FanFiction Devil may cry | The eyes of Truth. di Artemis | FanFiction Zone

 

  The eyes of Truth.

         

 

  

  

  

  

The eyes of Truth.   (Letta 838 volte)

di Artemis 

2 capitoli (in corso) - 0 commenti - 0 seguaci - Vietata ai minori di 14 anni

    

 

Sezione:

Anime e MangaDevil may cry

Genere:

Drammatico - Erotico - Romantico

Annotazioni:

Nessuna

Protagonisti:

Non indicati

Coppie:

Non indicate

 

 

              

  


  

 La Devil May Cry entra in scena! 

Dio, altro che bambina! Da come l’aveva descritta il fratello se l’era immaginata di circa dieci anni, non a quel modo. __


  

Mai avrebbe pensato di arrivare a quel punto, mai avrebbe pensato di arrivare ad assoldare un uomo per tutelare la sicurezza della propria sorellina minore: Elizabeth. Nel corso degli ultimi anni – precisamente dopo l’uscita dall’ospedale – era cambiata molto, faticava a riconoscere in quella donna di vent’anni la bambina allegra e spensierata di sempre, pareva esser scomparsa. Diffidente e timorosa nei confronti di tutti gli altri sostenendo di poter vedere la vera natura delle persone: gli Spregevoli li chiamava. Da come li descriveva assomigliavano grosso modo a mostri o qualcosa comunque di simile sorta intenzionati ad ucciderla. Samuel – più grande di lei di una decina d’anni e proprietario dell’importante impresa costruttrice di navi da crociere ereditata dal padre – effettivamente notò bizzarri eventi accaduti di recente, eventi nei quali le persone perdevano misteriosamente la vita. Le vennero affiancate più guardie del corpo ma puntualmente tutte – in un modo o nell’altro – dopo breve tempo morivano oppure scomparivano nel nulla, lasciando dietro di se una sempre più marcata scia di dubbi. Ecco dunque entrare in scena l’agente dell’agenzia Devil May Cry, scoperta per puro caso parlando con un giornalista che quotidianamente faceva visita all’imponente residenza Tudor. All’inizio Samuel si ritrovò piuttosto scettico – infondo chi avrebbe mai creduto alla storia di un “Cacciatore di Demoni” – ma decise di provare, per la sorella avrebbe fatto questo e altro tanto era il bene che le voleva. Parlò con egli una buona mezz’ora al telefono, spiegando dettagliatamente la faccenda e le perplessità che lo invadevano arrivando alla conclusione più adeguata: la nuova guardia del corpo sarebbe rimasta accanto alla ragazza giorno e notte, ventiquattro ore su ventiquattro. Quel giorno dunque lo attendeva nell’ampio salotto della villa, comodamente seduto sulla sua poltrona in pelle color crema sorseggiando un pregiato bicchiere di vino. Elizabeth intanto restava chiusa nella propria stanza, ansiosa di poter scendere al piano inferiore per conoscere il nuovo ingaggiato. Ecco il campanello suonare una sola volta e due maggiordomi vestiti di nero andare ad aprire allo sconosciuto. Un’insolita figura fece la comparsa all’interno della stanza, un ragazzo a contrario di quello che Samuel si sarebbe aspettato ma non fu quello a colpirlo. Portava un lungo cappotto rosso aperto sul davanti e dietro alla schiena pareva sbucare l’elsa argentea di una spada. Una chioma bianca e lucente gli ricadeva sul volto, un volto giovane ma comunque dai lineamenti duri.

- Avete chiamato e io sono arrivato. Dante, piacere di fare la vostra conoscenza.-

Annunciò con fierezza, divaricando leggermente le braccia. Samuel rimase piuttosto sconcertato da un’entrata in scena tanto trionfale e quell’aspetto bizzarro poi? Del tutto fuori luogo lì dentro. Con calma abbandonò la comoda poltrona per andargli incontro e porgere la mano in segno di saluto, la quale non venne però stretta.

- Benvenuto Signor Dante della Devil May Cry! -

- La bambina di cui devo occuparmi dov'è adesso? Vorrei incontrarla immediatamente. –

Subito dritto al punto. Sorrise impercettibilmente il padrone di casa osservando lo strano abbigliamento dell’altro.

- Ah, non pensate male, non sono interessato alle bambine, non in quel senso! -

Puntualizzò con ironia prima che qualcuno potesse intendere male. La prima impressione non fu delle migliori: così giovane poteva esser segno d’inesperienza, quell’arma rudimentale che si portava legato dietro in confronto alle armi tecnologiche e avanzate dei precedenti sembrava uno scherzo, insomma, sapeva già che quei soldi sarebbero andati buttati. Appena lo vide portare una sigaretta alla bocca poi storse il naso ancora più deluso.

- La mia sorellina si trova al piano superiore, nella sua stanza. La pregherei però di non accendere quella sigaretta, alle bambine il fumo fa male.. -

Lo sguardo che lanciò al ragazzo dai capelli argentei si poteva paragonare a una frecciatina, chiara la poca simpatia che nutriva nei suoi confronti.

