo sai anche te, certe abitudini non cambiano. -







-Quali abitudini? -







-Andiamo Jet... Non dirmi che hai dimenticato che uomo, anzi,  che adolescente è Joe.-







-No, non l´ho dimenticato, ma questa volta... -







Non gli fece nemmeno concludere la frase che lei partì...







-E´ sempre la stessa storia Jet, ed io non ce la faccio più.







Ho deciso di iniziare ad amare più me stessa, lui mi ha fatto passare


momenti terribili ma ora basta. Ho ripreso in mano la mia vita senza di lui, e


ora tutti i tasselli sono al loro posto. -







-In che senso? -







-Nel senso che amo il mio lavoro, ho ritrovato Alain un uomo che mi ha


sempre messo al centro dei suoi pensieri, ho i miei amici, la mia famiglia...


Tutto quanto. -







-Ma a quale prezzo, Fran?-







-Che intendi dire? -







-Non ti sei chiesta dove sta davvero la verità? -







-Non ne ho bisogno... Lo so già-







-No, tu non lo sai, non l´hai nemmeno cercata... Ti sei limitata ad


accettare i discorsi degli altri, a dar retta a stupide notizie di gossip e


questo solo perché in passato lui ha sbagliato qualche volta con te... Questo


hai fatto! -







-Solo qualche volta? Il lupo perde il pelo…-







-Non è come credi Fran, io lo so per certo.-







-Maledizione Jet, possibile che non capisci? So che gli vuoi bene come


ad un fratello ma credevo fossi anche amico mio.-







-Lo sono.-







-No, perché parti dal presupposto che quella in torto sia io e non è


così, credimi. Non so se l´abbia fatto di proposito o per leggerezza, ma ti


assicuro che mi ha tradito, anzi, nega anche l´evidenza. Per questo mi sono


imbufalita e l´ho cacciato.-







-Non lo hai nemmeno ascoltato, lo hai solo insultato.-







-Jet, è finita. Dopo tutti questi anni 


mi sento finalmente libera dalla sua presenza, per me è l´inizio di una


nuova vita, mai più inganni, debolezze, angosce. Voglio amare prima di tutto me


stessa. Ti prego, cerca di capirmi.-







-Fran, non posso, non ci riesco. Io so che lui ti ama e questo mi fa


incazzare a bestia.-







-No, Jet, non tornerò indietro, non questa volta. -







-Lo so, lo sento dal tuo tono e mi dispiace, per tanti motivi. -







Lei tacque un attimo...







-Mi dispiace per te, perché stai perdendo un uomo che si butterebbe nel


fuoco per il tuo amore.







Mi dispiace per la verità che ti ostini di negare a te stessa per motivi


legati al passato.







Mi dispiace che stai facendo a pezzi un uomo con le tue stesse mani. Lui


vedrà le sue ombre, quelle che si porta dietro da sempre. Non ha mai avuto


niente di bello dalla vita, a parte te.







 Ecco perchè mi dispiace, per


tutto questo! -







-Jet.-







-Non lo hai voluto ascoltare... Lui ti aveva detto che per i primi tempi


era meglio vivere separati, vi sareste visti lo stesso ma tu lo hai messo


spalle al muro, la colpa è anche tua! -







-Forse è meglio se non ne parliamo più... Mi dispiace per tutto, per


averti disturbato e perché tu abbia perso tempo a cercare di convincermi. Ma


stai tranquillo, se c´è una persona distrutta quella sono io, non certamente


lui... Farà come al solito, metterà un po’ il muso ma poi si riprenderà, stanne


certo. -







-E´ qui che ti sbagli cara sorellina, forse qualche anno fa ti avrei dato


ragione, ma ora, credo tu non abbia compreso come TU hai cambiato Joe in


meglio, e come TU lo ricambierai in peggio dopo la tua decisione.







Non è un duro come credi, si autodistruggerà e si spegnerà lentamente,


se tu non ti deciderai a cercare la verità. -







-Jet, ora stai esagerando.-







-No, sei tu quella che ha esagerato. Sai bene com´è fatto Joe, forse ti


ha mentito per anni mentre mentiva al suo cuore ma dopo ha smesso di farlo


grazie a te e questo dovresti saperlo. Torneranno i suoi fantasmi che faticosamente


avete ricacciato indietro insieme, pensaci.-







-Basta cosi Jet. Sono stanca. E forse è meglio se per un po´ non ci


sentiamo. Arrivederci.-







-Arrivederci Françoise.-







Perché Joe, all´apparenza è forte come un gigante, ma dentro di se era


fragile come il cristallo e lei doveva saperlo.







[E ancora una volta il destino dei DUE 


sarebbe inesorabilmente cambiato].







 







 







CAPITOLO 10







 







30  Aprile, ore 16:30 sugli Champs


Elysèes.







 







-Ouch-







-Lucas, fai attenzione accidenti, quante volte ti ho detto di guardare a


dove metti i piedi? -







-Scusa mamma, non l´ho fatto a posta. -







-Lo so questo, ora scusati subito con la signorina-







-Ehm... Io, mi scusi tanto, ero distratto...-







-Non preoccuparti piccolo, succede anche a me!- Gli disse sorridendo.


Poi guardò la madre che si era chinata per pulire la mano a Lucas e che le


stava porgendo  in mano un fazzoletto


pulito.







-Tenga signorina, si pulisca con questo, sono mortificata!- Francoise la


guardò ed ebbe un sussulto...







-Ma.... Io la conosco... Lei è quella della foto...Aveva il suo viso


appoggiata a lui ma... E´ lei, vero?.... Le sue trecce...-







-Prego? - Alain, che fino ad ora non aveva detto una parola fece cenno a


Françoise di andare ma lei lo fermò:







-Aspetta un attimo tesoro. Vai pure avanti a prendere il giornale,


arrivo subito. -







-Ok.... Stai bene? Ti vedo strana. -







-No tutto bene, devo parlare un attimo con questa ragazza. -







-Ok, ti aspetto davanti all’edicola. -







-Mi scusi, ma io sono sicura di averla già vista. -







-Anch´io l´ho vista molte volte, lei è famosa ed io sono una sua grande


fan ma temo di sapere perché mi sta dicendo tutto questo.... Mi creda, non è


come pensa.-







-Aspetti un secondo per favore. Lucas, vai a prendere un altro gelato,


corri. -







-Un altro??? Grazie mammina... Non l´avevo nemmeno mangiato tutto e


c´ero rimasto male... Corro.-







-Quindi mi conferma che è lei quella della foto su Le Monde assieme a


Joe.-







-Si, sono io, glielo dicevo sempre di stare attento ai paparazzi ma lui


non mi voleva mai prendere sul serio. Sapevo della foto, dello scandalo. Forse


ho capito perché Joe non si è più fatto vedere dal mio direttore.-







-Chi è il suo direttore? -







-Il capo marketing della Jean Paul Gaultier, lo sponsor di Joe.-







-Siete stati insieme... Intendo lei e Joe... Oramai può anche dirmelo,


tanto l´ho già cacciato via da casa.-







Françoise, stranamente diventò aggressiva e indisponente. Non era un


atteggiamento tipico di lei. Ma ora, 


trovarsi di  fronte quella bella


ragazza dal bel sorriso, due occhi grandi verdi e con lunghe trecce bionde,


l´ha disorientata e messa stranamente di cattivo umore.







 Da quando aveva parlato con


Cathrine, piano piano, nella sua testa, si era manifestata l´idea che forse il


tradimento di Joe non era del tutto certo e che magari poteva esserci stato un


malinteso, ma erano tutte cose che avrebbe dovuto chiedere a lui e questo, per


lei era fuori discussione.







Ma guardando quella ragazza pensò che forse aveva fatto bene a


comportarsi così con lui e che aveva più di un motivo per affermare che tra lei


e Joe ci fosse stato ben più di un semplice abbraccio tra amici.







"Cath, io ti voglio bene ma temo ti sia sbagliata di grosso. Questo


è il tipo di donna che piace a lui, ne sono certa. E se era deluso da me, stai


certa che è finito nel suo letto."







-Cos´ha fatto, scusi?-







-Ha sentito. Comunque mi compiaccio con Joe, se non altro mi ha tradito


con una bella ragazza, non con la prima che ha incontrato per strada.-







-Lei è totalmente fuori strada, mi creda!-







-E chi è lei per dirmi una cosa simile?-







-Sono quella che avrebbe voluto davvero un uomo come Joe, ma lui, ahimè,


amava talmente la sua donna che non ha potuto che darmi solo la pura e semplice


amicizia.-







-Da quelle foto, mi pareva che foste più che semplici amici.-







-Libera di credermi o meno, Joe è un bravissimo ragazzo e ogni donna


farebbe carte false per stare con lui ma con me si è comportato da vero gentiluomo


ed è grazie a lui che oggi ho ritrovato un po´ di serenità.-







-In che senso, scusi?-







-Se posso rubarle dieci minuti del suo tempo sarò felice di rispondere a


tutte le sue domande, così finalmente chiariremo tutto, soprattutto per


rispetto di Joe, che non si merita le calunnie di cui è stato vittima.-







-Lei mi sta confondendo ancora di più le idee signora.-







-Non voglio confonderla, ma chiarire questa faccenda una volta per


tutte. E se è vero quanto dicono di lei, che è una ragazza semplice e


disponibile, allora sarò felice di raccontarle tutto. Che ne dice? Li ha dieci


minuti per ascoltarmi?-







Al suono di quelle parole Françoise cambiò radicalmente espressione, le


aveva fatto un bel complimento e le sfuggì un mezzo sorriso. Del resto l´aveva


descritta come era veramente.







