FanFiction Cyborg 009 | Guarisci presto di meg9 | FanFiction Zone

 

  Guarisci presto

         

 

  

  

  

  

Guarisci presto   (Letta 626 volte)

di meg9 

1 capitolo (conclusa) - 0 commenti - 0 seguaci - Per tutti

    

 

Sezione:

Anime e MangaCyborg 009

Genere:

Romantico - Fantascienza - Introspettivo

Annotazioni:

Happy Ending

Protagonisti:

Joe-009 - Françoise-003

Coppie:

Joe-009/Françoise-003 (Tipo di coppia «Het»)

 

 

              

  


  

 Guarisci presto 

"A volte è bello... anche essere il più debole dei due".


  

-Uhn…

-Come ti senti?

Le luci forti del laboratorio. Ronzio di macchinari. Spossatezza e dolore in tutto il corpo, i ricordi confusi mentre la coscienza, lentamente, si fa di nuovo largo.

-Non troppo male… credo. Cosa è successo stavolta? Li abbiamo presi?

-Alla fine sì. Ma l’ultima esplosione ti ha investito quasi in pieno. Non avresti dovuto avvicinarti così tanto. Ci sono voluti due giorni solo per farti riprendere i sensi.

-Mi… dispiace.- Comincia a ricordare. Si solleva leggermente. -Gli altri erano in pericolo. Non ho potuto farne a meno. Ti sei preoccupata molto?

Lei indossa il camice da infermiera. Si vede che vorrebbe fare uno sguardo severo, ma sorride leggermente, sollevata. -Non più del solito. Sei sempre guarito anche da cose peggiori. Diciamo che ormai ci ho fatto l’abitudine. E lo so che non possiamo evitarlo. Ma qualcuno degli altri… be’, dovresti sentire come ti insultano tutte le volte che ti riduci così.

-Me lo immagino. Be’, meno male che quando lo fanno sono sempre svenuto, allora.- Cerca di tirarsi un po’ più su e una fitta gli attraversa il torace. Una smorfia. Poi coglie lo sguardo di lei. -Scusami. Non dovrei scherzarci sopra.

Ma non è una novità neanche questa. Se uno è capace di ridere dopo essersi quasi fatto ammazzare… vuol dire che è ancora vivo. Per questo ci piace tanto fare i buffoni. Solo che… adesso alcune cose sono cambiate.

Abbastanza cambiate da farlo sentire in colpa ogni volta che sfiora la morte. E da farlo sentire ogni volta ancora più felice di essere vivo.

-Te la senti di mangiare qualcosa?

-Magari tra un po’.- La testa gira ancora vertiginosamente. In un certo senso, è quasi piacevole sentirsi così debole, però. Significa che per ora non è obbligato a sforzarsi di nuovo. Che può soltanto restare tranquillo e lasciarsi accudire come un normale malato. Indica i cavi e i tubi attaccati al suo braccio. -Tra quanto mi potrò staccare di dosso questa roba? Sai che non lo sopporto quando non mi posso muovere.

-Ecco, per questo il professore preferisce quando dormi. Almeno non smani per alzarti. Sei sempre stato un pessimo paziente.

-Scusa- ripete. Anche perché ha sentito qualcosa nel suo tono di voce. -Te lo prometto… cercherò di migliorare.

-So che non ti si può chiedere di non correre rischi. Almeno, però…

-…non devo correre rischi inutili. Sì. Lo so.

Perché quando rischia la vita, ora… non è più soltanto la sua vita che rischia.

O forse è sempre stato così.

-Adesso stai giù.- Le mani sottili, ferme, spingono con delicatezza sulle sue spalle e sul torace, e poi gli rimboccano le coperte. In questo momento è lei ad essere tanto più forte. -Credo che non ti farebbe male riprendere sonno per qualche altra ora. Se nel frattempo dovessero esserci problemi, ce ne occuperemo noi. Non devi sempre farti carico di tutto tu.

-Agli ordini, dottore.

-Sciocco.- Ma la parola è pronunciata dolcemente.

Sì. È bello anche essere il più debole. Del resto, con lei non lo è forse sempre in tante cose? La mano posata sul suo petto è fresca, come quella che gli sfiora la fronte. E quando chiude gli occhi obbediente, prima che lei se ne vada, sente per un attimo il suo tenero bacio sulle labbra.

-Guarisci presto, così potrò sgridarti. Non sai quanto sei stato fortunato.

Oh, sì che lo so, pensa ascoltando il suo passo più leggero che si allontana, mentre si lascia di nuovo ricadere in un torpore più benefico e sereno. Stanne certa. Lo so.

 

     


                     





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