FanFiction Lucifer | La resa dei conti di Aaeru | FanFiction Zone

 

  La resa dei conti

         

 

  

  

  

  

La resa dei conti   (Letta 1299 volte)

di Aaeru 

7 capitoli (in corso) - 0 commenti - 0 seguaci - Vietata ai minori di 14 anni

    

 

Sezione:

Serie TVLucifer

Genere:

Angst - Fantasy - Introspettivo - Dark

Annotazioni:

Lemon

Protagonisti:

Non indicati

Coppie:

Non indicate

 

 

              

  


  

 Capitolo 1 

Attenzione: la storia prende spunto dalla puntata 3x17 per poi svilupparsi autonomamente. La gelosia causa a Lucifer strani "effetti collaterali" che hanno a che fare con le sue tanto sgradite ali...


  

"Ma porc..! Ho sbagliato un´altra volta!", imprecò Lucifer stizzito: tagliarsi da solo quelle fottute ali era scomodissimo non potendo contare su uno specchio di dimensioni adeguate. D´altra parte, in bagno non si poteva fare: le prove della sua natura sovrannaturale erano troppo ampie per non abbattere qualcosa a ogni spasmo provocato dai tagli. In sala c´era più spazio, ma senza una superficie riflettente era costretto a dar colpi quasi alla cieca. E hai voglia di coprire mobili con teli di plastica: pareva di stare sul set di American Psycho! Sospirò lanciando un´occhiata indispettita allo schizzo di sangue fresco depositatosi sull´unica zona rimasta scoperta del candido rivestimento in pelle del suo prezioso divano italiano: "Pollock non avrebbe saputo fare di meglio!", cercò di consolarsi coccolando il suo ego. 

 Alzò gli occhi al cielo, furioso: " Non ti bastava la dannazione eterna, Padre?!Devi rovinarmi anche il mobilio?!". 

Decise di prendersi una pausa e si versò un bicchiere di scotch. Lo sorseggiò ammirando i primi raggi del sole illuminare Los Angeles. Meglio sbrigarsi a finire il lavoro: Chloe gli aveva chiesto di passarla a prendere quella mattina, cosa che non faceva più da un bel po´ di tempo ormai. Almeno da quando lei e Pierce avevano cominciato a frequentarsi fuori dal lavoro...

A Lucifer quelle tre settimane erano sembrate un’eternità, paradossale per un essere abituato a lasciarsi scivolare i millenni addosso come granelli di sabbia nel vento. Afferrò il pugnale demoniaco e riprese a darci dentro di buona lena, quasi la cosa non lo riguardasse, stringendo i denti ad ogni fendente. Stava venendo meno alla parola data a Linda, ovvero accettare le ali come una parte di sé (e solo il Vecchio cialtrone sapeva quanto ciò lo contrariasse!), ma le cose ormai andavano oltre la sfera psicanalitica: da che il legame fra la detective e Marcus si era fatto più stretto, il solo pensiero di vederli insieme provocava in lui un´istantanea, incontrollabile quanto sgradita "srotolazione"che tuttavia aveva ben poco che vedere con l´eccitazione sessuale.

Era simile, piuttosto, all´impulso di estrarre un´arma di fronte a una minaccia incombente. L´unica spiegazione del bizzarro fenomeno ai suoi occhi plausibile era che il Paparino, tanto per cambiare, stesse cercando di usarlo per i propri scopi: gli aveva restituito le ali per mandare in fumo i piani di Caino già una volta, perché non riprovarci sfruttando mezzi rodati?

"Stai perdendo colpi, Padre", sogghignò il Diavolo, "diventi ripetitivo. La prima volta ti è andata bene solo perché ero svenuto, ma non si ripeterà! Proteggerò la detective, ma a modo mio!".

Afferrò la parte alta dell´ala destra e diede un colpo secco per strappare l´ultimo, finissimo lembo di pelle che teneva attaccata alla sua schiena quella sgradita appendice. Se ne sbarazzò senza rimpianti gettandola nel sacco della spazzatura. Tastò la zona ferita e sorrise soddisfatto: era già parzialmente guarita. I vantaggi dell´immortalità. Non perse altro tempo e si dedicò all´ala sinistra. Praticamente a metà dell´opera cominciò a sentire un lieve giramento di testa. Senza far troppo caso alla pozza di sangue che aveva cominciato ad allargarsi velocemente, troppo velocemente, ai suoi piedi, affondò nuovamente il pugnale: la fitta che lo travolse mozzandogli il fiato lo fece cadere in ginocchio. 