"Non ci rimetto niente ad ascoltarla... Accidenti, non so perché ma


mi sembra sincera!"







-Direi di si, magari possiamo prendere un caffè!-







-Molto volentieri. Aspetti, vado un attimo a dire a mio figlio che siamo


qui... Vedo che si è fermato con degli amichetti.-







"Beh anch´io dovrei dire ad Alain che mi fermo con lei ma devo


parlarci da sola, non so perché ma la sua storia mi incuriosisce.” Entrarono


nella caffetteria di fronte e Danielle iniziò a raccontare a Françoise la sua


storia di come lo aveva conosciuto.







-Quando vidi Joe la prima volta, lui aveva un appuntamento con mio


direttore commerciale il quale, quella mattina mi aveva appena licenziata. Joe


ha fatto in modo e maniera che venissi riassunta... E con tanto di aumento, per


giunta! Era talmente contrariato col mio capo che lo ha minacciato di non


firmare il  contratto e quindi il signor


Vincent ha acconsentito a tutte le sue richieste. Con quei soldi, non solo ho


potuto togliere qualche soddisfazione a Lucas ma ho potuto anche comprarmi una


macchina seppur usata, onde evitare sempre i ritardi... Mi ha dato una


opportunità, capisce? Questo è quando l´ho visto per la prima volta...Anzi, a


dire il vero mi ci sono scontrata perché stavo piangendo e correndo disperata


per quei gradini.







Dopo quella volta ho visto Joe... Credo altre due volte, ma sempre per


lavoro. Una volta, mi aspettò a fine giornata e decidemmo di uscire insieme.


Quella sera mio figlio era dal mio ex marito. Io chiesi di lei. Lui mi disse di


non preoccuparsi poichè lei restava spesso a cena fuori con i suoi colleghi di


teatro.







Vuol sapere la cosa assurda di quella sera?-







-Si.-







-Ero passata da casa a cambiarmi, poi andammo a mangiare la pizza. Dopo


cena facemmo una passeggiata. Era tutto perfetto, la classica serata per le vie


di Parigi.







La bomba scoppiò quando, un po´ spazientita, tentai di sfiorargli la


mano. "meglio se ti accompagno a casa".







-Anche se me lo disse con estrema gentilezza mi scosse.- "Cosa è


successo? Credevo andasse tutto bene." "Non è per te... Tu sei perfetta,


ma non lo sei ora ... Per me esiste solo lei, mi dispiace"







-Sa, la sensazione di quando ti cade una tegola in testa?-







-Si, la conosco.-







-Ecco, allora può capirmi. Si scusò tantissimo, era terribilmente


mortificato. Credo avesse anche gli occhi un po´ lucidi, anche se tentava di


non guardarmi in faccia. Gli dissi che andava tutto bene e che era tutta colpa


mia che avevo cercato di sedurlo.-







-E poi cosa le disse?-







-Niente, mi abbraccio e mi baciò sulla guancia. Camminammo ancora per un


po´ e mi riaccompagnò a casa.







Fine della serata.-







-Stento a crederci ma.... Credo che lei sia sincera.-







-Lo sono, e ancora non ci credo nemmeno io!-







-Chiunque al suo posto ne avrebbe approfittato.-







"Joe"







-Ma non Joe... Almeno finché c´era lei nel suo cuore.







E veniamo a quel maledetto giorno. Mi accorsi subito che Joe era triste,


molto triste.







Quando ci scattarono quelle maledette fotografie, avevamo preso un caffè


e lui iniziò a raccontarmi la vostra storia, mi disse che con lei era arrivato


ai ferri corti e che probabilmente sarebbe partito. Quel giorno eravamo in


pieno centro, siamo stati anche un po´ ingenui a farci sorprendere. Quando


uscimmo per la  pizza, eravamo nel mio


quartiere, non proprio uno di quelli più chic.







Io gli ho dato l´addio che per me meritava, un caloroso addio dove


esprimevo il mio dispiacere e la mia gratitudine, era il minimo che potessi


fare per lui.







 Credo che Joe non sia il tipo che


rivela facilmente i suoi pensieri, eppure quella volta con me un po´ si è


aperto. Mi ha parlato di lei, di quanto la ama, delle incomprensioni e dei


problemi che avevate i quali,  da quel


che ho visto, purtroppo,  sono rimasti


irrisolti... Parlava di lei come se vi conosceste da una vita, come se aveste


condiviso tante cose belle ma anche tante brutte... Ho avuto questa


sensazione.-







"Lei non ha idea di quanto ha ragione."







-Fossi nei suoi panni andrei da lui anche se fosse in capo al mondo...


Joe è un uomo da amare totalmente, senza se e senza ma e, per quanto vale, tra


noi non c´è stato niente.







E se non potrò mai averlo come uomo spero di averlo sempre come amico.







Non pretendo di conoscerlo quanto lei, sarebbe pretenzioso da parte mia,


posso dirle che  Joe è un ragazzo buono,


gentile e poi... Beh… Mi permetta, è proprio un gran bel ragazzo. -







Le fece un piccolo sorriso malizioso il quale però non dispiacque a


Françoise. La situazione, da tesa, si era fatta molto più serena tra le due


ragazze...







-Si, Joe è tutte queste cose ma, spesso ha tradito la mia fiducia. Posso


crederle sul fatto che tra voi ci sia solo amicizia ma non dimentico il fatto


che tornava sempre tardi la sera, spesso ben oltre la mezzanotte... Qualche


domanda te la fai no? Poi quel bacio con una mia amica la quale, tra l´altro,


non si è più fatta sentire. No, troppe cose tutte assieme, non possono essere una


coincidenza!-







-Senta, io questo non lo so ma credo ci sia una valida spiegazione. -







-A questo punto niente ha più importanza, oramai lui è lontano, chissà


cosa ha fatto in tutto questo tempo .-







-Si sta chiedendo forse se Joe ha trovato in questi mesi un´altra


ragazza?-







-Non lo so... Forse. Ma credo che oramai sia troppo tardi.... Per


tutto.-







-Forse ha ragione.-







-Non mi ha detto come si chiama. -







-Mi chiamo Danielle. -







-Ah, giusto, lui me lo aveva detto... Piacere, io sono...-







-Lo so.-







 La interruppe subito...


-Francoise Arnoul, l´étoile dell´Opéra.-







-Ehm... Si, esatto. Lei mi ricorda la mia migliore amica Cathrine, mi


sembra di sentir parlare lei. Magari diventeremo amiche.-







-Ne sarei onorata, ma sono una persona troppo....-







-Troppo semplice, umile? Intende questo?-







-Beh... Ecco... Si, esatto.







-E´ proprio questo che mi piace delle persone, ed è questo tipo di


persone che è sempre piaciuto anche a Joe. Ora capisco perché l´ha aiutata e


perché si è confidato con lei.-







-Grazie, troppo gentile. -







-Posso chiederle un piacere? Anzi due!-







-Certo, se posso... Mi dica pure. -







-Mi prometta di riflettere e di dare un´altra possibilità a Joe, non


dico di rimettersi con lui ma quantomeno di permettergli di spiegarsi, credo


che lei non gliel´abbia nemmeno permesso. -







-Non posso prometterglielo. -







-Dovrebbe invece... Vede, Joe mi disse una cosa che non avevo mai


sentito dire a nessun uomo:







"Per la sua tranquillità, per la sua serenità, per ogni cosa che la


rende felice, senza dubbi e senza paure, posso anche rinunciare a lei, anche se


soffrirò come un cane saperla tra le braccia di un altro uomo. Il suo sorriso


rende il mondo un posto migliore."







-Questo mi disse quel pomeriggio. -







A quelle parole Françoise riuscì a stento a trattenere le lacrime. Sentì


un magone nello stomaco e deglutì con fatica.







"Perché una quasi perfetta sconosciuta mi incoraggia a rimettermi


con lui? "







Questo la disorientò e la scosse, ora si stava facendo una miriade di


domande... Pensava a Joe, non che non lo pensasse più, ma si rendeva conto che,


quando ciò accadeva, nutriva sentimenti contrastanti di rabbia, di malinconia,


di disprezzo, ma anche di desiderio di lui, di sentirlo, amarlo. Più volte si


era promessa di non pensare più a lui. 







Ma c´erano anche momenti in cui tornava quella luce che al solo pensiero


gli si affacciava nello sguardo.  Cercava


sempre di non pensarci. "Autolesionista". Mentre in quel momento, le


parole di quella ragazza le avevano fatto piacere, forse, ai suoi occhi qualcosa


era cambiato, non le aveva fatto poi tanto male sentir pronunciare il suo nome.







"Joe perché non riesco a crederti? E perché, in questo momento, una


parte di me lo vorrebbe tanto? Fatti qualche domanda, Françoise... Hai mai


amato un altro e smesso di amare lui?"







-Ci penserò ,ma ora le cose sono troppo complicate...-







-Va bene, se non altro ora noto con piacere che il suo sguardo è un po’


più dolce di quando mi ha visto circa venti minuti fa.-







 Françoise le sorrise e Danielle


ricambiò...







