FanFiction 30 seconds to mars | We've Crossed the Line di VioEnkeli | FanFiction Zone

 

  We've Crossed the Line

         

 

  

  

  

  

We've Crossed the Line   (Letta 2149 volte)

di VioEnkeli 

23 capitoli (conclusa) - 0 commenti - 0 seguaci - Vietata ai minori di 16 anni

    

 

Sezione:

Artisti musicali30 seconds to mars

Genere:

Erotico - Romantico

Annotazioni:

Nessuna

Protagonisti:

Jared Leto - Linda Borten - Shannon Leto

Coppie:

Jared Leto/Linda Borten (Tipo di coppia «Het»)

 

 

              

  


  

 02 ~ Farina, Latte di Soia e… Sesso 

«Be’ oddio… vederti fare i pancakes…» Lui scoppiò a ridere. «Ehi…» mormorò con fare cospiratorio. «Vuoi vederli in direttissima?»


  

Casa di Jared era decisamente più grande di quella di suo padre.
Linda si guardò attorno dalla soglia della porta d’ingresso, emozionata all’idea di essere lì.
«Coraggio, non essere timida» le disse il cantante, dandole una spintarella verso l’interno. «Benvenuta in casa mia»
Lei sorrise, arrossendo appena. «Grazie» mormorò. «È davvero molto bella»
«Vuoi fare un giro panoramico?» propose lui, con il sorriso sulle labbra. «Dai vieni» disse poi, prendendola per mano. «Sappi che sei l’unica fan ad essere entrata qui» ammise, sorprendendo sé stesso per quella rivelazione.
Scosse la testa, scacciando la vocina che gli risuonava nella mente e che gli stava lanciando mille segnali d’allarme.
La trascinò in giro per tutta la casa, sentendosi profondamente fiero di quello che le stava mostrando.
Quando entrarono in cucina, la vide ridacchiare. «Che c’è?» chiese, curioso.
Linda si morse un labbro, continuando a sorridere. «Ti prego… dimmi che non combini tutti i guai che hai fatto durante il VyRT, in questa bella cucina»
A quelle parole, Jared scoppiò a ridere, ricordando bene i suoi “VyRT pancakes”. «Lo ammetto, non sono un grande cuoco, ma non sono nemmeno così disastroso»
«Mi fa piacere saperlo» disse lei, cercando di smettere di ridere.
Lui le lanciò un’occhiatina. «E così hai visto il VyRT»
Non era una domanda, ma Linda non riuscì a far altro che annuire.
Jared sorrise, poi la prese nuovamente per mano. «Vieni… ti faccio vedere dov’è il bagno»
La ragazza lo seguì in silenzio, troppo sconvolta dal fatto che lui fosse così tranquillo, che la portasse in giro per casa come se fosse la cosa più naturale del mondo.
Arrivati al piano superiore, le aprì la porta di quello che, probabilmente, era il bagno più grande che Linda avesse mai visto.
Non riuscì a dire niente perché lui la trascinò via nuovamente, portandola in un’altra stanza.
«Questa è camera mia. Quando hai fatto, puoi venire qui a vestirti. Sei hai bisogno di me, mi trovi di sotto»
Lei annuì. «Grazie» mormorò.
Lui le fece l’occhiolino, poi chiuse la porta lasciandola sola.
Dopo un minuto, si tolse lo zainetto dalle spalle e recuperò le sue cose, sistemandole sul letto king size di Jared. Sospirò guardando le lenzuola nere, immaginandolo steso lì, addormentato.
«Linda?»
La sua voce la fece sussultare. «Sì?» rispose subito, aprendo la porta della stanza.
«Mi sono scordato di darti questi» disse, mostrandole degli asciugamani da bagno verde acido. «Te li lascio di là, okay?»
Lei annuì. «Ti ringrazio» scosse la testa, dandosi della stupida. Negli ultimi cinque minuti, aveva ripetuto quella frase almeno venti volte. Non poteva trovare qualcos’altro da dire?
Quando sollevò lo sguardo, quasi le si mozzò il respiro. Lui era lì, appoggiato allo stipite della porta, con un sorrisetto divertito sulle labbra.
«Sì?» mormorò lei, deglutendo.
«Pensavo…» incrociò le braccia al petto. «Ti creerebbe problemi restare a casa per cena? Potrei ordinare qualcosa e restarcene qui»
Linda fece spallucce. «Come preferisci»
Lui scosse la testa. «Oh no, bimba. Se tu pensi di sentirti più a tuo agio fuori di qui, tra la gente, non c’è problema. Posso capirlo»
Bimba? L’aveva seriamente chiamata così?
Facendo un respiro profondo, scosse la testa. «No, va bene per me. Restiamo pure qui»
Jared sorrise. «Perfetto. Allora, dimmi… cosa ti va di mangiare?»
Lei fece spallucce. «Fai tu, io non sono una dai gusti difficili»
«Tu lo sai che io sono vegano, vero? Ti fidi?»
Ridacchiò. «Certo che mi fido. Davvero, Jared… fai tu»
Lui annuì. «Okay, ma poi non lamentarti se non c’è niente di tuo gradimento»
Linda ridacchiò. «Promesso»

