FanFiction Devil may cry | Anima Persa di Saphira87 | FanFiction Zone

 

  Anima Persa

         

 

  

  

  

  

Anima Persa ●●●●○ (Letta 1035 volte)

di Saphira87 

2 capitoli (in corso) - 1 commento - 1 seguace - Vietata ai minori di 14 anni

    

 

Sezione:

Anime e MangaDevil may cry

Genere:

Romantico

Annotazioni:

Nessuna

Protagonisti:

Non indicati

Coppie:

Non indicate

 

 

              

  


  

 Capitolo 1 

"Amore senza anima. Anima senza futuro. Anima persa. Ma il cuore vive ancora." Dedico la pubblicazione di questa fanfic a Micolsama.


  

Capitolo 1

Sono nata in una città dove il sole c’è sempre, dove il freddo è solo una mera illusione per coloro che soffrono il caldo più di ogni altra cosa, persino più di una carriera brillante e di un matrimonio perfetto. Sono nata in un posto dove l’ipocrisia ti mangia l’anima, dove si mangia bene e dove l’acqua ha il sapore della verginità.
Vivo in una famiglia piuttosto numerosa, dove i problemi non mancano e dove non c’è mai un attimo vero di pace. La mia stanza è bianca e rosa, sembra quella di una bambina; è in disordine perché tengo i vestiti sull’unica sedia che c’è di fronte la scrivania, sulla quale il computer acceso diffonde le note di Swan di Elisa.
In questo momento ho bisogno di pace, ho bisogno di stare da sola. Mia madre continua a chiamarmi per il pranzo: avrei dovuto prepararlo io ma non mi andava affatto, sono talmente sciocca che mangio tanti di quei cioccolatini comprati da mio padre il sabato quando fa la spesa che poi non ho manco fame per un piatto di pasta.
Lo sai? Mi piace il cioccolato, quello fondente, quello amaro, quello al 99% di puro cacao. Mi piace sentire in bocca un sapore molto più amaro delle lacrime, forse per coprire il loro sapore denso e insopportabile. Le cose dolci mi sdegnano subito, manco il tempo di bagnare la punta della lingua con il loro sapore che mi trovo costretta ad eclissare ogni altra offerta.
Dio… Perché ogni volta che penso a te sento di inabissarmi? Perché ogni volta che qualcosa porta il mio pensiero a te sento l’anima esplodere in mille pezzi?
Ogni attimo, ogni momento in cui la mia mente vaga da sola in un turbinio di pioggia incandescente sento che mi manchi.
Dio, ma tu non esisti! Tu non sei vero! Sei solo il frutto di una creazione umana, sei il personaggio vivente di un’avventura lontana e impalpabile. Vivi in un mondo diverso, anzi, non vivi affatto in una realtà diversa dalla mia, solo nella mia mente debole e nel mio animo triste, e lì compi tra le gesta più belle che io abbia mai visto.
Vivi dentro di me dall’età di 15 anni, da quando ti ho visto per la prima volta mentre volteggiavi nell’aria e mentre uccidevi a suon di spada e pistole un branco di demoni inferociti. Vivi dentro di me fin da quel momento, ma io, nella mia ignoranza, ho creduto di amarti solo da quando, una sera, al telefono con un’amica che ormai non vedo più da due anni, ho scoperto che eri… che sei la più bella di tutte le gioie e la più dolorosa di tutte le ferite che mi sia mai capitata.
Puoi immaginare il dolore di amare profondamente qualcuno che non esiste? Sei capace di capire cosa si prova a scoprire che il più grande amore della tua vita appartiene solo alla tua mente? Che non puoi toccarlo, non puoi amarlo davvero come vorresti?
Almeno io non posso. L’amore platonico non fa per me, ho bisogno di sentire le carezze, ho bisogno di sentire i baci e le parole di chi amo e di chi mi ama per sentire davvero che questo sentimento mi appartiene.
Ma tu non ci sei, sei solo nei poster che ho nella mia stanza, sei solo raffigurato nell’action figure che ho sul comò, seduto su dei barili e con Alastor e un fucile nelle mani.
Perché l’ho fatto? Perché ho commesso il madornale errore di innamorarmi di te? Perché ero così ingenua a quella maledetta età da non capire che cercare di sfuggire da una sofferenza quotidiana come quella della mia famiglia e venire verso di te in attesa di un rifugio era una sofferenza ben più grande e inestirpabile?
Sei un lume che da lontano mi ha fatto trovare la via smarrita ma arrivata in prossimità di te mi hai bruciato viva. Sei come Venere quando è visibile all’alba e al tramonto, sei come il vento che mi urla nelle orecchie, sei come l’acqua del mare che mi entra nelle narici e mi fa arrossare gli occhi.