-Si, ma lei mi aveva chiesto due piaceri... Qual è il secondo? -







-Beh, il secondo era legato al primo…-







-In che senso? -







-Se sente Joe deve salutarmelo tanto e lo ringrazi da parte mia e di mio


figlio per tutto quello che ha fatto per noi, non lo dimenticherò mai. -







-Vedrò cosa posso fare, ma non le prometto niente.-







-Spero di rivederlo, un giorno... E non pensi male di me, la prego.-







-Arrivederci Danielle, e grazie del suo tempo. -







-Grazie a lei Françoise e mi raccomando... Ci rifletta. -







Francoise non disse niente, si limitò ad annuire e se ne andò. Raggiunse


Alain... Prima si scusò di averlo fatto aspettare a lungo, poi gli disse che la


sera non sarebbe uscita anche se era venerdì. Avrebbe guardato un film e


avrebbe fatto una bella dormita. Non sapeva perché ma Danielle l´aveva messa di


buon umore.







"Sarebbe una buona amica, del resto ho solo Cathrine come vera


amica, con le altre non è che abbia poi questo gran legame, siamo talmente


diverse."







Dopo cena Alain le telefonò.







-Pronto... Alain...-







-Ciao amore, volevo sentire la tua voce, cosa fai di bello? -







-Niente di particolare, sto guardando un film.-







-Che ne dici se porto i popcorn e ti raggiungo?-







-Alain, non so... Stasera non è che sono tanto in vena.-







-Mica ti mangio? So anche essere un bravo bambino. -







-Dai, non fare il buffone, lo sappiamo come va a finire e, ti ripeto,


stasera preferisco starmene da sola in pigiama e pantofole. -







-Ok, non insisto... Allora buon film. -







-Grazie, e buona serata anche a te. -







-Ti amo. -







-Ci sentiamo domani, notte. - Alain che si aspettava il classico


"anch´io" chiamò Jean.







-Ho sentito tua sorella. -







-E allora? perché lo dici a me...-







-Niente, l´ho sentita strana... Te lo volevo dire... Sai qualcosa che


non so? -







-No, che sappia io non lo sente da mesi... Perché? -







-No, niente, oggi eravamo a passeggio e mi ha mollato per chiacchierare


con una tipa... Mi è sembrato strano, tutto qui. -







-Secondo me stai esagerando, vedrai che non è niente. Non è che tutte le


volte ti possa dire le cose smielate. Anzi, non capisco perché sei così


preoccupato. -







-Niente dai... Forse hai ragione. Ora vado a leggere un po’. -







-Molto meglio... E resta calmo e trattala bene, altrimenti tutta quella


fatica per far fuori il "bellone" sarà stata vana. -







-Va bene, va bene, tranquillo... E´ tutto sotto controllo. -







[Si sbagliavano in pieno tutti e due]







 







Capitolo 11







 







La settimana seguente Françoise non volle vedere Alain. Un po´ per la


conversazione avuta con Danielle lo scorso sabato pomeriggio e anche perché


doveva concentrarsi quasi esclusivamente sulle prove del balletto. Il prossimo


sabato avrebbe avuto la prima della ripresentazione del classico "Le Lac


Des Cygnes", di  Rudolf Noureev. Lo


conosceva a memoria ma un insieme di pensieri che aveva in testa le fecero


prendere la decisione di non avere distrazioni, nonostante le insistenze del


ragazzo e di suo fratello.







 







Sabato 06 maggio, ore 21:00, al teatro Opéra de Paris







 







Il teatro era stracolmo, Françoise era stranamente molto nervosa quella


sera. I suoi genitori, assieme a suo fratello, Alain e Janètte erano seduti


nelle prime file assieme a Cathrine e Philippe. Danzò divinamente, come al suo


solito e l´applauso fu caloroso e duraturo. Ma sentiva che c´era qualcosa che


non andava, quella sera. Non era tranquilla come al suo solito. Alla fine del


balletto, invece di cambiarsi subito nel suo camerino, andò in sala a salutare


la sua famiglia, ne aveva un gran bisogno. Fortuna che l´abito era molto lungo


e meno vistoso di altre rappresentazioni.







Salutò i suoi amici, abbracciò Alain e successivamente si diresse a


salutare, come di rito, il direttore artistico e altri personaggi in vista


presenti in sala, tra cui il magnate della seta Monsieur Pièrre Leblànc,


assieme ad alcuni esponenti politici in pompa magna per la serata.







Mentre chiacchierava assieme a loro, porgendosi ai fotografi, una massa


di persone, passando per il corridoio centrale, stava cercando di raggiungere


l´uscita e le passarono vicino facendogli in molti i loro complimenti.







Ad un certo punto ebbe un brivido improvviso. Mentre un politico le


stava parlando, sentì un profumo, una fragranza che a lei parve inconfondibile.


Si girò improvvisamente. Impallidì. Notò subito che, in mezzo a quella gente


che gli era passata accanto c´era un ragazzo con un berretto, giacca, camicia,


foulard e  sguardo basso  che camminava a passo spedito tra la folla.







"Joe"







-Scusate, sono mortificata ma dovrei uscire un attimo.-







-Prego, vada pure mademoiselle.-







Gli venne l´impulso di raggiungere quel ragazzo il quale pensò potesse


trattarsi di Joe.







Anche con i tacchi non si perse d´animo e uscì fuori dal teatro.







C´era una calca che avrebbe impedito a chiunque di vedere a tre


metri  ma non a lei.







Azionò i suoi poteri e scansionò l´intera zona.







"Non puoi azionare l´acceleratore, ti vedrebbero... Ti troverò...


Pensò tra se."







"Eccoti... Joe... Possono vederti, stai attento... Ma perché te ne


stai andando senza almeno salutarmi"







Era già ad  un isolato di


distanza, lo vide mentre si toglieva il berretto e si aggiustava la camicia


prima di salire sulla metropolitana. Prima di salire si voltò indirizzando il


suo sguardo proprio nella direzione di lei.







Françoise iniziò a sudare freddo, non si aspettava che lui fosse


presente in sala. Cominciò a tremare, era sull´orlo di una crisi di pianto.


Cercò di ricomporsi.







"Ci ho messo troppo... Maledizione!"







Tornò dentro, si scusò con chi di dovere, salutò i suoi e andò a


cambiarsi. Già non doveva uscire col vestito di scena.







"Che figura".







Nel camerino trovò un mazzo di fiori bellissimi, i , o fiori della


felicità che fioriscono in Francia in quel periodo. C´era un bigliettino


insieme alla composizione. Non c´era scritto niente , solo il suo nome con una


strana calligrafia.







"Sei tu, anche se l´hai camuffata quasi alla perfezione...


Joe". Una lacrima le scese in volto...







Durante la settimana lei fu intrattabile, di pessimo umore. E non si


spiegava il perché. Era arrabbiata, forse con se stessa e non sapeva il motivo.


Perché non riusciva a staccarsi definitivamente da lui? O perché lui non


l´aveva voluta nemmeno salutare. Non volle vedere nessuno, tranne i suoi


genitori. Aveva bisogno di riflettere e, per farlo, doveva stare da sola.







"Perché eri lì? Perché mi segui nonostante tutto quello che è


successo? Siamo sempre al punto di partenza? O meglio, di non partenza?


Dimmelo... Joe... Una volta per tutte."







 







 







Sabato 13 maggio ore 9:30, appartamento di Françoise







 







"Stamattina non c´è scusa che tenga, vado al mercato, da SOLA e mi


guardo tutti i banchi che voglio! Acc, le chiavi della macchina... Mah si, vado


a piedi, guarda che giornatina."







Ad un tratto le si avvicinarono delle persone che uscivano dal parchetto


davanti al palazzo.







Ebbene sì, erano Pierre e Raul con le rispettive famiglie.







La moglie di Raul le si avvicino:







-Scusi signorina, lei è Françoise Arnoul, vero?-







-Si, sono io...-







-Intanto mi permetto di dirle che è un onore, di persona è molto più


bella che in TV... Complimenti, lei è bravissima...-







-Mille grazie- Sorrise...







-In realtà però siamo qui per un altro motivo. -







-Mi dica pure, che succede? -







-Il signor Shimamura abita con lei, giusto? -







-Temo ci sia un errore signora, il signor Shimamura non è più il mio


fidanzato da mesi oramai... E ora mi scusi ma devo andare. -







-Senta signorina, un´ultima cosa. Poi non la disturbiamo più, glielo


prometto. -







-Ok, mi dica pure. -







Francoise avvertì un misto di disagio e delusione negli occhi della


donna, poi diresse lo sguardo verso gli altri poco dietro e una sensazione di


tristezza la invase, ma non capiva il perché...







-Vede, noi siamo qui perché è da tempo che non vediamo più il signor


Joe, lei era l´unica nostra speranza, sapevamo che stavate insieme e quindi


siamo venuti da lei…-







-Perché volete notizie da me, cosa ha fatto Joe?-







-Niente di male signorina, anzi, siamo qui perché non lo abbiamo più


visto da quel giorno che venne a trovarci nelle nostre nuove case. Sappiamo che


fa il pilota di formula 1 e che è sempre in giro per il Mondo ma, oramai sono


passati mesi, credevamo vi vedeste nel tempo libero e che lui passasse del


tempo a Parigi, ma... Ci siamo sbagliati.-







Françoise non riusciva a capire... Era completamente allo scuro di tutto


ma si incuriosì.







