FanFiction Psychic Detective Yakumo | Per sempre il fiume di mamie | FanFiction Zone

 

  Per sempre il fiume

         

 

  

  

  

  

Per sempre il fiume   (Letta 593 volte)

di mamie 

1 capitolo (conclusa) - 0 commenti - 0 seguaci - Per tutti

    

 

Sezione:

Anime e MangaPsychic Detective Yakumo

Genere:

Romantico

Annotazioni:

Nessuna

Protagonisti:

Non indicati

Coppie:

Non indicate

 

 

              

  


  

 Capitolo unico 

Storia ispirata a Moonlight Shadow di Banana Yoshimoto. Yakumo tira giù dal letto Haruka perché vuole farle vedere una cosa, proprio nel luogo in cui lei ha rischiato di morire. [Ha partecipato allo SfigaFandom Fest di Fanworld]


  

PER SEMPRE IL FIUME

Il ponte è là, come sempre. Luccica nella rugiada dell’alba.
Il ponte è bianco, metallico, freddo. Freddo anche in questa giornata di primavera. Le sponde del fiume, coperte da grosse lastre di cemento, lasciano spuntare solo qualche rara erbaccia: una gramigna ostinata, dalle radici profonde, rada e dura.
Nel cielo una luna grande e pallida, che sta per scomparire nella luce del mattino.

***

Yakumo mi tira giù dal letto a forza, più sgarbato che mai, dicendomi di sbrigarmi. Sono uscita sbadigliando e inciampando per il sonno.
- Dove andiamo?
Nessuna risposta ovviamente. Uno sguardo scocciato e basta, come sempre.
Solo dopo un po’ mi rendo conto di dove stiamo andando.
È lo stesso ponte, con la stessa ringhiera metallica pitturata di bianco. Lo stesso luogo dove avevano trovato quella ragazza, lo stesso luogo dove avevo rischiato di morire, dove Yakumo mi aveva salvata. Istintivamente abbasso lo sguardo sulla mano di Yakumo, sulla cicatrice rosea che gli sfregia il dorso e il palmo. In quei momenti non mi ero resa conto dello sforzo che doveva aver fatto per tenermi fuori dall’acqua, nonostante i pesi legati alle caviglie che mi trascinavano sul fondo, nonostante la catena cui era aggrappato che gli scorticava dolorosamente la mano. Era rimasto lì, per un tempo che mi era sembrato eterno, e non aveva lasciato la presa finché non ci avevano faticosamente tirato su.


- Perché siamo qui?
- Zitta.
Rabbrividisco, per il freddo e per il ricordo. Mi sembra di sentire ancora la profondità viscida dell’acqua scura che cerca di trascinarmi sul fondo. “Non ho intenzione di farti morire”.
Mi ero già arresa. Sarei scivolata sul fondo senza lottare. Me ne sarei andata così, solo per stanchezza e per paura, solo per non dover subire più la fatica di vivere. Solo per spegnere per sempre il mio rimorso.
“Non ho intenzione di farti morire”…
Sono state quelle parole a farmi resistere? E’ stato sentire che non mi avrebbe lasciato andare neanche se l’avessi trascinato con me giù nelle acque scure? Mi tiro su il colletto della giacca e mi avvicino di più. In giro non c’è nessuno, i nostri passi risuonano come rintocchi nell’aria immobile. Ci fermiamo proprio sul ponte, senza attraversarlo. L’aria si fa più azzurra man mano che arriva l’alba, ma la luna è ancora lì, lucente come un fiore appena aperto, coperto di rugiada.
- Guarda – mi dice.
- Che cosa?
- Zitta. È una cosa che succede di rado, non devi parlare.
Nella nebbia leggera che avvolge l’altra sponda si muove qualcosa. Una persona che mi guarda, mi fa un cenno con la mano. Il mio cuore si ferma.
Ayaka.
Stavolta è proprio lei, è mia sorella.
Vedo il suo viso ora, distintamente, anche se è lontana. Sembra preoccupata. È ferma e mi guarda, solo i suoi capelli cominciano a fluttuare in un vento improvviso che spazza via la nebbia.
Ayaka.
Vorrei gridare e correre, ma riesco solo a stare ferma e a piangere, piangere tutte le mie lacrime.
La luna comincia a svanire e anche la figura di Ayaka si fa più trasparente. Improvvisamente sorride, come per rassicurarmi, e prima di svanire del tutto mi saluta a lungo con la mano. Poi non c’è più nulla. Di nuovo il fiume che scorre nero, il ponte bianco. La luna è scomparsa.
Yakumo, accanto a me, mi mette un braccio attorno alle spalle e mi tiene così, a lungo. È la prima volta.


Devo vivere guardando il fiume che scorre[1]. Non posso fare altro. Ora so che ero congelata, era come se fossi rimasta ferma al momento in cui mia sorella è morta. Col mio rimorso trattenevo anche lei. Ora posso andare avanti, posso vivere la mia vita. Anche tu, Yakumo, hai visto qualcosa? Anche tu hai salutato per l’ultima volta una persona che amavi? Mi hai trascinato fino qui perché sapevi che avevo bisogno di questo, di vederla ancora una volta con i miei occhi?
Ora possiamo andare avanti, come il fiume, perché sappiamo di essere stati perdonati.

Perché sappiamo di non essere soli.


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[1] Da Moonlight Shadow di Banana Yoshimoto





 

     


                     





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