FanFiction 30 seconds to mars | We've Crossed the Line di VioEnkeli | FanFiction Zone

 

  We've Crossed the Line

         

 

  

  

  

  

We've Crossed the Line   (Letta 1941 volte)

di VioEnkeli 

23 capitoli (conclusa) - 0 commenti - 0 seguaci - Vietata ai minori di 16 anni

    

 

Sezione:

Artisti musicali30 seconds to mars

Genere:

Erotico - Romantico

Annotazioni:

Nessuna

Protagonisti:

Jared Leto - Linda Borten - Shannon Leto

Coppie:

Jared Leto/Linda Borten (Tipo di coppia «Het»)

 

 

              

  


  

 01 ~ Scusa, Jay 

«Sai… forse tu non te ne rendi neanche conto ma…» si morse il labbro. «I tuoi occhi riuscirebbero ad incendiare anche il ghiaccio»


  

Personaggi:

Linda Borten: 27 anni. Italo-americana. Lunghi capelli castani. Occhi nocciola.
Figlia di uno sceneggiatore di Hollywood, vive con la madre in Italia da quando i genitori hanno divorziato.
Rimasta in ottimi rapporti con il padre, quando può, lo va a trovare nella sua casa per le vacanze di Los Angeles.
Perdutamente innamorata della musica dei Thirty Seconds to Mars, riuscirà a vivere un sogno incontrando l’unico uomo per il quale sarebbe disposta a fare follie.

Jared Joseph Leto: 41 anni. Leader del gruppo statunitense Thirty Seconds to Mars.
In pausa, dopo una lunghissima tournée, sta cercando di godersi il più possibile tutto il tempo libero a sua disposizione dividendosi le giornate tra casa, bicicletta, fratello e ragazze.

Shannon Leto: 42 anni. Batterista del gruppo statunitense Thirty Seconds to Mars e fratello maggiore di Jared.
In pausa, come il fratello, cercherà di farlo ragionare riguardo ai suoi sentimenti, messi costantemente a dura prova, provando ad evitargli una nuova cocente delusione.