Possibile che? 

In quel momento udì il campanello dell´ascensore, le porte si aprirono: era Chloe.

Mezza assonnata e con gli occhi fissi sul cellulare con cui stava ancora cercando inutilmente di contattare il partner per avvisarlo del suo arrivo imprevisto (sperava di risparmiarsi l´imbarazzo di trovarlo in compagnia di qualche avventura di una notte), la ragazza entrò nell´attico.


"Ehi, Lucifer! Perdona l´improvvisata, so che eravamo d´accordo che fossi tu a passare a prendermi, ma hanno chiamato dal dipartimento per un´emergenza e non rispondevi al telefono..." Un rantolo. 

Alzò lo sguardo e rimase impietrita, incapace di distinguere tra sogno e realtà: Lucifer era accasciato a tre metri da lei, la schiena nuda grondava sangue. Attaccata parzialmente a un lembo di una lesione profonda un´enorme, maestosa, splendente ala d´uccello vibrava cercando di spiegarsi in risposta agli stimoli isterici dei muscoli agonizzanti. 

La preoccupazione per la salute dell´amico vinse lo stupore. Sudando freddo Chloe si avvicinò da destra per non rischiare di calpestare quell´inattesa estensione del corpo di Lucifer ma, inciampando nel sacco della spazzatura, per poco non travolse il ferito.

"Lucifer! Lucifer! Chi ti ha fatto questo?".

Nessuna risposta se non il respiro affannoso e il rumore martellante del cuore impazzito del Diavolo che fissava atterrito il pavimento, paralizzato dal terrore. 

Non così! Non avrebbe dovuto scoprirlo così!Dannazione!Era questo il tuo piano, Padre?

Come in trance, Chloe si rimise in piedi e andò alla ricerca di qualcosa per tamponare lo squarcio. Nel bagno non trovò nulla di utile, nemmeno un cerotto o un pezzo di garza. Lucifer era indubbiamente un uomo, se così si poteva definire, di sana e robusta costituzione, tuttavia in due anni di collaborazione si era ferito diverse volte ( i proverbiali rischi del mestiere): possibile che non avesse un kit di emergenza in casa? 

Forse è davvero chi dice di essere... Ma se è così, chi può essere riuscito a fargli questo?

Le tornò in mente quella volta che lui aveva insistito per farsi sparare alla gamba, lo stupore e la strana eccitazione infantile che gli aveva letto negli occhi alla vista del proprio sangue. E le parole di quella sera: "Se ti può consolare anche tu mi rendi vulnerabile, Detective". Lo stomaco le si contrasse in una morsa. Istintivamente afferrò il ciondolo fatto con il proiettile. 

No, non può essere... Non ci sto capendo niente... 

Tuttavia, sforzarsi di comprendere, in quel preciso momento, era un lusso che non poteva permettersi. Afferrò due teli di spugna puliti e rientrò in sala. Lucifer si era trascinato vicino al divano, rannicchiato come un animale selvatico braccato in attesa del colpo di grazia. Fu allora che Chloe notò il pugnale di Maze ancora stretto nella sua mano destra e realizzò chi fosse l´artefice di quella tortura.

Sentendosi mancare si appoggiò alla colonna, respirò profondamente prima di raggiungerlo. Gli prese il viso fra le mani e lo obbligò a guardarla. Gli occhi neri erano spalancati su un abisso dal quale faticava a riemergere.

"Lucifer!Lucifer!", lo implorò singhiozzando, "Sei stato tu? Perché?". 

"Perché non avevo altra scelta, Detective", mormorò lui dopo un lungo silenzio. 

La voce non sembrava nemmeno la sua. Sopraffatta da un improvviso senso di colpa Chloe si staccò per arginare con quello che aveva rimediato il sangue che seguitava a defluire copiosamente. Non poté fare a meno di notare che l´aspetto della grande cicatrice da ustione che Lucifer aveva sulla spalla destra era cambiato: erano evidenti tracce di un´offesa recente alla cute già rovinata.