- Giuro! Le farò fumare al massimo due o tre sigarette al giorno, non di più! -

Esclamò con tono solenne e allo stesso tempo divertito, non ebbe però lo stesso effetto sull’uomo.

- Vada pure da lei .. -

Sollevando la mano indicò una grande scalinata in marmo bianco – situata praticamente al centro della sala – la quale portava appunto al piano superiore. Dante, come per dispetto accese la sigaretta aspirandone immediatamente un lungo tiro. Prese la direzione indicata e iniziò a salire i primi gradini.

- Ah Signor Dante! Si ricordi che per i suoi servizi la pago quindi non prenda la faccenda come una vacanza nel lusso. -

Mostrò un sorrisetto totalmente falso - chiunque lo avrebbe potuto capire - prima di concedersi e sparire in tutt’altra stanza. Dante neanche lo considerò e proseguì sino alla camera della ragazza. Bussò un paio di volto con le nocche della mano per poi entrare tranquillamente, senza neppure aspettare risposta.

- Bambina! E' arrivata la tua matrigna! –

Esclamò a gran voce ma una volta entrato ebbe una bella sorpresa. Dio, altro che bambina! Da come l’aveva descritta il fratello se l’era immaginata di circa dieci anni, non a quel modo. Si ritrovò di fronte una donna appena entrata nel pieno della maturità, un corpo sviluppato e non più sotto gli effetti dell’adolescenza, anzi. Ci mise qualche secondo prima di riprendersi osservando i lunghi capelli castani scendere sulle spalle e dietro alla schiena e quel volto dai lineamenti delicati.

- Salve! Immagino lei sia il Signor Dante! -

La voce calda e pacata di ella lo riportarono alla realtà, con i piedi per terra. Bella si ma probabilmente la tipica figlia di papà, mai uscita da quelle quattro mura e con la puzza sotto il naso.

- E tu chi diavolo sei? Io sono stato assoldato per proteggere una bambina! -

Marcò con la voce l’ultima parola in particolare. Elizabeh non riuscì far altro che ridacchiare divertita per quell’affermazione pensando subito al fratello maggiore. Chissà cosa gli aveva raccontato o meglio, come l’aveva fatto. Purtroppo aveva il brutto vizio di appellarle nomignoli oramai poco adatti, come: piccina, bimba o derivanti e la gente finiva su tutt’altra strada restandovi di sasso una volta conosciuta.

- Mio fratello è sempre il solito. Non cambierà mai .. -

Seguì ogni spostamento del ragazzo incantata da quelle movenze teatrali sino a guardarlo mentre si sedeva su di una poltrona lì presente. Osservò ogni più piccolo dettaglio di lui, dall’abbigliamento ai particolari fisici e ne rimase particolarmente compiaciuta. Strano ma comunque interessante!

- .. tu devi essere la piccola principessa indifesa, minacciata dal mostro cattivo. Io chi sono in questa storia? Forse il cavaliere? -

Portò la sigaretta oramai ultimata alla bocca aspirandone ancora un tiro.

- Nah, non mi piace per niente, è una cosa passata di moda ormai, non sei d'accordo?

Dai spiegami la tua storia, così posso decidere chi impersonare! -

Okay, l’educazione non era il suo forte. Sorvolò per il momento concentrandosi su altro.

- Pensavo sapesse già quale fosse il suo ruolo all’interno della mia storia. -

Con molta calma parlò utilizzando ancora una forma lontana del lessico per rivolgersi ad egli, senza arrivare a dare del “tu” momentaneamente. L’odore del fumo era una cosa davvero sgradevole, in poco tempo l’intera camera da letto ne fu invasa.

- Ventiquattro ore su ventiquattro ha il compito di tutelare la mia sicurezza. Penso mio fratello le abbia già parlato di questo quindi suppongo che “guardia del corpo” sia più che sufficiente come appellativo. -

Le parole sembravano far parte di un discorso imparato a memoria, apatiche, prive completamente di intonazione.

- Probabilmente mi prenderà anche lei per una pazza visionaria o cose del genere ma.. ecco diciamo che da un po’ di tempo in qua riesco a vedere cose che altri non possono. Esattamente da dopo l’operazione agli occhi che ho fatto, un trapianto di cornea. -

La voce adesso si era fatta incredibilmente bassa, fragile quanto un ramoscello secco e a Dante non sfuggì quel piccolo dettaglio.

- Spiegami cosa riesci a vedere. -

La vide prendere un lungo respiro per poi spostarsi verso il davanzale di una delle tante finestre. Appoggiò i gomiti là sopra e fissò fuori mostrando all’albino le fragili spalle.

- Sono creature terrificanti.. hanno forme diverse delle volte, non sempre uguali. Assomigliano a dei mostri dell’orrore e .. certi sembrano nascondersi dentro alle persone. -

Ebbe la conferma definitiva. Il lavoro quindi era adatto a lui al cento per cento. Conversarono ancora per un poco – furono più che altro domande da parte di lui – e a fine serata tutto gli fu molto più chiaro. Quella ragazza doveva esser stata perseguitata da sfortuna.

 

     


                     





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