•••

01 ~ Scusa, Jay

La musica le risuonava nelle orecchie grazie agli auricolari. Il caos di quel pomeriggio assolato non la disturbava affatto. Niente avrebbe potuto farlo. Tutto quello che riusciva a sentire e che le importava di ascoltare, era la sua voce. Quella incredibile voce che riusciva a metterle i brividi.
My heart, on fire… No love, just desire…
Chiuse gli occhi, lasciandosi trasportare dalle sue parole, da quel suo modo di cantare, così appassionato da toglierle il respiro.
Da quando aveva cantato quella canzone durante il VyRT di aprile, Linda non era più riuscita a togliersela dalla testa. Era diventata una vera ossessione e la cosa era andata peggiorando quando, grazie a qualche anima coraggiosa che aveva deciso di condividere quel momento in particolare su youtube, l’aveva presa e scaricata per poterla riascoltare ogni volta che ne avesse sentito il desiderio.
Sapeva di aver fatto una pazzia. Se loro lo avessero scoperto si sarebbero infuriati, ma non era riuscita a resistere alla tentazione.
Tornò a guardare davanti a sé, sorridendo alla vista dell’oceano. Los Angeles le era mancata moltissimo.
Da quando i suoi genitori avevano ottenuto il divorzio, aveva passato pochissimo tempo con il padre, sempre impegnato per via del suo lavoro, ma questo non le aveva impedito di raggiungerlo per riuscire a passare anche solo qualche ora in sua compagnia. Nel frattempo, si sarebbe goduta le meraviglie della California per due interi mesi.
Uno scampanellio persistente attirò la sua attenzione.
«Ehi, attenta!» urlò una voce.
Linda riuscì a balzare da una parte prima che una bicicletta, lanciata a tutta velocità, la travolgesse.
Il malcapitato ciclista però, finì a terra rovinosamente, ruzzolando sulla pista ciclabile, incastrato sotto la bicicletta.
La ragazza, corse immediatamente a soccorrerlo, togliendogli quell’infernale aggeggio a due ruote di dosso. «Perdonami» disse, tornando da lui. «Ero distratta. Io…»
«Ti sei fatta male?» la interruppe il tizio a terra, sollevando lo sguardo su di lei.
Linda spalancò gli occhi quando incrociò i suoi. Cercò di convincersi, in meno di un secondo, che fosse una cosa matematicamente impossibile che con una popolazione di più di dieci milioni di persone residenti da quelle parti, quella lì a terra fosse proprio lui. Ma occhi come quelli non potevano appartenere a nessun altro al mondo.
Cercando di smetterla di fissarlo, scosse la testa per rispondere alla sua domanda.
Lui sbuffò. «Dovresti stare più attenta, ragazzina. Hai davvero rischiato grosso» disse, storcendo la bocca in una smorfia di dolore.
In quel momento, Linda notò un brutto taglio sul suo ginocchio. «Io non sono una ragazzina!» sbottò. «Però ti chiedo scusa» continuò poi, abbassando lo sguardo. «Mi spiace che tu ti sia ferito a causa mia, Jared»
«Come mi hai chiamato?» chiese lui, improvvisamente.
La ragazza sollevò nuovamente lo sguardo. «Jared» rispose. «Io… ecco…» corrugò la fronte, perplessa. «Non ti aspetterai davvero che ti chiami “signor Leto”?»
Lui scoppiò a ridere. «Ti prego, no! È solo che…» la guardò, divertito. «Mi hai sorpreso, tutto qui» scosse la testa. «Allora… visto che non posso chiamarti “ragazzina”, vuoi dirmi il tuo nome?»
«Linda» rispose lei. «E prima che tu me lo chieda… sono fan dei Mars e seguo la tua carriera di attore, soddisfatto?»
Jared sorrise. «Sei una che va dritta al sodo, eh?»
Lei arrossì improvvisamente. Se stava cercando di metterla in imbarazzo, ci stava riuscendo alla grande.
Fece un respiro profondo, cercando di mostrarsi immune al suo fascino. «Senti… non mi va di essere bollata come la tizia che ha lasciato Jared Leto a morire dissanguato sulla strada. Credi di riuscire ad alzarti? Io…» non poteva essere vero. «Io abito in quella casa laggiù, la vedi? Se ti fidi, posso medicarti quella ferita»
Lui annuì. «Ti ringrazio» borbottò alzandosi. «Me la daresti una mano?» le chiese poi, quando un dolore acuto gli trapassò la gamba non appena mise il piede a terra.
«Sì, certo» rispose lei, lasciando che le cingesse le spalle con un braccio.
«Ci sono» disse lui. «Possiamo andare»
«Ma… la bicicletta…»
Jared fece spallucce. «Se sarà ancora lì, la recupereremo dopo»
«Okay» mormorò Linda, sentendo il cuore rimbombarle nelle orecchie alla sola idea di essere tanto vicina al suo artista preferito.
«Vivi sola?» le chiese lui, tutto ad un tratto, riportandola alla realtà.
Lei fece spallucce. «In realtà, quella è casa di mio padre, ma lui è sempre troppo impegnato con il lavoro quindi… diciamo pure di sì»
Jared annuì, pensieroso. Lasciò che lei lo conducesse dentro casa, trovandola di suo gusto. Grande, spaziosa e molto illuminata.
«Mettiti sul divano. Io torno subito» gli disse, scomparendo in un corridoio.
La vide tornare poco dopo, armata di bende e disinfettante.
Sorrise, istintivamente. «Non c’era bisogno che…»
