FanFiction Mermaid Melody | Il sangue di sirena di sum41 | FanFiction Zone

 

  Il sangue di sirena

         

 

  

  

  

  

Il sangue di sirena ●●●●● (Letta 1655 volte)

di sum41 

1 capitolo (in corso) - 2 commenti - 0 seguaci - Per tutti

    

 

Sezione:

Anime e MangaMermaid Melody

Genere:

Avventura

Annotazioni:

Nessuna

Protagonisti:

Non indicati

Coppie:

Non indicate

 

 

              

  


  

 I 

Anticipo che lucia e kaito verranno fuori in seguito ma che i protagonisti sono molto diversi dall'anime. Bè a storia parla di un pirata e di una fanciulla...cosa succederà mai fra i due? e in che circostanze si incontreranno? leggete e miraccomando comme...


  

La luna splendeva alta nel cielo, illuminando le onde che si infrangevano contro il legno della barca. Una bandiera nera come la pece sventolava aritmicamente accompagnata da una brezza leggera; un'unica luce illuminava il ponte del veliero mentre il resto restava in ombra.
-Signore, nave di lusso dritta davanti a noi!- gridò un ragazzo dalla prua della nave. Spense con un soffio la lanterna e incominciò a trafficare con delle corde.
Da una cabina, sotto il timone, uscì un baldo giovane coi capelli neri, un po’ riccioloni, e due occhi scuri come la notte stessa che si estendeva sopra la sua testa. Perquisì tutto intorno a lui, cercando di focalizzare dove fosse la nave. Dopo pochi secondi si abituò al buio e potè, con sua felicità, intravedere una forma rettangolare piena di luccichii e luci.
Battè due colpi con il tallone dello stivale e aspettò. Nel giro di pochi minuti arrivò il brusio di chiacchiere e ordini dettati da un uomo con un vocione capace di perforare un timpano. Una porta si aprì, dritta davanti a lui, e una decina di uomini muscolosi si sistemò in linea retta davanti al giovane; li raggiunse poco dopo anche il fanciullo che li aveva avvertiti.
-Siete tutti pronti?- chiese, con il tono di un generale.
-Siiii!!!- un coro di voci si alzò dalla nave; poi tutti si sparpagliarono, come formiche, per eseguire gli stessi lavori che facevano ogni volta che dovevano saccheggiare.
La stessa bandiera che sventolava pochi minuti prima ricominciò, ma questa volta da una speranza crescente.
Silenziosamente riuscirono ad avvicinarsi e a salire indisturbati. Stordirono un paio di marinai che probabilmente stavano facendo il giro per la ronda.
-Capitano, dove dobbiamo andare?- chiese il gruppetto di uomini con voce burbera. Il giovane dagli occhi neri fece segno di far silenzio poi indicò una cabina; se avessero avuto fortuna c’avrebbero trovato il capitano di quella nave troppo lussuosa per i loro gusti. Due uomini si staccarono dal gruppo, dirigendosi verso lo stanzino dove si intravedeva un timone che si muoveva; mentre gli altri proseguivano. In seguito diede l’ordine agli altri uomini di andare a prendere ogni cosa che poteva essere loro utile per scambiare ma trattenne l’uomo con il vocione e il giovanotto.
I tre proseguirono più avanti dove si incominciava a sentire delle melodie.
Si fermarono davanti ad una porta d’oro, rimanendo meravigliati per le sue decorazioni: piccole sirene nuotavano sul bordo della porta fermandosi di tanto in tanto. Le maniglie erano a forma di alga mentre un pezzo di spessore fatto, presumibilmente di coralli, contornava i bordi della porta.
-ma che è? Magia?- chiese l’omone fregandosi la testa pelata con aria perplessa. I due più in basso di qualche metro lo guardarono con aria di rimprovero; non credevano alla magia.
Spalancarono le porte ritrovandosi in un mondo tutto diverso.
Immensi lampadari scendevano dal soffitto mentre vestiti vaporosi, pieni di fronzoli, danzavano una danza a loro sconosciuta.
-posso vomitare?- chiese il giovane dai capelli castani, mettendosi una mano davanti alla bocca.
Tutti si girarono verso i nuovi ospiti, rimanendo un po’ stupiti per i loro vestiti; in effetti si poteva dire che non erano per niente adatti a quella situazione. Il capitano indossava solo un paio di jeans con qualche buco; l’altro giovane indossava un gilè che faceva intravedere il dorso e dei pantaloni larghi sulle cosce ma che si stringevano alle caviglie (…non sapevo come si chiamassero…io di solito li chiamo “ad aladino” Nds) mentre “l’armadio” una semplice camicia bianca e sei pantaloni con una cintura rossa che li teneva su.
-salve a tutti, signori e gentili donzelle- incominciò, aprendo le braccia in segno di pace. Una piccola brezza scostò i capelli neri, mentre scendeva l’appariscente scala. Quando fu arrivato vicino a delle fanciulle, facendo loro l’occhiolino, riprese il discorso.
-non vorrei allarmarvi ma vi pregherei di depositare i vostri oggetti preziosi in questo sacchetto che faremo girare. Altrimenti potrebbe succedere qualcosa di spiacevole- concluse dando il sacco all’uomo dalla gran voce che incominciò a girare.
-chiamami, garrel, se succede qualcosa- disse, guardando l’uomo fargli segno di si con la testa. Si sedette su una sedia incominciando spiluccare da un piatto e da un altro come se fosse a casa sua. Intanto gli ospiti lo guardavano con agitazione e preoccupazione ma anche con risentimento.