-Cosa è successo con Joe?-







-Niente di male, solo che siamo un po´ preoccupati, è da molto che non


viene a trovarci, i primi tempi passava spesso da noi. Poi sapevamo che sarebbe


ricominciato il Mondiale ma ci aveva promesso che sarebbe passato quando


ritornava quì a Parigi.-







-Io... Io non ne so niente, mi vuole spiegare per piacere? Chi siete


voi?-







-Beh, vede, ora ci vede così, con dei vestiti decenti ma noi prima


eravamo dei senzatetto.-







-E questo cosa c´entra con Joe?-







-E´ iniziato tutto da quella notte quando, casualmente il signor Joe


entrò nel vicolo vicino alla chiesa  e


venne verso il nostro falò intorno al quale ci scaldavamo. Non so come ma ad un


certo punto lo vidi chiacchierare con mio marito per poi scomparire entrambi.


Tornarono poco dopo  con panini, patatine


e bibite per tutti. Sedemmo tutti con lui, chi dormiva si svegliò per l´odore


delle patatine e parlammo per un po’. Noi gli raccontammo le nostre


disavventure e lui, a suo modo ci raccontò un po´ delle sue. Seppi dopo da mio


marito che Joe volle ringraziarlo per avergli restituito il portafoglio dopo


che gli era caduto per terra.







Era davvero strano, un personaggio famoso come lui che se ne stava


fuori, seduto al freddo al nostro fuoco. -







-Quando è successo, scusi? -







-Mi sembra, la prima volta... ma si... certo, il 30 Novembre, erano


circa le 3:00, me lo ricordo bene perché faceva molto freddo quella notte e il


giorno dopo  era il compleanno di mio


figlio. -







Al sentire quella precisa data a Francoise venne un colpo e impallidì...


Iniziò a tremare...







-Signorina... Signorina, si sente male? -







-Io... Io... Non è possibile...-







-Pierre, credo stia male, sarà meglio chiamare qualcuno.-







-No, va tutto bene... La prego, continui, voglio sapere tutto.-







-Ma lei è pallida, forse sarà bene che...-







-No, ora va molto meglio, solo un giramento di testa ma mi sto già


riprendendo.-







-Va bene, allora se sta un po´ meglio ce ne andiamo e... Ci scusi


tanto.-







-No, non se ne vada, anzi entrate un attimo in casa, per piacere.-







-Ma... -







-Vi prego... Ho bisogno che voi entriate. -







Salirono solo le due donne prendendo l´ascensore con Françoise ed


entrarono in casa sua.







-Prego, sedetevi e raccontatemi tutto. -







-Va bene, come vuole. Come le dicevo lui veniva spesso, quasi tutte le


sere, spesso ci portava la cena e mangiava con noi. I primi tempi veniva


qualche volta, poi sempre più frequentemente. Noi tante volte gli chiedevamo


perché mangiava da solo, lui rispondeva che avevate orari diversi e che lei


mangiava quasi sempre a teatro dopo le prove con le sue colleghe. Noi non


facevamo altre domande. Certo che  era


strano. Spesso, si attardava da noi fino a tardi. Piano piano prendemmo


confidenza, gli raccontammo la nostra storia, di come perdemmo le nostre case,


il lavoro. -







-Mi dispiace molto... Se posso fare qualcosa. -







-Lei è molto gentile, anche Joe lo diceva. -







-Vi ha parlato di me? -







-Certo, e molto, si vedeva che era innamorato perso di lei.







Ci disse che era fortunato a stare con lei, anche se ne era molto


geloso. E ce l´aveva a morte con i paparazzi.-







Francoise sentì che stava per scoppiare a piangere ma cercò di


controllarsi e continuava ad ascoltare.







-Vi posso offrire qualcosa? Un caffè? Dell’acqua? -







-Grazie, va bene l´acqua-







Andò in cucina e tornò con la bottiglia e i bicchieri.







-Successivamente Joe fece rinnovare le patenti ai nostri mariti e ci


pagò sei mesi anticipati di affitto dei nostri appartamenti. E´ per merito suo


se ora abbiamo una casa, un lavoro, mangiamo, ci riscaldiamo, siamo una


famiglia normale, mandiamo i nostri figli a scuola, tutto questo grazie a lui.


Per questo siamo qui, per ringraziarlo e perché eravamo preoccupati,  credevamo che lei potesse aiutarci, magari


dirci quando tornava a Parigi. E cosa più importante dobbiamo restituirgli il


denaro, lo abbiamo accettato  a patto che


glielo avremmo restituito.-







Mentre parlavano  Francoise faceva


fatica a controllarsi per non scoppiare a piangere. Dopo due ore abbondanti...







-Ci dispiace che le cose tra voi non siano andate bene... Quando


vedevamo le vostre foto sulle riviste sembravate così felici, affiatati. -







-Si, lo eravamo, ma le cose ci sono sfuggite di mano. -







Françoise si sentiva tremendamente in colpa, aveva ascoltato i racconti


delle due donne e un nodo alla gola le si era formato, sempre più grosso... Non


riusciva quasi più a respirare." Che stupida che sono stata... Stupida…


Stupida"







"Ecco dove andava le altre sere... Certo, conoscendolo lui,


potesse, aiuterebbe tutti, è nella sua natura... Fran sei proprio una


stronza!"







-Signorina, si sente bene? Mi pare che lei stia per piangere. Tenga beva


un po’ d’acqua. -







-Grazie ora mi riprendo subito... Scusate. -







-No, casomai la colpa è nostra, non dovevamo venire. -







-No, anzi, avete fatto bene... Io... Io... Mi sento tremendamente in


colpa. -







-Ma non ne ha motivo. -







-Invece si, ce l´ho eccome. Ero convinta mi tradisse, capite? Convinta,


e me lo dicevano anche i miei amici ed io ingenua ho creduto a loro e non ho


creduto a Joe.-







Scoppiò, non si trattenne più, gli occhi le facevamo malissimo.







-Lei non ne sapeva niente, magari non ne avete parlato. -







-Non gli ho dato la possibilità di farlo, maledizione! -







-L´ho solo giudicato, convinta che se la spassasse con altre donne...


Non capivo perché usciva la sera... Una volta mi chiese di andare con lui e io


rifiutai. "Non mi importa dove vai, ma sappi che forse non mi trovi in


casa quando rientri".







Il nostro legame si era già spezzato, convivevamo ma era come se ognuno


vivesse per conto proprio e il nostro rapporto piano piano è andato a puttane.


Lui è rimasto da me solo per concludere i suoi affari, per il resto, eravamo dei


perfetti estranei. L´ho fatto per mia madre, lei voleva molto bene a Joe, non


sapeva niente di noi , di quello che ci stava capitando, gliel´ho dovuto dire


dopo la faccenda del paparazzo.-







-Paparazzo??-







-Lasci stare, è una lunga storia. Maledizione, quanti sbagli che ho


commesso.-







-Non è colpa sua, e nemmeno di Joe... Nella coppia, quando non c´è


dialogo, le cose si complicano. -







"Ho creduto a due stupide foto fatte per caso, e che non  significavano niente , ho creduto a mio


fratello, al mio ex  a quelle stupide


delle loro amiche, solo Cathrine mi aveva messo in guardia, non ho creduto


neanche a lei... Françoise, vergognati... Avevi vicino un uomo stupendo e la


tua bramosia di tornare a vivere, dimenticare il passato, rivivere gli anni


perduti nella guerra, tornare a essere un´adolescente in credito con la


vita  tutto questo ti si sta ritorcendo


contro... Ma posso ancora rimediare... Forse".







Il suo sguardo improvvisamente cambiò. "Inutile che ti piangi


addosso... Devi fare qualcosa... E subito!"







Finì il suo bicchiere d´acqua e si asciugò le lacrime, lo sguardo era


mutato, si fece più serio e deciso.







-E´ arrabbiata? -







-Si, con me stessa ma... E´ un bene, credo.-







-Si, lo è.-







-Non so davvero come ringraziarvi, mi avete aperto gli occhi.-







-Allora noi togliamo il disturbo, grazie del suo tempo signorina,


casomai sentisse Joe le dica che noi lo aspetteremo se vorrà tornare a farci


visita.-







-Sentite, a questo punto è quasi ora di pranzo, vi va di restare da me?-







A questa domanda le due donne si guardarono tra loro.







-Vorrei che restaste qui con me. -







-Ma signorina, non mi sembra il caso. Non vogliamo disturbarla ancora. -







-No, insisto, e visto che ci siamo ci facciamo portare il pranzo…-







-Ma signorina...-







-Insisto… Non ho il tempo per cucinare e non sono nemmeno tanto brava ma


siete ufficialmente tutti invitati  a


pranzo... E non accetto un no... E´ sabato, quindi siamo di festa, no? -







-Va bene, ci consultiamo con i mariti ... ok? -







Pranzarono tutti insieme, rimisero tutto a posto e Françoise fece vedere


loro delle foto di Joe vestito da pilota e alcuni ritagli di giornale che lei


custodiva gelosamente.