Lei lo zittì con un cenno della mano. «Stai in piedi a fatica, mi spieghi come pensavi di arrivare a casa combinato così?» chiese, curiosa.
Lo vide fare spallucce. «Avrei chiamato un taxi» rispose, sorridendo. «Ma ti ringrazio. Tu sei senz’altro meglio di un tassista annoiato»
Linda arrossì nuovamente, ma finse indifferenza e iniziò a pulirgli il taglio. «Brucerà un pochino, ma cerca di avere pazienza, okay?»
Lui strinse i denti e la lasciò fare. «Dimmi… tu non sei di queste parti, vero?»
Lei sorrise. «Non proprio. Sono per metà italiana» gli lanciò un’occhiatina curiosa. «Ti crea qualche problema?»
Jared scosse la testa prontamente. «E perché dovrebbe?»
Linda fece spallucce. «Be’… non si sa mai» si rimise in piedi. «Ecco fatto. Tutto a posto. Ora dovrebbe andare meglio»
Il cantante si alzò. «Oh sì, molto meglio. Un ottimo lavoro, grazie davvero. Cosa posso fare per sdebitarmi di tanta gentilezza?»
Lei ridacchiò. «Sdebitarti? Dopo che ti ho fatto quasi ammazzare? Direi che siamo pari»
Lui scosse la testa, sorridendo. «Parlo sul serio, Linda. Cosa posso fare… per te?»
La ragazza deglutì. «Be’… potresti smetterla di guardarmi e parlarmi in quel modo, tanto per cominciare. Pensi di farcela?»
«Come hai detto?» chiese lui, stupito dalla sua reazione.
Linda fece un respiro profondo. «Sai… forse tu non te ne rendi neanche conto ma…» si morse il labbro. «I tuoi occhi riuscirebbero ad incendiare anche il ghiaccio»
Il cantante scoppiò a ridere. «Veramente? Questa ancora non l’avevo sentita»
Lei gli lanciò un’occhiataccia. «Non ti credo. Sai perfettamente l’effetto che fai ad ogni persona di sesso femminile che incrocia la tua strada…» ci pensò per un secondo. «Probabilmente anche di sesso maschile» scosse la testa, facendo spallucce. «Tu… tu…»
«Mmmh» mormorò lui. «E sentiamo… cos’hanno di tanto speciale i miei occhi? E cos’ha che non va la mia voce?»
La ragazza si ritrovò a pensare di essersi cacciata in un grosso pasticcio, ma aveva fatto trenta e poteva fare trentuno. Quando le sarebbe ricapitata l’occasione di dirgli tutto quello che pensava di lui, in privata sede?
«I tuoi occhi… be’… sono grandi e azzurri come l’oceano e… così profondi da poterci annegare dentro e…» il suo sguardo su di sé la stava mandando a fuoco. «Hai capito, no?»
«Credo di sì» rispose lui. «E il mio modo di parlare? Cos’ha che non va?»
Lei sentì le gambe tremare. «Assolutamente nulla… è solo che… ecco… tu hai questo modo di usare la voce che…» sospirò. «Puoi essere spudoratamente sensuale e graffiante al tempo stesso e…»
«Senti… vuoi venire a cena con me?» le chiese lui, improvvisamente.
Linda si sentì mancare il respiro. «Come hai detto, scusa?» chiese tossendo.
Lui sorrise. «Vuoi venire a cena con me?» ripeté, con calma.
Lei lo guardò scioccata. «Dici sul serio?»
«Oh sì» rispose lui, ridacchiando. «Allora… passo a prenderti più tardi o preferisci venire da me, adesso?»
La ragazza rimase a fissarlo per un minuto senza riuscire a proferire parola. Aveva sentito bene? Le aveva chiesto di andare da lui, a casa sua?
«Io… ecco io… dovrei farmi una doccia» balbettò. «Insomma sai… darmi una sistemata»
Jared l’osservò attentamente. «Secondo me non ne hai bisogno, ma se ti va…» si passò la lingua sulle labbra. «Ti cedo il mio bagno»
«Cosa???»
Sospirò. «Ascolta… non ho ancora ben capito che idea tu abbia di me, ma ti prometto una cosa. Non cercherò di intrufolarmi in bagno mentre ci sei tu. Non farò niente che possa metterti in imbarazzo. Lo giuro» si portò una mano sul cuore, con aria solenne. «Non sono un maniaco che salta addosso alla prima bella ragazza che incontra per strada, credimi»
Lei abbassò lo sguardo, mortificata. «Perdonami, non era mia intenzione offenderti. Il fatto è che… tu… insomma tu…» sollevò nuovamente lo sguardo, puntando gli occhi nei suoi. «Sei tu!» fece spallucce. «Ti ho sempre visto come…» sospirò. «Se poi torni sull’argomento, giuro che ti uccido con le mie mani, chiaro?» lui annuì, facendo segno di avere la bocca sigillata. «Sei bello, Jared. Assurdamente bello. Be’… lo sei per me! Io… ho fantasticato così tante volte su di te che…» alzò gli occhi al cielo, cercando un modo per spiegarsi. «Sai… le fantasie, quando diventano reali, spesso ci deludono, ma non tu e io… venire a casa tua, fare la doccia da te… è strano, capisci?»
Il cantante tentò di mantenere un’espressione seria, ma un sorriso gli spuntò involontario sul volto. Lei aveva le guance in fiamme ed era una visione adorabile.
Cercò di mantenere un tono di voce neutro. «Non c’è niente di male nel fantasticare, Linda. E io ti ringrazio per essere stato il prescelto. Sono lusingato, dico davvero» Quando la vide sollevare lo sguardo e cercare di dire qualcosa, la interruppe. «Questo è quanto e, come promesso, non tornerò più sull’argomento, ma vorrei davvero cenare con te questa sera quindi… passo più tardi o vieni da me?»

 

     


                     





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