In quel preciso istante comparve Maze: il suo sesto senso di demone guardiana l´aveva guidata alla dimora del suo antico signore. 

In un secondo realizzò l´accaduto, afferrò Chloe per le spalle e le diede uno spintone per allontanarla da Lucifer: " Dannazione, Decker! Vattene via, prima di farlo morire dissanguato!", ringhiò.


Chloe la fissò interdetta: "Ma sto cercando di aiutarlo! ", si difese.

"Il solo modo che hai per farlo è andartene! Dammi retta, ti spiegherò tutto più tardi. Vai!".

Stordita e impotente Chloe obbedì: l´ultima cosa che vide prima che le porte dell´ascensore si richiudessero fu l´immagine di Lucifer riverso tra le braccia dell´amica.


"Vieni, Maze, si sta svegliando", la voce di Amenadiel rimbombò nella testa dello stravolto Lucifer.

"Fratello, che ci fai qui?", farfugliò il Diavolo cercando di riconnettere il cervello al resto del corpo. Fu allora che realizzò di trovarsi nella propria camera da letto pur non avendo la benché minima idea di come ci fosse arrivato. Le ultime cose che ricordava erano il viso spaventato di Chloe, i suoi occhioni verdi sbarrati, il calore delle sue mani sulla pelle. Poi il buio.

"Ah, meno male! Cominciavo a temere che non ce l´avresti fatta stavolta: Decker ti ha proprio conciato per le feste!", tentò di scherzare Mazikeen, ma i lineamenti contratti tradivano il suo reale stato d´animo.

Non senza fatica Lucifer si mise a sedere. "Dunque non me lo sono sognato: la detective era qui..."

"Già, proprio mentre ti stavi "radendo"... ed ecco il risultato! A proposito, da quando hai ricominciato, razza di idiota?!", latrò il demone.

"Maze, non aggredirlo!", s´intromise Amenadiel," Però ha ragione: con Chloe in giro è estremamente pericoloso per te. Pensavo che, a questo punto, ti fossi rassegnato ad averle. La cosa a me sta bene. Ormai ho accettato che..."

"Non essere idiota, fratello!", lo interruppe bruscamente Lucifer, " Cosa ti fa credere che abbia ricominciato per compassione nei tuoi confronti? Ti credi tanto importante? Ti ho già detto di non girarmi intorno!".

Poi rivolto a Maze: " Chi ti ha detto di chiamarlo?"

" Pensi che avrei pulito da sola lo schifo che hai lasciato in sala? Non sono mica la tua serva!" rispose il demone stizzita, "e poi ho provato con un´impresa di pulizie, ma quei patetici umani sono scappati a gambe levate!". Amenadiel rise di gusto immaginando la scena.

"Avevo coperto tutto...", cercò di giustificarsi Lucifer visibilmente imbarazzato.

"Scherzi a parte, Luci," proseguì Amenadiel, "avrai le tue buone ragioni per aver ricominciato. Spiegacele, così potremo trovare il modo di aiutarti. Si tratta di Chloe?"

Maze sbuffò prevedendo la risposta. Lucifer non disse una parola. Inspirò profondamente e fece per alzarsi ma un giramento di testa lo rimise al suo posto. "Ho bisogno di bere", borbottò, "e che vi facciate gli affari vostri...".

"No!", ribatté Maze sovrastandolo, "ti ho salvato la vita stamattina e ho diritto a una risposta!".

Il Diavolo si grattò la nuca sfuggendo lo sguardo indagatore del demone. "Non è facile da spiegare... Diciamo che siamo alle solite,", si rivolse ad Amenadiel, "nostro Padre sta cercando di manipolarmi, di nuovo. E, per giunta, dimostra poca fantasia. Non solo cerca di manovrarmi ma offende anche la mia intelligenza!".

" Ma che cavolo stai blaterando?! Hai perso la materia grigia insieme al sangue?"