-Noi non siamo certo nella condizione di darti dei consigli o di dirti


cosa fare con lui, possiamo solo dirti che quando parlava di te la sua espressione


passava dalla tenebra alla luce, non ho mai visto un ragazzo come lui, deve


aver sofferto molto. -







-Si, ha sofferto tanto. -







-Voi avete condiviso parte della vostra vita, vero? -







-Si. Con tutto quel che di bello e brutto ci ha concesso.-







-Ce lo immaginavamo, da come ti descriveva, era come se tu potessi


leggergli dentro. -







-E´ cosi. Non avevamo bisogno di parlare per comunicare, spesso ci


bastavano gli occhi: -







-Com´è romantico tutto questo. -







-Si, lo è.-







-Riprenditelo, mettici tutta te stessa... Lui ti aspetta, ne siamo


certe. -







-Lo farò, vi ringrazio di cuore. -







-Siamo noi che ringraziamo te. Salutacelo tanto e abbraccialo da parte


nostra. -







"E con questa siamo a due... Chissà se avrò altre rivelazioni"







-Allora arrivederci e buona fortuna per tutto.-







-Arrivederci, buona fortuna anche a voi e... Grazie di cuore.-







"Idiota, cogliona, ... Hai buttato al vento l´amore della tua vita


per colpa dei tuoi amici... Vergognati… Mi fai schifo" si disse mentre


davanti allo specchio si gettava acqua fredda sul viso.







"Calma, Francoise... Rifletti... Cosa vuoi fare? Vabbè... Cosa


vorresti fare già lo sai ma... Come arrivarci? Pensa, pensa..."







Squillò il telefono... Era Alain..







"Cosa faccio? gli rispondo? Fran... Non puoi evitarlo per


sempre!"







Decise di rispondere.







-Pronto? -







-Fran, buongiorno... Dormito bene? -







-Non tanto. -







-Ti senti bene? -







-Ora si! ... Mai stata meglio. -







-Bene, sono contento... Ci vediamo oggi? -







-Non credo, ho da fare. - "Devo cercare un biglietto aereo".







-Ma cos´hai? Mi stai evitando da giorni e giorni... Che ti succede? -







-Succede che... Verità? -







-Certo... Ma così mi spaventi. -







-Vuoi che te lo dica ora o quando ci vediamo? -







-Ma cosa mi devi dire? Hai pensato alla mia proposta? Te l´ho detto,


posso aspettare, non ho fretta e tu devi essere sicura. Forse è per questo che


trovi sempre delle scuse per non stare con me. Dovevo immaginarmelo. E´ tutta


colpa mia. Ti prometto che non ti farò più pressioni.-







-No, non è questo.-







-E allora cosa succede? Hai preso la tua decisione?-







-Assolutamente si.-







-Allora dimmi, non farmi stare sulle spine. -







-Ok, come vuoi... Ti comunico che, da questo preciso momento, tra noi è


finita, definitivamente...-







Glielo disse con una tale naturalezza che si stupì...







-Ma cosa stai dicendo? Sei seria? -







-Come non lo sono stata mai. -







-E´ chiaro che non ti senti bene… Vengo subito da te. -







-Noooo, allora non capisci… Ho da fare e tu non rientri nei miei


programmi. -







-Francoise... Ma che ti ho fatto? Credevo tu mi amassi, che alla fine ci


saremmo sposati... Siamo tornati insieme dopo tanto tempo, siamo tornati ad


amarci, a fare l´amore... questo per te non conta niente? -







"Ingenuo. Un pò mi dispiace per te, ma sei stato solo un ripiego. E


il tuo fare l´amore è patetico in confronto a lui, ma questo non posso


dirtelo... Oppure si???"







Françoise decise finalmente di farla finita con quella farsa.







Cercò di essere gentile ma una parte di se era furiosa e mal celò le sue


emozioni, i suoi pensieri. A farne le spese colui che era dall´altra parte


della cornetta.







-Credevo contasse... Ma ora provo solo vergogna di me stessa,


frustrazione... Se mi guardo e penso che sono venuta per tutto questo tempo a


letto con te mi faccio ribrezzo... Come ho potuto farlo... Come ho potuto fare


questo a lui.-







-Lui??? Chi, il damerino campione di formula 1? Ma dai... Lo sai anche


te che gli girano intorno più donne a lui che ad uno sceicco nel suo harem. -







-Non ti devi permettere di parlare così di lui!-







-Ma se fino ad ieri lo disprezzavi!-







-Hai detto bene... Fino ad ieri... Anzi, a dire il vero avevo già smesso


di farlo. Ed ora le cose sono definitivamente cambiate, voglio tornare con


lui.-







-Ma sei impazzita? Non puoi giocare così con i sentimenti delle


persone.-







-Ma cosa ne vuoi sapere tu? Tu ed il mio fratellino amoroso avete fatto


di tutto per farci lasciare. Non sono stupida, anzi, lo ero, poi tutto mi è


stato chiaro... Anche quella sera al locale, quando la vostra amica Justine si


è allontanata...







Fu solo un caso che se ne andasse con Joe.... Era tardi e lui non


avrebbe mai fatto andare una ragazza sola in metrò a quell´ora della notte e


voi ci avete ricamato una bella storiella, non è vero? Ed io, ingenua ed


ubriaca, ci sono cascata in pieno. Avevate previsto tutto, non è vero? -







-Fran, non stai ragionando. -







-Andate tutti al diavolo, avete fatto di tutto per mettermelo contro, vi


odio!-







-Fran... Io non c´entro... Io ti amo, è stata un idea di Jean e di


Janètte, volevano aiutarmi a rimettermi con te, io non ho mai smesso di amarti


amore mio.-







-No, hai solo approfittato di un mio momento di rabbia e debolezza...


Ancora non posso credere che quella sera, così di punto in bianco, ti abbia


permesso di baciarmi, toccarmi. Forse era l´alcool... O forse… Quell´ultimo


drink... Quello dal sapore strano... Da li tutto è un po´ confuso nella mia


testa, credo anche di aver avuto anche delle allucinazioni... Ricordo solo che


ti ho baciato e poi....-







-E´ stata un´idea loro sciogliere l´ecstasy nel cocktail, io non


c’entro. -







-Cosaaa? Sei un bastardo... Tu, ...Tu, mio fratello e la tua sorellina.


Mi fate schifo! Dovrei denunciarvi, maledetti.







Mi avete rovinato la vita, ma giuro su Dio che ve la farò pagare cara,


costi quel che costi!-







"Maledizione, ecco cos´erano quegli attacchi d´ira, quella rabbia,


era un abbaglio quindi  quando l´ho visto


che flirtava intimamente con la barista, lui non la guardava neanche... Era me


che guardava."







-Ma io ti amo e ti rivoglio con me. Non pensi a noi due insieme? A


quando facevamo l´amore?-







-Si, e per questo mi sto odiando, te lo assicuro.-







-Che c´è, il tuo pilota e più bravo di me a letto?-







-Preferisco non rispondere.-







-Ma davvero... Non mi sembravi così dispiaciuta.-







-Alain, non farmi dire cose che ti farebbero male, molto male.-







-Davvero? Sentiamo, dove sta tutta questa differenza?-







-Lascia perdere, è meglio per tutti e due. Non ci voglio nemmeno pensare


a quando stavo con te, mi vergogno di me stessa, maledizione!-







-Dannazione... Tu... Tu... Non merito tutto questo disprezzo.-







-Neanche io ho meritato tutto questo, gran pezzo di merda. Ah, una cosa


puoi riferirla a mio fratello e alla tua sorellina... Pregate che riesca a


portarlo indietro da me e che possa perdonarmi o diventerò il vostro incubo


peggiore.-







Stava gridando… e sbatté violentemente la cornetta...







-Franc...-  tu tu tu tu tu...Riattaccò


nervosamente. “Ed ora organizziamoci".







 







 







Capitolo 12







 







 







14 Maggio, ore 8:30, appartamento di Françoise







 







Non chiuse occhio tutta la notte. Decise di chiamare l´aeroporto per


informarsi dei voli ma… "Aspetta, ma dove cavolo devo andare... Come


faccio a saperlo... Vabbè... Forza e coraggio.”  Compose un numero...







-Pronto.-







-Ciao Jet..-







-Fran, che piacere... Oppure no!?! 


Come stai?







-Dai Jet... Sto benissimo.-







-Meno male, allora niente discussioni o rimproveri.-







-No... Stavolta no, ma ho bisogno di un favore. -







-Ok... Anch´io sto bene, grazie per avermelo chiesto. -







-Jet. Ti prego, è importante! -







Dal tono della voce Jet capì che era tornata se


stessa..."Alleluya".







-Sono tutto orecchi! -







-Joe ora è a Montecarlo, e questo lo so. Sai se aveva in programma di


partire domani per Maranello?-







-Perché lo vuoi sapere? -







-Jet!-... Il tono della voce era di quelli che non ammetteva repliche...







-Ok, sei rinsavita…-







-Appunto, ora muoviti! -







-L´ho chiamato ieri sera per congratularmi con lui per la sua quarta


Pole consecutiva, oggi gioca in casa, vincerà sicuramente.-







-Lo so, qualche volta leggo anch´io i giornali e guardo la Tv.-







-Beh, comunque, da quel che mi ha detto, ha chiesto al presidente di


rimanerci dopo il gran premio, per poi tornare a Maranello in un secondo


momento, tanto ci sarà tempo per il prossimo gran premio in Belgio. Quindi, da


stasera e nei prossimi giorni, potrai trovarlo lì, perché è quello che intendi


fare? Giusto? andare da lui.-







-Si, e non vedo l´ora.-







-Se è come penso, dopo la cena di gala tornerà subito a casa, non credo


si trattenga per il ballo.-







-Perché ne sei tanto sicuro?-







-Perché l´ho sentito un po´ giù rispetto a quando gli ho parlato di


persona a Johannesburg, sembrava quasi rassegnato. Al telefono non sempre


riesco a farlo parlare.