•••

Era nella sua doccia. Era una cosa assolutamente pazzesca, non riusciva ancora a crederci, ma quando si versò nella mano un po’ di shampoo, si rese conto che quello era il profumo dei suoi capelli. Lo aveva sentito mentre l’aveva aiutato ad arrivare a casa sua per medicargli il taglio al ginocchio.
Quella consapevolezza, le fece perdere un battito. Era così reale.
Finì di lavarsi in un lampo, uscì dalla doccia e si avvolse in uno degli enormi e morbidissimi asciugamani che le aveva messo a disposizione. Ne prese un altro e si frizionò i capelli. Si guardò attorno per un attimo, poi prese la spazzola poggiata su una mensola.
Sorrise, guardandosi allo specchio. «Forse ti sveglierai, prima o poi, ma fino ad allora… viviti il momento» disse al suo riflesso.
Cercò di rimettere tutto in ordine, lasciando il bagno immacolato come quando ci era entrata, poi si diresse verso la camera del cantante.
«La cena è pronta!» lo sentì urlare dal fondo delle scale.
«Arrivo tra un minuto» rispose lei, agguantando il reggiseno.

•••

Passò più di un minuto, ma meno di dieci quando la vide scendere le scale.
Indossava un paio di jeans a vita bassa di un azzurro tanto chiaro da sembrare quasi bianco. Una magliettina blu a maniche lunghe, ma sufficientemente corta da lasciarle scoperto il ventre piatto.
Quel particolare gli diede modo di notare, proprio al livello dell’osso del bacino, un tatuaggio, lo stesso che lui aveva sul polso. Sorrise.
«Eccomi. Ti scoccia se non metto le scarpe? Non vorrei sporcare» chiese, facendogli notare che era a piedi scalzi.
Lui scosse la testa. «Nessun problema»
Le fece cenno di accomodarsi e la ragazza lanciò un’occhiata meravigliata al basso tavolino in vetro, circondato da morbidi cuscini.
«È bellissimo, Jared» disse con un sorriso. «Mi piace molto, ma…» lo guardò con espressione divertita. «Si può sapere quanta roba hai ordinato?»
Il cantante si lasciò andare ad una risata. «Non sono abituato ad avere ospiti per cena. Solitamente vado al ristorante sai…» fece spallucce. «Ho preso tutto quello che proponeva il menù, più o meno. Ho evitato determinate cose, ma perché so già che fanno schifo» spiegò, facendo una smorfia di disgusto.
La ragazza ridacchiò, poi si soffermò a guardarlo con la testa piegata di lato. Era così diverso da come se l’era immaginato. Così diverso da come veniva descritto da molte persone. Non era altezzoso e non si dava delle arie. In realtà era molto autoironico e la cosa la fece sorridere.
Quando si rese conto che anche lui si era soffermato a guardarla, si riscosse dai suoi pensieri.
«Be’… bon appétit» disse con un sorriso.
«Bon appétit» ripeté lui, mettendosi comodo.