"Sentite, so perché mi sono rispuntate le ali, anche se non posso dire lo stesso della privazione della mia faccia da Diavolo...", si decise a rispondere Lucifer ritrovando in un istante la solita baldanza, quando fu certo di avere la piena attenzione del suo pubblico, "solo che prima potevo controllarle mentre ora..."

"Ora...?", ripeterono in coro gli altri due.

" Ora si aprono quando vogliono loro e non posso farci niente! Cioè, l´unica cosa che mi resta da fare è tagliarle, visto che ricrescono dopo ventiquattro ore!"

Amenadiel e Maze lo fissarono basiti, senza sapere se ridere, inquietarsi o entrambe le cose.

Maze optò per la prima, scoppiando in una fragorosa risata: "Quindi soffri di disfunzione erettile alare?! Oddio! Questa sì che è buona!"

"Mazikeen!", la riprese Lucifer paonazzo, "Non c´è nulla da ridere! E poi ti pare il caso di nominare proprio mio Padre?!"

Amenadiel, pur trattenendo a stento una risatina, cercò di riportare il discorso sui giusti binari: "Dunque, Luci, riprendiamo dall´inizio. Poco fa dicevi che sai perché ti sono rispuntate le ali: cosa intendevi?"

"In primo luogo, fratello, sappi che ti sono riconoscente per non aver sottovalutato la serietà dell´argomento", lanciò un´occhiata severa a Maze prima di continuare: "In secondo luogo, per rispondere alla tua domanda, sono giunto alla conclusione che le mie ali sono ricomparse per ostacolare i piani di Caino".

"Ne sei certo?"

"Sì, assolutamente. Prima di stipulare il patto che aveva sancito la nostra blasfema alleanza, Caino mi aveva rivelato di aver organizzato il mio rapimento al solo scopo di allontanarmi dalla detective, sperando di sfruttare la sua capacità di rendermi vulnerabile diventando il suo partner. Si è spinto al punto di avvertire un assassino del loro arrivo sperando di restare ucciso nella sparatoria che ne sarebbe seguita e così... e così...", gli occhi lampeggiarono di un fugace riflesso dorato, "HA MESSO IN PERICOLO CHLOE!!!", inveì senza poter trattenere la rabbia che era montata al ricordo dell´episodio stringendo i pugni come se si preparasse ad aggredire il rivale invisibile.

"Ok, Luci, adesso calmati!", disse Amenadiel cominciando a intuire il seguito. Il suo sguardo incrociò quello di Maze e comprese che anche il demone stava giungendo a conclusioni analoghe.

Il Diavolo rimase in silenzio per qualche minuto fissando il vuoto e respirando profondamente per ritrovare la calma. "E ora che Chloe, cioè, la detective", si corresse per fingere inutilmente un distacco che non provava, " si vede con Cain.. con Pierce... quelle stupide ali spuntano fuori senza che possa farci nulla... Scattano come lame di un serramanico! E´ più forte di me!"

"Forse è la volta buona che Decker ti crede!", osservò Maze.

"Credere a cosa? Che sono un fottuto angelo custode? Diamine, mettetemi in testa anche una parrucca coi boccoli biondi, già che ci siete! Sono il Diavolo, ho una reputazione!"

"Senza offesa, fratello, la tua reputazione fa schifo. E poi non puoi negare di comportarti in maniera estremamente protettiva nei confronti di Chloe: date le tue origini e i tuoi trascorsi, fare l´angelo custode di una creatura nata in circostanze miracolose può essere visto come una promozione: forse nostro padre vuole darti una seconda chance..."

" O forse la tua alizione precoce è solo la manifestazione fisica della tua gelosia...", s´intromise Maze sogghignando maliziosa.

"Hai fatto pace con Linda? Congratulazioni! Parli come lei...", la zittì Lucifer. "Grazie per la visita, le pulizie e il salvataggio, soprattutto, ma adesso andatevene: voglio stare solo!", ringhiò. 

" Come vuoi, fratello. Ma, fossi in te, rifletterei su quanto abbiamo appena detto", suggerì Amenadiel prima di scomparire. 

Maze lo seguì, non prima di aver detto la sua: "Per quanto sia dura per me ammetterlo, penso che tuo fratello abbia ragione. Stammi bene Lucifer!"


 

     


                     





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