Ora lui ha solo bisogno di guardare e sentire le onde del mare dal suo


balcone.-







-Capisco, ci sono già passata molte volte, so perché lo fa.-







-Anch´io, gli ricorda la nostra o meglio .... La vostra scogliera e il


rumore dell´oceano in Giappone.-







-Lo so, lo so molto bene, per questo vado da lui... Oggi stesso.-







-Sono contentissimo.-







-Anch´io, ma ho un po´ di paura.-







-Fran, Joe è solo, dannatamente solo. Non puoi sfogarti sempre per


telefono, non ho potuto aiutarlo e lui si sta autodistruggendo con le sue mani.


Gli ho anche suggerito di trovarsi un´altra ragazza per dimenticarsi di te.-







-Ah, grazie molte.-







-Françoise,  sai com´è fatto,


purtroppo vive di ricordi, ma non voglio che ti precipiti da lui perché ti


senti in colpa, faresti un grosso errore e lui se ne accorgerebbe. -







-Lo so perfettamente Jet, so quello che faccio. -







-Fa la cosa giusta... Come hai sempre fatto ma... Posso darti un piccolo


consiglio?







-Lo accetto con piacere. -







-Hai intenzione di dirgli tutto? -







-Tutto quanto. -







-Fossi in te tralascerei la faccenda di Alain e di quello che è successo


con lui... Conoscendo Joe, non credo gli faccia piacere che tu te la sia


spassata a letto col tuo ex pur sapendo che lui non aveva nessuna colpa se non


quella di averti detto di stare un po´ di tempo da sola a Parigi per abituarti


piano piano. Sai quanto è geloso.-







-No, ho intenzione di riprendermelo indietro ma non posso farlo se parto


con una bugia. -







-Ma se non ti chiede niente... Tu non dirglielo. -







-Assolutamente no, o completa sincerità o niente... Correrò il rischio.


-







-Va bene, tanto, quando sei così decisa nessuno può farti cambiare idea.


-







-Infatti. -







-Allora... Buona fortuna, Fran.-







-Jet, un ultima cosa.-







-Dimmi... Anche se mi immagino cosa sia.-







-Cioè?-







-Vuoi sapere se c´è stata un´altra ragazza, non è così?-







Silenzio tombale......







-Vorrei sapere se ORA frequenta un´altra ragazza.-







-No Fran, dopo di te nessuna, anche se in Spagna c´era una modella che


gli ronzava intorno in maniera alquanto sfacciata. Al telefono mi ha anche


detto che se l´è trovata in camera sua in albergo dopo la cena con lo staff.-







-Ahi, ahi.-







-Fran, è un uomo, anche se a metà, ed ha gli stessi istinti di un


normale essere umano, e le occasioni non gli mancano, questo lo sai anche tu.-







-Ne sono cosciente, purtroppo.- Sospirò....







-Comunque stai tranquilla, ha aggiunto che, per sua scelta, non è


successo niente.-







-Meno male, mi sento meglio... Ci speravo sai?-







-Si, è andata bene ma non sarà per sempre così. Lui ha ancora te in


testa, e questo me lo ha fatto capire in tutte le salse, ma sta soffrendo le


pene dell´inferno, è irriconoscibile, non si arrabbia neanche più per le mie


battutine. Ma verrà il momento che volterà pagina, e troverà un´altra donna che


lo amerà come lo ami tu.-







-Questo non accadrà mai, non lo permetterò... E poi, non credo ci sia


un´altra donna che lo ami quanto lo amo io. Ho solo mentito a me stessa, come


mi avevi detto, anche se non ti ho voluto ascoltare, forse a causa del mio


orgoglio che credevo ferito. Ora posso solo sperare di fare ancora una volta


breccia nel suo cuore.-







-E io farò il tifo per te, sorellina.-







-Jet, grazie per avermi chiamata di nuovo così.-







-Ti avverto, ti troverai di fronte un altro Joe, a cominciare dai suoi


occhi, troverai un muro impassibile, magari non la prenderà bene e vorrà mille


spiegazioni ma tu non mollare, gioca bene le tue carte. Hai dalla tua che è


sempre innamorato di te, dovrebbe bastare quantomeno a riallacciare i vostri


rapporti.-







-Grazie del consiglio, Jet.-







-Buona fortuna Fran.-







-Ne avrò bisogno, grazie.-







Chiamò il suo direttore artistico dicendogli che sarebbe mancata alle


prove per qualche giorno, almeno lei sperava in questo, lui le rispose che non


c´erano problemi... Le prove andavano sempre meglio e non era certo un problema


stare ferma per una settimana. Chiamò lo Cha De Gaulle e prenotò un volo per


Nizza... Sarebbe partita alle 17.00..."Massimo alle 21.00 sarò da lui...


Ho un ansia peggio di una liceale al suo primo appuntamento"







Fece in fretta la valigia, non sapeva neanche bene cosa ci avesse messo


dentro ma una cosa non voleva dimenticarsela… Una copia delle chiavi di casa di


Joe nel suo comò ..."Eccole".







Le strinse nella sua mano, come se fossero un tesoro, e le infilò subito


in borsa per essere sicura, spazzolino, dentifricio, qualche ricambio intimo


e... Le jeux son fait...







"Non mi arrenderò tanto facilmente Jet, me lo riprenderò... lo amo


troppo, ora lo so più che mai".







-Pronto.-







-Cathrine, sono io.-







-Perché mi hai chiamata?-







-Volevo parlarti, è molto importante.-







-Ci saremmo viste tra poco a teatro... C´è qualcosa che dovrei sapere?-







Cathrine restò un po´ fredda con lei, come del resto quasi sempre, da


quel famoso venerdì sera.







-Si. Parto stasera.-







-Ah. E dove vai, se posso permettermi?-







-A Montecarlo.... Da lui.-







Momento di silenzio....







-Cath... Ci sei ancora?-







-Siiiiiiiiiii, così mi piaci. Era ora che ti svegliassi Fran.-







-Augurami buona fortuna.-







-In bocca al lupo!.-







-Crepi il lupo!-







-Fai la brava e..... Riprenditi ciò che è sempre stato tuo di diritto!-







-Farò il possibile.-







-A presto.-







-Non così presto, spero.-







-Ahhh, ok. Ricevuto!-







-Sempre amiche?-







-Ora si, più di prima.-







 







Ore 13:15







 







-Pronto, qui radio taxi.-







-Salve, vorrei un taxi a questo indirizzo: 3 Rue de Rosiers.....-







 -Ok... Dix minutes.-







-Merci beacoup.-







-Au revoir.-







Il taxi arrivò puntuale come un orologio....







 -Bonjuor.-







-Bonjuor.-







-Dove andiamo? -







-All´aeroporto, grazie. -







-Ok,in un ora siamo lì. -







-Perfetto. -







Durante il tragitto incrociò lo sguardo col suo tassista.







-Quando torno a casa e dico a mia moglie chi ho portato all´aeroporto le


viene una sincope. -







-Scusi? -







-Beh, non capita tutti i giorni di avere un passeggero della sua fama...


portare la famosa étoile dell´Opéra... Per me è un grande onore signorina. -







-La ringrazio, lei è molto gentile. -







-Dov´è diretta? Se posso chiedere. -







-Si figuri... Vado a Montecarlo. -







-Bel posto, molto romantico. -







-Lo spero davvero. -







-Allora c´è qualcuno che l´aspetta.-







-Non propriamente, ma lo desidero tanto. -







-Gli dica da parte mia che è molto fortunato. -







-Mi piace il suo numero di taxi, spero mi porti fortuna.-







-Lo spero per lei, di solito il 1515 è un numero che porta fortuna.-







-Magari, non è facile che lo convinca a tornare da me.-







-Lei è bellissima e famosa, chi è quel pazzo che oserebbe rifiutare una


simile proposta da parte sua?-







-Joe Shimamura.-







Il tassista sgranò gli occhi...







-Il campione di formula 1? -







-Si, proprio lui. -







-Giusto… Accidenti a me che non guardo mai le riviste di moda e gossip…


Voi state insieme. -







-In realtà stavamo...-







-Allora starete di nuovo, il mio taxi vi porterà fortuna.-







Arrivarono all´aeroporto, Francoise scese e salutò il tassista lasciando


una cospicua mancia.







-Bene, signor?-







-Jeròme.-







-Mi ricorderò di lei e del suo taxi.-







-Arrivederci, le auguro buona fortuna signorina Arnoul.-







-Grazie, arrivederci-







 







14 Maggio  ore 14:30,


aeroporto  Charles De Gaulle







 







 







Era largamente in anticipo, eppure iniziò a correre disperata, era in


uno stato d´animo tra l´ansioso e l´eccitato, non sapeva bene nemmeno lei cosa


le stesse succedendo.







Paura? Rimorso? O entrambi? Una cosa era certa, aveva il terrore di


essere respinta. E si perché oramai lui era nel pieno del suo mondiale, primo


in classifica come piloti e costruttori, stava dimostrando al mondo intero che


era tornato più forte di prima. Lei pensava che non era solo bravura la sua,


era rabbia, frustrazione, il fatto di non aver niente da perdere, non si ha


terrore di schiantarsi a 300 kmh se non hai nessuno a casa che ti aspetta o se


sai che nessuno si preoccupa per te.







