FanFiction Crossover | Ti amo, and you? di kenjina90 | FanFiction Zone

 

  Ti amo, and you?

         

 

  

  

  

  

Ti amo, and you?   (Letta 1170 volte)

di kenjina90 

1 capitolo (conclusa) - 0 commenti - 0 seguaci - Vietata ai minori di 14 anni

    

 

Sezione:

Anime e MangaCrossover

Genere:

Erotico

Annotazioni:

Nessuna

Protagonisti:

Non indicati

Coppie:

Non indicate

 

 

              

  


  

 Capitolo unico 

Questa è la seconda fan-fic che ho scritto in vita mia, ma è la prima un po' seria, spero vi piaccia, è una Rikken, così definisco le mie fic che sono storie d'amore fra Kenji Fujima di slam dunk e Rikku di Final Fantasy X


  

Fu solo in quel momento che mi accorsi cosa provavo per lui. Era sempre stato tutto per me ma avendolo così vicino non mi ero mai accorta di quanto lo amassi. Il suo profumo, il suo tepore, il suo tono di voce, tutto amavo di quel ragazzo così bello e fragile che pareva un angelo del paradiso. Tutto, anche quella sua continua strafottenza che mi accompagnava sin dall'infanzia, quella sua freddezza con cui però mi aveva sempre scaldato il cuore e quella dolcezza solo nei miei confronti che però ben poco somigliava alla classica dolcezza, il suo carattere era troppo solitario e freddo per dire apertamente ti voglio bene. Ma questo suo scudo che nascondeva un enorme bisogno di affetto mi aveva sempre intenerito il cuore, anche se ero molto brava nel non darlo a vedere. Ma stavolta era diverso, solo io e lui, io avevo finalmente capito cosa provavo e non avevo paura di amarlo. Anzi, volevo che fosse mio, volevo sentirmi sua. Non c'era paura che mi frenasse, anche se di motivi per fermarmi ne avevo a bizzeffe. Lui era un vero esperto, erano ormai due anni che aveva rapporti sessuali costantemente ogni giorno, lui sapeva come far godere una donna, lui sapeva cosa dire, come e dove accarezzare e baciare. Lui sapeva come farti raggiungere l'orgasmo, sapeva come portarti in paradiso, ma era altrettanto abile nel portarti all'inferno, lui era così: "una trombata e via", ti svegliavi la mattina e lui con uno sguardo e un tono freddo ti diceva "non male come serata" e ti liquidava lì senza darti soddisfazioni e lasciandoti la consapevolezza che una volta uscito da quella porta non lo avresti visto mai più. Questo era Kenji.
Fra l'altro era venuto da me disperato poiché nella sua prima storia seria, erano due mesi che lo vedevo sempre insieme a quella ragazza, era stato lasciato e ora stava male e voleva affogare il suo dolore con me. Ma stavolta, in modo diverso da come faceva di solito.
Cavolo quanto eravamo diversi io e lui, io oltre i baci non avevo mai fatto niente, non sapevo che fare, come sarebbe stato, per me era la prima volta e avevo una paura fottuta. Non ero affatto contenta, la mia prima volta me la ero sempre sognata al massimo del romanticismo e invece l'avrei consumata con il mio migliore amico che veniva con me solo per dimenticarsi la sua donna, sarebbe stata una cosa così e forse sarebbe stato pure violento, infondo doveva solo sfogarsi. Forse avremmo distrutto la nostra amicizia e forse non ci saremmo mai più parlati. Ma tutto questo in quel momento non aveva alcuna importanza, io lo amavo e per la prima volta in vita mia avevo la possibilità di renderlo felice, e vederlo felice era l'unica cosa che veramente contasse per me.
Lui mi era davanti, e portando i pugni poco sopra le mie spalle spinse la porta che si chiuse dietro di me. Io alzai lo sguardo e cominciai a parlare un po’ timorosa nel vederlo ancora con le braccia tese, i palmi delle mani appoggiati alla porta sopra le mie spalle e la testa china guardava perpendicolarmente il pavimento. - Senti Kenji, io…- ma le mie parole vennero interrotte, lui, ancora nella stessa posizione, spostò solo il capo e mi baciò con una passione così selvaggia che pareva che la prepotenza della sua lingua volesse privarmi della forza. Calò il silenzio, che, durante tutta la serata, sarebbe stato spezzato solo dai miei gemiti. Mentre continuava a baciarmi con passione cominciò a sbottonarsi quella camicia blu che metteva in risalto la perfezione del suo corpo. Quando gettò la camicia aperta per terra io non pensai a spogliarmi ma, come attratta da una calamita mi staccai dalle sue labbra e cominciai a baciare quei pettorali così perfetti, scolpiti come neanche Michelangelo avrebbe saputo fare. Più che baciarlo toccavo appena con le labbra ogni centimetro di quella sua pelle lunata. Guardando l'espressione di Kenji capii che quelle leggere toccate per lui erano una tortura straziante. Vidi le sue labbra indurirsi e stringersi, le braccia, che avevo ancora davanti, mostravano le vene, i muscoli erano contratti. Quello era il segno, aveva passato il limite. I suoi occhi blu profondo si spalancarono di colpo. Tolse le mani dalla porta, le portò sui miei fianchi e con una forza che non pensavo potesse avere mi sfilò la maglietta colorata. Non si soffermò neppure per un attimo a osservare il mio corpo, mentre mi faceva passare la maglia