FanFiction Mermaid Melody | Alguien Me Ha Dicho di Kurohyouchan | FanFiction Zone

 

  Alguien Me Ha Dicho

         

 

  

  

  

  

Alguien Me Ha Dicho   (Letta 1206 volte)

di Kurohyouchan 

1 capitolo (conclusa) - 0 commenti - 0 seguaci - Per tutti

    

 

Sezione:

Anime e MangaMermaid Melody

Genere:

Altro

Annotazioni:

Nessuna

Protagonisti:

Non indicati

Coppie:

Non indicate

 

 

              

  


  

 Capitolo unico 

Sentendo una splendida canzone di Carla Bruni, ed in particolare i versi citati all'inizio della storia, mi è venuta l'ispirazione per questa shot. Spero possiate apprezzarla!


  

ALGUIEN ME HA DICHO

Ma chi mi ha detto che tu mi amavi ancora?
Non me lo ricordo più,era notte fonda,
Sento ancora la voce, ma non vedo più i tratti del viso
"Lui ti ama, è un segreto,non dirgli che te l'ho detto"
(Quelqu'un M'a Dit, Carla Bruni)


Luchia Nanami era una stupida.
Svoltò l'angolo, il volto rigato dalle lacrime, correndo disperatamente. Le labbra erano contratte in una linea rigida, neutra, che non lasciava trapelare nulla del subbuglio interiore che la soggiogava, che la prostrava con così tanta violenza che lei si sentiva senza forze.
Dopo pochi secondi, infatti, si fermò, ed appoggiando una mano ad un palo riprese fiato, poggiando l'altra sulle ginocchia piegate ed ansimando insistentemente. Era stanca.
Prese un respiro profondo, e pian piano sollevò la testa, tirando più volte su con il naso. Si coprì il volto con le mani e scivolò in ginocchio, mentre fiumi di lacrime fresche scendevano irruenti dal volto di porcellana della sirena dalla perla rosa. La bocca era storta in una smorfia quasi buffa, nel tentativo di rimanere neutre e di non piegarsi ulteriormente in un'espressione di dolore.
Facendosi forza, si rialzò, ed asciugandosi le lacrime zoppicò in avanti; aveva gli occhi chiusi, e ciò le costò un livido quando sbatté su un cancello di ferro battuto, maestoso ed imponente. La ragazza andò ad illuminarsi in un piccolo sorriso, che le morì subito sulle labbra, e lo aprì.
Respirò l'aria serale del parco, muovendosi silenziosa e lenta sul viottolo ciottoloso. Ad ogni passo, poteva sentire le foglie scrocchiare sotto le sue scarpe. si fermò, ed alzo gli occhi agli alberi; nonostante fosse appena l'inizio di Ottobre, l'autunno era stato precoce e le foglie svolazzavano giù dagli alberi, tinte dei colori autunnali. Si chinò e raccolse una foglia gialla. La guardò per qualche secondo e strinse la mano a pugno, riducendola a pezzi, spezzandola.
Come il suo cuore.
Rigirò la mano, lasciando che i pezzi secchi si staccassero dalla sua mano, e prese un profondo respiro, cercando di placare la crisi di pianto che minacciava di sopraffacerla di nuovo. Si guardò indolente in giro, e focalizzò un'altalena. Sul suo viso un'espressione allegra spazzò la precedente, ed allegramente, quasi come una bimba, si diresse verso di essa, sedendocisi.
Si slanciò in avanti, allungando e flettendo le gambe per darsi energia nella spinta. Il vento crepuscolare le soffiava in faccia, accarezzando le gote e facendole arrossire, ma lei si sentiva felice, anche se un leggero mal di testa le impediva di lasciarsi completamente andare.
Quando poi sopraggiunse la nausea ed un certo senso di vertigini, decise di smettere di dondolarsi. Mentre l'altalena scendeva - era oscillata verso l'alto -, puntò i piedi a terra; le sue scarpe strusciarono sul brecciolino sassoso che stava sotto l'altalena, diminuendo la spinta e riducendo le vigorose pressioni prodotte dalle sue gambe a dei semplici e lenti movimenti.
Sospirò, una nota amara che intrideva quello sbuffo sottile, di cui neanche lei se ne sapeva spiegare il motivo. Dondolò un poco le gambe, riflettendo.
No, si disse. Riflettere le avrebbe fatto male.
Sentì le lacrime agli occhi, ripensando alla scena che aveva visto quel pomeriggio. Cioè Kaito che abbracciava teneramente Mikaru. Come stavano bene insieme...
Un groppo le salì alla gola, impedendole parzialmente di respirare; gli occhi le pizzicarono, mentre una gocciolina d'argento scivolava da quelle pozze castane. Asciugò in fretta quella lacrima, e decise di tornare a casa. Sicuramente Hanon e Lina la stavano cercando.
Fu un attimo. Mentre si alzava, qualcosa le sfiorò la guancia ed una voce, terribilmente vellutata, le sussurrò: "Non piangere, in cuor suo Kaito ti ama ancora".
Al sentire quella frase, Luchia si voltò verso la sua destra, notando con delusione che nulla era cambiato. Si lisciò la gonna con le mani, togliendosi dei granelli di polvere da essa, e si avviò verso casa, pensierosa.
E, nell'ombra, Gakuto sorrise.


Note Autrice:
Beh, non so esattamente come definire questa... cosa, decidete voi. Però ascoltatela con Quelqu'un M'a Dit, e forse sentirete ciò che ho sentito io a scriverla.
P.S: Ho usato i nomi originali dei personaggi, quelli usati in Giappone, non "italianizzati", in breve: Luchia è Lucia, Lina è Rina e Gakuto è Gaito.
Kisu
Fenny

 

     


                     





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