"Perché fino ad ora non ci hai pensato? Eppure lo vedevi sulle


foto, in Tv, non hai mai pensato a come si sentisse lui, sei stata ignobile,


convinta dei suoi tradimenti, legata al passato. Quando tu stai male, hai una


spalla su dove versare le lacrime mentre lui non ha nessuno. Aveva te e tu gli


hai negato anche questo senso di conforto".







Si diresse verso il bagno e sistemarsi un po´ i capelli ed il trucco. Si


era vestita in modo soft, era il suo marchio di fabbrica, semplice ma sensuale.


Pantaloni a sigaretta, scarpe basse di tela nere, maglioncino di cotone


abbastanza aderente da mettere in risalto il seno, un giubbino in pelle


semplice ma elegante... I capelli raccolti in una treccia laterale, pochissimo


trucco e un sorriso negli occhi pieno di speranze. Cercò una cabina telefonica


per chiamare a casa...







"Sicuramente mi prenderà per matta... o forse capirà... si, lei


capirà, ne sono certa".







-Pronto.-







-Mamma, sono io.-   







-Françoise, da dove chiami?-







-Dall´aeroporto.-







-Cooosa? E dove vai?-







-Mamma, non fare domande, ti prego.-







-Ho capito... Vai da lui.-







-Lo so, non c´è bisogno che me lo ripeti. La mia vita sentimentale sarà


sempre un gran casino.-







-No, se hai fatto chiarezza nel tuo cuore, sarà limpida e trasparente


come non lo è mai stata.-







-Grazie mamma. Saluta papà da parte mia.-







-Lo farò. Stai attenta, ma soprattutto... Vedi di riportarlo da te. Ne


va della salute di tutti, soprattutto la tua.-







-Farò il possibile, te lo prometto.-







Fece il check-in e si diresse al gate... L´attesa la stava snervando.


Quando lo speaker chiamò il suo volo si sentì le gambe tremare, si fece


coraggio e  salì sull´aereo... Posto


115a. "Accidenti, questo 15 mi perseguita, spero davvero mi porti


fortuna".







Il suo passeggero accanto era un uomo sulla quarantina  che quasi non spiccicò parola, se non per


chiedere l´ora. Poi forse due parole ma solo quando lui non aveva gli occhi sul


giornale.







Il suo sguardo si illuminò quando le chiese il motivo per cui andava a


Nizza. Gli attaccò un bottone che non finiva mai.







"Ma tu guarda questo... E´ una persecuzione allora... Ma cosa vuoi


che me ne importi se hai comprato la Tv nuova a colori perché quest´anno la


Ferrari ha ottime probabilità di vincere il mondiale… Eh, certo, ci corre Joe


Shimamura... Ah... Ma tu pensa! Tua figlia ha il suo poster in cameretta...  Come ho fatto a non pensarci... Che


diamine"







-C´è solo una cosa che mi lascia perplesso.- Continuò lui...







-Quale?- Chiese Françoise... 


" Meno male, forse la finisce con questa filastrocca!"







-Vince sempre, ma quando è sul podio e si concede ai giornalisti, la sua


espressione non è proprio quella di un campione vincente come lui, mi chiedo


perché.-







-Non siamo tutti fatti nello stesso modo!-







-Va bene, ma è la sua espressione strana, sembra persino triste, quando


lo inquadrano da vicino. Non canta nemmeno l´inno nazionale del suo paese!-







A questa affermazione Françoise si intristì, forse quel perfetto


sconosciuto poteva aver ragione...







-Eppure gli girano intorno tante di quelle belle donne, fossi al suo


posto non me ne lascerei scappare nemmeno una!-







"Meno male che lui non è come tutti gli altri uomini, scontati e


cretini come te."







Però, a volte, il fatto che lui fosse tanto famoso le dava un po´


pensiero. Conosceva Joe, non era molto amante dei giornalisti e della


televisione, era molto riservato... Soprattutto se pensava al fatto che il


pilota al tempo era la stessa persona di 009 ma, forse, questo apparteneva


finalmente al passato e non sarebbe più tornato.







"Lui sarebbe molto più contento di fare autografi e di fermarsi a


parlare con i suoi tifosi piuttosto che farsi vedere sui giornali... Il


problema sono le donne che gli girano attorno… Certo che Jet poteva anche


risparmiarsela quella storia della modella in camera sua in Spagna, accidenti a


lui! Ma ci penso io d´ora in avanti!" Un velo di tristezza attraversò la


sua mente ma sparì subito, era quasi arrivata.







 







 







CAPITOLO 13







 







 







 







L´aereo atterrò. Puntuale come un orologio e, mentre scendeva le


scalette dell´aereo, ebbe come un tuffo al cuore. Erano circa le 19:00. Non


aveva nemmeno portato la valigia, solo un trolley con lo stretto necessario


come bagaglio a mano. Quindi si diresse in tutta fretta verso l´uscita.







"Se andasse bene, casomai compro lì quello che non ho portato con


me!"... Pensò tra se e se. Chiamò un taxi.







-Buonasera. -







-Mi porti a Montecarlo. 235 Rue Ambassador, pour favoire-







Il taxi arrivò in due ore e mezzo circa... C´era molto traffico quella


sera.







-Tenga il resto. -







-Merci. -







Guardò il palazzo dell´appartamento di Joe, era davvero bello, così


anche tutto il quartiere residenziale.







-Eccoci, Fran, ci siamo... Respira... Respira…







Si ricordò le chiavi che Joe una volta gli aveva indicato, quella che


apre il portone, quella del garage e quella che apre la porta di casa, compresa


la combinazione numerica per disinserire l´allarme. Prese l´ascensore...







Ultimo piano, ultima stanza a destra. Prese le chiavi, entrò... Sentì il


suono dell´allarme, Joe non era in casa, altrimenti non avrebbe emesso quel


cicalino che indicava di disinserirlo.







Così fece, la combinazione era semplice... Era una data tutta loro... Il


primo loro incontro… 15 gennaio 1968.







Accese la luce, si guardò incontro... Era agitata a dismisura… Mise il


trolley in un angolo e posò la borsa.







Si guardò attorno, l´appartamento era bellissimo, tutto in parquet, come


lo ricordava. Una bel salotto grande, entrò in cucina, bellissima e


spaziosissima... Notò che c´era qualcosa nell´acquaio,  un piatto, un bicchiere, forchetta e


coltello... "Forse oggi ha mangiato qui, da solo".







Andò in camera sua, la prima... La più piccola delle tre a


disposizione... "Chissà perché ha scelto di dormire proprio in


questa"... Pensò... "Cretina che non sei altro, non avrebbe mai


dormito nell´ultima, ci aveva dormito qualche volta con te!" Era tutto


perfettamente in ordine, il bagno bellissimo con la grande vasca idromassaggio.







Poi il pezzo forte... La terrazza che guardava il mare. Vi era una


bellissima sedia a dondolo ed un tavolino da fumo. Si immaginava quanto tempo


passasse lì. A lui era sempre piaciuto il rumore delle onde, stranamente, a


molti, farebbe tristezza, lui invece, a quel suono diventava più sereno, gli


passavano tutte le preoccupazioni. Spense la luce del salotto...







"Beh, è anche per questo che sei qui, no? Perché è diverso,


maledettamente diverso dal resto degli uomini di questo mondo... E´ Joe, il mio


Joe."







Era completamente assorta nei suoi pensieri, si mise a sedere sulla


sedia ed iniziò a dondolarsi, lentamente, cullata dal silenzio, dalla luce


della luna e dalla leggera brezza che le accarezzava il viso.







Si abbandonò alla fantasia, al piacere che tra poco l´avrebbe rivisto.


Il problema era: Come avrebbe reagito lui?







"Dio mio, fa che non mi cacci come l´ho cacciato io... Ne


morirei".







Erano passate più di due ore.  Joe


arrivò alla porta, aprì ed entrò... Notò subito che non aveva avuto bisogno di


girare la chiave e che l´allarme era stato disinserito. Pensò subito ad un


intrusione ad opera di un ladro.







Essendo un cyborg, non è che la cosa lo spaventasse molto, casomai


sarebbe stato il contrario... Non disse niente ma vide la porta scorrevole a


vetri aperta a metà e si diresse sulla terrazza. Era quasi buio e non si era


accorto della presenza di Françoise, oltretutto la terrazza era quasi 200 metri


quadrati e girava tutt´intorno all´attico. "quando mai si è visto  un ladro che, invece di ruffolare per casa,


preferisce guardare il panorama... Secondo me ha bevuto!". C´era solo la


luce della luna che illuminava in penombra la terrazza.  Si stava dirigendo verso la  sua sedia a 


dondolo e notò che stava 


dondolando lentamente... "Tranquillo, mettiti pure comodo, anzi,


visto che ci siamo che ne diresti di un caffè?"







-Se volevi rubare, oppure guardare il panorama, hai scelto


l´appartamento e la persona sbagliata. Ti suggerisco di andartene subito e non


chiamerò la polizia-







Françoise ebbe un sussulto, non lo aveva sentito entrare, tanto era


assorta nei pensieri, ora non le restava che alzarsi, girarsi e apparire a


lui... C´erano pochi metri di distanza... Esitò. Era nervosa ed imbarazzata


all´ennesima potenza.