dalla testa cominciò con foga a baciare il mio collo, mi stava divorando come un predatore fa con la sua preda che sa di non avere scampo. Mentre la sua lingua calda marchiava il mio collo, con un passionale segno d'amore mi slacciò il reggiseno e cominciò a toccarmi con una delicatezza che contraddiceva tutto il resto. Poi, con la bocca, cominciò a scendere molto lentamente finché non sentii i miei capezzoli diventare turgidi a contatto con quell'umido calore che mi faceva tremare, che era così eccitante che non potevo fare a meno di stringere e tirare i suoi capelli setosi mentre lui mi stava iniziando. Più gli tiravo i capelli e più lui si riempiva di lussuria. Si mise in ginocchio davanti a me e mentre scendeva con le gambe scendeva anche con la lingua. Non si distaccò neanche per un attimo, come se avesse temuto una mia fuga, come se l'unica cosa in grado di tenerlo in vita fossi stata io.
Mentre sentivo la sua lingua calda stuzzicare il mio ombelico, sentii le sue mani bollenti salirmi dalle caviglie e strusciare, anzi, accarezzare le mie gambe fino ai fianchi. Mi posò la mano destra sulla schiena, avvolgendomi, e con la sinistra aprì il bottone e la cerniera della mia mini di jeans. Poi, con entrambe le mani, con mossa decisa, ma delicata, la tolse, facendomela cadere ai piedi. La sua lingua continuava a giocare con il mio ombelico e i suoi caldi baci ricoprivano pian piano ogni parte del mio corpo. Mentre con un indice mi privava della mia biancheria, ormai mia ultima difesa, con l'altro varcò molto delicatamente la mia apertura vaginale. Sentire una parte di sé dentro di me fu molto strano, fu una sensazione intensa ma un po’ dolorosa, in fin dei conti fino ad allora non avevo mai fatto niente. Lui muoveva il suo dito dentro di me e un lamento fuggì dalle mie labbra, ma non era dolore, era piacere, godimento. Continuava. Con un ritmo sempre più lento. Allo stesso tempo sentivo la sua bocca scendere fino a che, con una delicatezza estrema, tolse il suo dito e vi fece penetrare la lingua. Era bollente, cominciai a toccarmi e a stuzzicarmi dove lui mi assaggiava con dolcezza e mi accorsi che la sua lingua non era l'unica cosa a scottare. Era troppo per me. Le gambe cominciarono a tremarmi, finché non mi ressero più e caddi per terra sdraiata. Kenji si spaventò e si gettò su di me pensando che fosse successo qualcosa di grave. Ma prima che potesse pronunciare il mio nome mi strinsi completamente a lui e, facendo passare le mie braccia da sotto le sua, lo avvolsi e cominciai a baciarlo con una passione che non avrei mai avuto se non con e per lui. Dapprima il collo, fino a segnarlo, poi i suoi pettorali. Il suo corpo era così tonico e la sua pelle di luna sembrava sfumata dalle ali degli angeli.
Mentre continuavo a baciarlo con passione in ogni parte del suo corpo scolpita dagli addominali, mi staccai dall'abbraccio e con una mano cominciai a cercare l'apertura dei jeans. Non appena l'ebbi trovata, mi aiutai con l'altra mano a sbottonare ogni singolo bottone che impediva il contatto vero con lui. Io gli sfilavo lentamente i pantaloni e i boxer neri, lui continuava a stringermi con il suo abbraccio caldo e le sue mani a bollore.
Quando fu completamente nudo ricambiai il favore. Cominciai a strusciare il suo organo in modo lento ma intenso. Sentivo il fiato di Kenji farsi sempre più caldo, lo sentivo. Stava godendo.
Cominciai a scendere anche con le labbra ma quando fui all'altezza di ingoiarlo ebbi appena il tempo di sfiorarne la punta con le labbra. Mi prese da sotto le braccia, mi tirò su e con una dolcezza smisurata mi disse - Non c'è bisogno che tu ti umili così tanto -.
Lo sentivo avvicinarsi sempre di più e capii che il momento era ormai giunto e cominciai a farmi assalire dai dubbi. Ma la sua voce, calda ma ferma, mi disarmò completamente - Sappi che ti amo mio piccolo angelo -.
Ero pronta. Mi penetrò con molta delicatezza. Cominciò a muoversi piano dentro di me e i nostri baci, ormai non più solo passionali, venivano staccati solamente dai nostri gemiti.
Avevo raggiunto l'orgasmo e con la persona che, seppur inconsapevolmente, amavo da sempre.
Sentii anche lui venire. Dopo mi strinse in un abbraccio che mi tolse il fiato.
I miei occhi erano colmi di lacrime e io cominciai a gridare piangendo - Perché, cazzo, perché ti comporti così? È tardi ma mi sono resa conto di una cosa: sei l'unica persona al mondo che io ami -.
Mi strinse ancora più forte e con le braccia che gli tremavano mi disse con una voce ferma ma bassa - Vedi, io pensavo che a te non importasse niente di me e affogavo questo enorme dolore nel sesso. Quella ragazza….beh…è mia cugina, serviva per farti ingelosire… Perché c'è una sola grande verità: da sempre, sin da bambino fino a quando morirò, l'unica cosa in grado di tenermi in vita sei stata tu. I tuoi occhi così intensi, il tuo sorriso così luminoso, la tua vocina così acuta. Io vivo solo di questo perché…. Ti amo Rikku -.

 

     


                     





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