•••

Parlare con lei era facile. Non si sentiva affatto intrappolato nella sua parte da rockstar o in quella dell’attore. Lei sembrava infischiarsene del fatto che fosse famoso. Era semplice e simpatica anche se, a volte, la sua sfacciataggine lo lasciava di sasso.
Dopo le prime ore, passate a mangiucchiare, si era sciolta. Forse l’imbarazzo iniziale, dato dalla sua ingombrante presenza, era svanito quando si era resa conto di trovarsi davanti un uomo comune e questo l’aveva portata a fargli capire, senza vergognarsene minimamente, quanto lo trovasse attraente.
Certo, lo sapeva già, era stata piuttosto chiara dopo il suo invito a cena, ma il fatto che lo lasciasse intendere così, con tanta innocenza, era spiazzante anche per uno come lui, abituato a molto peggio.
Il fatto che lei fosse così trasparente, senza mai scadere nel classico cliché della “gatta morta”, restando su un approccio puramente verbale nei suoi confronti, lo stuzzicava oltre ogni dire.
«Allora Linda, dimmi… cosa ti è piaciuto del VyRT?» le chiese, curioso.
La vide sospirare e la cosa lo fece sorridere. Era proprio quella la cosa che lo intrigava di lei.
«Credo di non potertelo dire perché… mi è piaciuto tutto!» rispose. «È stato tutto…» ridacchiò. «Be’ oddio… vederti fare i pancakes…»
Lui scoppiò a ridere. «Ehi…» mormorò con fare cospiratorio. «Vuoi vederli in direttissima?»
Linda spalancò gli occhi. «Fai sul serio?»
Jared annuì. «Dai vieni» le prese le mani, aiutandola ad alzarsi. «Prometto di non incendiare la cucina» disse, mettendosi una mano sul cuore. «Vuoi aiutarmi?» le chiese poi, aprendo il frigorifero.
La ragazza annuì. Quando le sarebbe ricapitata l’occasione di cucinare con lui?
«Okay, vediamo… latte, farina… ops»
Linda scoppiò a ridere. Jared non aveva nemmeno iniziato che già si era messo a buttare farina ovunque, proprio come aveva fatto durante il VyRT.
All’improvviso gliene arrivò una manciata addosso e quell’affronto non sarebbe stato impunito.
«Vuoi la guerra, Leto? E guerra sia!»
La lotta ebbe inizio a suon di farina e latte di soia. Ben presto, si ritrovarono completamente impiastricciati a ridere come due bambini.
Quando Linda venne colpita a tradimento da un’intera boule di farina, afferrò il cartone del latte prima che lo prendesse lui e iniziò a rincorrerlo intorno alla grande isola. Quando riuscì a raggiungerlo glielo versò completamente addosso.
«Oh ma questa me la paghi» sibilò lui, imprigionandola tra le sue braccia, infradiciandola.
«No, Jay… non vale così» disse lei, tentando di sfuggirgli.
Lui strinse di più la presa. «Dove pensi di scappare?» le mormorò all’orecchio.
Un secondo. Solo un secondo fatto di sguardi e respiri affannati. Un secondo e le loro labbra si scontrarono in un bacio totalmente fuori controllo.
Jared la sollevò di peso, facendola sedere sull’isola in mezzo alla cucina, buttando a terra tutto quello che era rimasto dopo la loro lotta, con un brusco movimento del braccio.
Linda lo attirò sopra di sé, continuando a baciarlo con foga mentre le sue mani avevano iniziato a vagare sul suo corpo, raggiungendole i jeans.
Un gemito le sfuggì dalle labbra, quando sentì le sue dita accarezzarla.
«Aspetta» ansimò, respingendolo.
Si liberò dei pantaloni, diventati una barriera insopportabile, domandandosi come fossero arrivati a quel punto. Ma ormai era tardi per tornare indietro. Lui era lì, già pronto per lei e la stava guardando con desiderio.