Sentii un forte rumore e girandomi vidi tre ragazzi apparire dalla porta principale. Ci guardavano come se non avessero mai visto nulla del genere, uno si mise anche una mano sulla bocca sussurrando qualcosa ai compagni. Non potei udire quello che gli disse siccome ero troppo lontana. Vidi che la gente più anziana incominciava a nascondere le loro conchiglie; chi nelle scarpe, chi nelle tasche, chi per fino nelle mutande.
Non riuscivo a capire perché lo facessero. I musicisti avevano smesso di suonare mentre le mamme cercavano di tenere i bambini lontano a loro il più possibile.
Notai che il giovane in mezzo, con i capelli neri, stava muovendo le labbra, ma non sentii niente; era come se nelle mie orecchie qualcuno ci avesse messo del cotone così che io non potessi ascoltare. Però dovevo ammettere che aveva un certo fascino.
Scendeva le scale, non badando al modo o alla postura.
Poi vidi un uomo pelato come il guscio di una tartaruga avvicinarsi con un sacchetto già colmo di bracciali e orecchini, riuscii anche ad intravedere una conchiglia. In quel momento capii. Erano ladri, pirati come li chiamava la mia gente.
Persone dal passato nascosto nell’ombra che non avevano una ragione di vita o che cercano il tesoro degli oceani che non so neanche come lo potessero trovare, siccome bisogna avere le pinne.
-ehi tu! Dammi la tua collana- alzai gli occhi intravedendo quelli verde prato dell’uomo che mi stava davanti. Era il doppio di me e mi guardava dall’alto in basso con aria di superiorità. Non mi piaceva. Come si permetteva quel bisonte di natura guardarmi con aria di superiorità? Insomma! Potevo sembrare una ragazza fragile ma se qualcuno cercava di provocarmi aveva di sicuro trovato pane per i suoi denti!
Allungò le mani cercando di strapparmi il ciondolo che portavo al collo. In un primo momento non capii quello che stava facendo poi accorgendomi che stavo per soffocare gli morsi il braccio con forza, tutta quella che potevo avere in un momento del genere.
Intravidi i suoi occhi diventare rossi e quando mollò la presa me la diedi a gambe levate; aprì la prima porta che vidi e me la chiusi dietro insieme all’urlo di rabbia dell’uomo.






Dopo qualche minuto dal centro della sala arrivò un grido; ma a differenza di quello che si aspettavano i due pirati quell’urlo era di garrel.
-ahia! Stupida donna- sbraitava massaggiandosi il polso dove una forma di un morso diventava sempre più violacea.
-torna qui bastarda!- gridò, spintonando alcuni ragazzi, per passare. Per via della sua robusta corporatura gli era assai facile muoversi in ambienti così grandi. Fu fermato da una mano prima che potesse buttar giù altri quattro damerini; intanto la fanciulla era sparita dietro una porta.
-fermati- la voce del capitano risuonò nella mega pista da ballo.
-ci penso io, tu continua a prendere ogni centesimo da questi ricconi- disse girandosi verso il secondo ragazzo.
-sam, pensaci tu se succedono degli imprevisti- così dicendo scomparve alla ricerca di quella ragazza.

-lo so che sei qui, vieni fuori e non ti succederà niente- disse Giacomo appoggiandosi allo stipite di una porta e guardandoci dentro.
-mai- gridò la fanciulla.
Si era fregata da sola, pensò il pirata avvicinandosi ad un armadio da dove gli era parso di sentire la voce. Spalancò le ante quasi subito sorridendo, ma quel sorriso tanto beffardo scomparve quasi subito appena constatò che all’interno di quello scaffale c’erano solo vestiti a fronzoli e nessuna traccia di persona umana. Si sentì spingere, cadendo ed intrappolandosi con dei vestiti.
Non si era fregata, lo aveva fregato! Pensò con rabbia rimettendosi in piedi e togliendosi un vestito rosa di dosso.
Dalla stanza si sentivano ancora i rumori dei suoi passi, se faceva in fretta poteva vedere dove girava.
La rincorse ma ogni volta che girava un angolo riusciva a vedere solo un pezzo della sua gonna.
Alla fine riuscì a beccarla siccome aveva imboccato un corridoio a senso unico.









oOoOoOoOoOoOoOoOoOoOoO
Allora che cosa ne pensate?? spero vi piaccia!!!
un bacione sum41

 

     


                     





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