Joe fece qualche metro seguendo il chiarore della luna... Ad un tratto


vide qualcuno che lentamente si stava alzando dalla sua sedia... Restò a


guardare incerto ed in silenzio… Finalmente la esile figura di Françoise gli si


materializzò davanti...







Gli venne quasi un colpo... Lo sguardo si posò sugli occhi di lei,


rimase immobile a fissarla, incredulo... Non riusciva quasi a respirare...


Nonostante non potessero quasi vedersi in viso, si guardarono intensamente


senza staccare lo sguardo l´uno dall´altra.







Lei si fece coraggio... "Forza, non tremare ora... Non piangere...


Resisti... Avvicinati a lui, coraggio"







Gli si avvicino piano piano, lui era rimasto immobile con due occhi


increduli e smarriti. Gli occhi negli occhi...







-Ciao Joe.- Disse con voce tremolante.







-Ma… Tu... Ma com´è possibile? Io sto sognando... Tu qui??-







-No, Joe, non stai sognando, sono io, e sono qui, davanti a te.


Finalmente sei arrivato, ti ho aspettato tanto, sai?-







-Françoise...- Non gli venivano le parole, era impietrito. -Io... E´


successo qualcosa?-







-Shshshsh, prima che tu dica qualsiasi cosa posso avvicinarmi un po’ a


te?-







-Ma... Non capisco... Tu non dovresti essere qui. Maledizione... Che ci


fai qui???-







Si prese la testa tra le mani....







-Joe, non rendere tutto più difficile.-







-Françoise.-







-Mi sto avvicinando a te. Ti prego, sto cercando di trattenere le


lacrime.-







Erano a pochi centimetri ormai, fermi e immobili, l´uno di fronte


all´altra. Passarono forse due minuti nei quali 


i loro sguardi pieni di imbarazzo e di tremore si persero l´uno


nell´altra.







-Joe, ti sto per prendere le mani, ti prego, non respingermi.-







Gli prese le mani ed entrambi ebbero un sussulto. Françoise cercava di


controllarsi ma aveva gli occhi che le stavano per uscire dalle orbite, tanto


erano gonfi. Joe era rimasto assolutamente immobile, ma quel contatto lo


destabilizzò. Stava provando quel calore delle mani di lei che aveva


completamente dimenticato.







Sul primo momento stava per ritirarle ma poi si abbandonò al suo


contatto.







-Ti prego, abbracciami.-







Lei lo guardava sempre negli occhi e gli si avvicinò ancora di più, al


punto che entrambi potevano sentire il loro respiro sulle guance... Ma


inaspettatamente, a quella richiesta il ragazzo tornò in se...







-No... Stai indietro! Stai lontana da me!-







Le lasciò le mani e si allontanò di un po´, ma lei continuava ad


avvicinarsi mentre lui piano piano indietreggiava, fino a quando arrivò a


toccare con la schiena  la ringhiera del


balcone... Ora lei lo guardava ancora fisso negli occhi e gli era ancora più


vicino di prima, era arrivata a pochi centimetri dalla sua bocca.







-Non importa se non vuoi abbracciarmi, ma, ti prego, lascia almeno che


lo faccia io...-







Lui era ancora impietrito, tremolante e non riusciva a respirare… Lei lo


abbracciò, da primo dolcemente, poi sempre con maggior vigore e lui, piano


piano, si lasciò andare e ricambiò il suo abbraccio.







L´emozione era tanta, troppa, non se lo aspettava nemmeno lei e sentì


che anche lui stava tremando...







-Abbracciami, abbracciami più forte che puoi, ti prego.-







Si abbracciarono stretti... Rimasero alcuni minuti fermi alla luce della


luna. A Françoise le braccia di Joe, quelle braccia lunghe e forti, le erano


mancate davvero tanto.







"Non puoi nemmeno immaginare quanto mi sei mancato".







Lei lo stava stringendo con tutta la forza che aveva dentro, quasi a


soffocarlo, mentre  le sue lacrime iniziarono


a bagnare la camicia di lui. Françoise esplose nell´attimo in cui si accorse


che, anche Joe, aveva iniziato a sua volta a piangere.







"Ma tu stai piangendo , allora ti sono mancata amore mio."







Rimasero stretti per molto tempo, il tempo necessario ad entrambi per


metabolizzare quel momento.







"Quanto ho desiderato di essere abbracciata di nuovo da te,


Signore, fa che il tempo si fermi ora, non voglio staccarmi da lui, mai


più" . Joe si asciugò le lacrime con la manica della sua camicia credendo


che lei non si fosse accorta di niente.... Ma il pianto di lei non accennava a


diminuire.







-Françoise... Aspetta... Ecco qui...- Le asciugò le lacrime col suo


fazzoletto con un gesto molto dolce.







Lei stava assaporando quel suo inconfondibile odore che la inebriava da


morire...







- Joe. Piango di felicità, e, visto che sono tremendamente felice, credo


piangerò ancora per molto. -







-Ancora non ci credo che tu sia venuta qui da me. -







-Non esiste altro posto in cui vorrei stare se non con te. -







-Abbracciami ancora. -







-Con tutta la forza che ho. -







Rimasero così ancora per molto tempo. Poi si staccarono, quasi nello


stesso istante.







-Françoise, ti chiedo scusa se posso sembrarti un po´ triste, ma sono


stato malissimo, ho sofferto tanto. Sono felice di vederti ma ancora non ho


capito dove ho sbagliato. -







-No, lo sbaglio è stato solo mio, e me ne pento amaramente. Sono stata


una stupida, ho lasciato andare l´amore della mia vita senza combattere per


tenerlo con me. Ho fatto un errore dietro l´altro, mi vergogno di me stessa. Ma


ho capito una cosa molto importante in questi mesi che siamo stati lontani...


Io ho un estremo bisogno di te... Ho sempre bisogno di te. Tu sei la mia vita.







Lo so che non potrà tornare tutto come prima ma vorrei avere la speranza


che forse, un giorno, tu ed io, potremmo ricominciare da capo, insieme. -







-Françoise, io non chiedo di meglio. Mi sei mancata da morire. E ogni


giorno non facevo che chiedermi cosa avevo fatto di male per meritare il tuo


disprezzo. Ho dato la colpa al passato, a tutto il male che ti ho fatto, alla


guerra, alla violenza. Ma in tutto questo io .... Io non ho mai smesso di


amarti, te lo giuro.-







-Joe, così mi farai di nuovo piangere. Io voglio parlare con te, ma così


non ce la farò mai.-  Gli sorrise....







-Lo vuoi un bicchiere d´acqua?-







-Si, grazie, ne ho davvero bisogno.-







Entrarono in casa chiudendo la splendida porta a vetri e Françoise si


sedette in salotto, separato dalla cucina da un meraviglioso arco con travi a


vista che si ergeva imponente su un´ampia apertura .







Joe tornò dalla cucina con acqua e due bicchieri....







-Come va con la danza?-







-Benissimo. E da quel che vedo in televisione, vai alla grande in


pista.-







 -Sono felicissimo di poter


finalmente parlare con te, senza che tu ti arrabbi come hai fatto a Parigi, io


avevo chiesto solamente questo.-







-Perché non farlo quando sei venuto alla prima quel 6 Maggio?-







-Tu sapevi che ero lì? E come hai fatto? Hai usato i tuoi poteri?-







-No quelli li ho usati dopo l´esibizione e un´altra volta quando ti ho


sentito al telefono con Cahtrine. Quella sera al teatro ho sentito il tuo


profumo. Poi ho visto quei fiori meravigliosi e quel bigliettino col mio nome.


La lettera esse, non l´hai camuffata troppo bene.-







-Accidenti, credevo di aver fatto un´opera perfetta.-







-Quasi perfetta, lo ammetto... Ma non per me che conosco a memoria la


tua calligrafia... E forse  ogni cosa di


te.-







-Fran, quella sera non potevo parlarti, ero troppo agitato e non sapevo


come avresti reagito tu.-







-Non lo so nemmeno io, ma certamente sarebbe stato un inizio.-







-Ma perché mi hai lasciato? Dopo tutto quello che abbiamo dovuto


affrontare credevo volessi stare con me.-







-Lo so Joe, e mi dispiace da morire, ma non si può tornare indietro…


potessi lo farei ma non posso. -







-Perché mi hai detto tutte quelle brutte cose? -







-Perché credevo mi tradissi. -







-Ma io non ti ho mai tradita Françoise.-







-Lo so, ora lo so e mi dispiace da morire... Ho rovinato tutto per la


mia gelosia, per la rabbia, per i fantasmi del nostro passato. -







L´espressione di Joe, da malinconica e triste pian piano si fece più


limpida, Françoise se ne accorse subito, ora lui aveva bisogno giustamente di


spiegazioni.







"Ora viene la parte più difficile, le verità, è giusto che sappia,


a costo di tornare indietro col primo volo!" 







Lui non si fece attendere...







-In tutto questo tempo mi sono sempre chiesto cosa non ha funzionato, se


io, il mio carattere, la mia gelosia, il non essere stato all´altezza delle tue


aspettative, il non aver legato con i tuoi amici... Io non so... Mi sono


sentito in colpa ma non sapevo di preciso per cosa. -







-No, Joe, la colpa è mia che mi sono lasciata trascinare dagli eventi e


mi dispiace non averti dato la possibilità di spiegarti, non so cosa mi sia


preso, ma, se siamo arrivati a questo punto, la colpa è interamente mia. -