«Torna qui» gli sussurrò.
Jared scosse la testa divertito. La spinse con la schiena contro il marmo freddo, prendendola poi per i fianchi.
Un nuovo gemito le sfuggì dalle labbra quando lo sentì entrare in lei. Inarcò la schiena quando cominciò a muoversi piano, ma sempre più a fondo ad ogni spinta.
I suoi movimenti la stavano facendo impazzire, ma lui si fermò improvvisamente. La fece scendere dal piano, poi le mordicchiò il lobo dell’orecchio. «Girati» sussurrò.
Linda eseguì e quando lo sentì rientrare dentro di lei non riuscì a trattenere un mugolio di piacere.
Niente aveva un senso. Tutta quella giornata era stata la più assurda mai vissuta, ma ora, in quel preciso istante, la sola cosa di cui fosse certa era che stava facendo sesso. Il sesso migliore della sua vita. E lo stava facendo con Jared Leto.
«Ehi bimba» disse lui, continuando a muoversi sempre più veloce. «Fammi sentire quanto ti piace»
La ragazza non riuscì a parlare. Emise un gemito strozzato quando sentì la sua mano accarezzarla, facendole tremare le gambe.
«Jared…» ansimò. «Jared…» una fortissima scarica di piacere la travolse, ma lui non si fermò. Continuò a muoversi in lei fino a quando sentì di non potersi più trattenere. La lasciò andare, facendola girare nuovamente, prendendole le labbra con le sue, lasciando sfogare il suo piacere contro quel corpo caldo.
Rimasero abbracciati per qualche minuto, cercando di riprendere a respirare normalmente.
«Abbiamo fatto davvero un bel casino qui dentro» mormorò lui ad un tratto, con le labbra premute sulla sua spalla.
Linda si guardò attorno. «È vero» confermò con una risatina.
Jared si sollevò, guardandola negli occhi. «Lo sai che non andrà avanti per sempre, vero?»
Lei annuì. «Sì, certo che lo so» rispose, tranquilla.
La prese per mano. «Vieni con me» mormorò, sfiorandole le labbra con le sue.
Salirono le scale fino a raggiungere il bagno. Ben presto, si ritrovarono nuovamente l’uno tra le braccia dell’altra. Jared si spinse nuovamente nel calore del suo corpo, premendo le labbra su quelle morbide di lei, lasciando che l’acqua, che scorreva leggera su di loro, soffocasse il suono dei loro gemiti.

•••

Aveva iniziato ad accarezzargli i capelli mentre lui se ne stava placidamente steso tra le sue gambe, con il viso poggiato sulle mani incrociate sopra la sua pancia, in silenzio.
«Non avrei mai previsto che sarebbe andata a finire così» le disse ad un tratto.
Linda sorrise. «Nemmeno io, credimi» poi tornò seria. «Sei pentito?»
«Tu?»
«L’ho chiesto prima io»
Jared sorrise poi scosse la testa. «No, per niente» rispose.
«Nemmeno io. Forse domani… ma non adesso» disse lei, continuando ad accarezzargli i capelli.
«Per quanto resterai a Los Angeles?» le chiese improvvisamente.
«Due mesi… perché?» rispose lei, scrutandolo con curiosità.
Lui non rispose. Si sollevò lentamente, raggiungendo le sue labbra, scivolando sopra il suo corpo, riaccendendole i sensi.
«Jared…» sussurrò lei, quando le baciò il collo. Ma lui continuò a stare zitto, lasciando che fosse il suo corpo a parlare, muovendosi sinuosamente fino a ritrovarsi, ancora una volta, immerso in lei.

 

     


                     





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