Sei presente in ogni cosa che faccio, in ogni pensiero che passa per la mia testa. Sei nei volti della gente e, Dio!, sei nei miei sogni più profondi, e quando mi sveglio sento l’anima lacerarsi e bagnarsi di sangue rovente.
Sei stato la mia ancora di salvezza, eppure adesso vorrei poterti dimenticare, vorrei rimuovere dalla mia memoria quegli anni in cui mi sono completamente annullata per te, in cui ero disposta a tutto pur di poterti vedere anche un solo istante.
Ho pregato per far cessare il dolore, volevo morire per non avere più alcun segno di te nel corpo e nel cuore. Mi hai reso triste, mi hai condannato l’anima, mi hai fatto vedere il mondo con un’ottica nemica.
Ho sentito l’animo infrangersi quando ho capito che ti amavo. Strano, vero? Di solito scoprire che si ama una persona porta una certa gioia, io invece al posto di fare due più due ho fatto due per due: ho capito subito che avevo fatto un’enorme cazzata, che non ero riuscita a controllarmi. E’ vero che volevo trovare attraverso te un po’ di pace che in effetti meritavo ma ho perso la testa, ho smarrito il mio carattere freddo e distaccato, il mio sguardo apatico e glaciale. Mi hai riscaldato il cuore, ma adesso è bruciato e nulla potrà farlo tornare come prima.
Dio… Sono forse pazza? Come si fa ad amare qualcuno che non esiste? Come si fa anche solo a pensarci continuamente, ogni secondo della propria vita? Come dovrei vivere tranquillamente sperando di far carriera nel mondo della scrittura, avere una mia famiglia e crescere dei figli? Come posso fare tutto ciò se la tua ombra continua a perseguitarmi?
Non ce la faccio… Ti amo sopra ogni cosa, amo i tuoi capelli, i tuoi occhi, il tuo viso, la tua voce, il tuo corpo, le tue mani, la tua schiena, la tua malcelata sofferenza.
Sento un groppo allo stomaco, sento la testa che mi gira, gli occhi mi bruciano e gambe e mani mi tremano.
Ogni volta il pensiero di te mi raggiunge quando già sto male per altro, proprio come dice Tiziano Ferro in Ed ero contentissimo… “E il mio ricordo ti verrà a trovare quando starai troppo male…” Invece tu non resti a guardarmi quando sto bene, perché non lo sono mai.
Credi che non ci abbia provato a dimenticarti? Credi che non abbia passato intere notti con altri uomini? Si, ci ho provato, e diverse volte ho anche creduto di avercela fatta, ho amato veramente un ragazzo che con la sua dolcezza e la sua sincerità mi ha fatto stare bene. Eppure, in alcuni momenti tu c’eri sempre, e spesso il tuo viso si sovrapponeva al suo.
Non era giusto, non era corretto.
Non riesco a cancellare il senso di te che vive ancora, dopo quasi cinque anni, nel mio corpo. Non riesco a fare a meno di questo sentimento che mi ha portato a crescere e maturare all’improvviso. Se riuscissi in un qualche modo a debellare la macchia che hai lasciato nella mia anima, sono sicura che perderei qualcosa, sono certa che ciò significherebbe cancellare una parte di me che mi rende viva.
Si, perché tu mi dai la vita, tu sei la mia vita, il mio respiro, il battito del mio cuore. Sei quel sentimento che ora non posso… non voglio estinguere, sei ciò che mi ha spinto verso la scrittura, sei ciò che mi ha fatto capire che amare non vuol dire solo voler bene.
Io senza di te non riesco ad essere felice, nemmeno quando il dolore raggiunge la sua punta massima e mi fa sprofondare in un baratro oscuro e profondo, nemmeno quando quel senso di oppressione al petto mi schiaccia con tutto il suo peso e mi mozza il fiato, facendomi singhiozzare come una disperata tra le lenzuola, mentre sento che il mio animo si sta via via sgretolando.
So che non potrò mai averti, so che è inutile che continui a sperare, ma, ti giuro, non ci riesco… non riesco a dimenticarti… Farlo vuol dire perdere l’anima, e per quanto la mia anima sia già logorata da una cattiveria tanto abominevole come quella che mi ha fatto il destino, non voglio staccarmi da questo sentimento che mi unisce a te.
La mia vita sei tu.
Non voglio… non ci riesco… non posso smettere di amarti…
Dio… la mia mente è attraversata da pensieri pericolosi, altre volte la mia anima si è trovata a vacillare tra un oblio ben più nero di questo stato emotivo, ma ora non c’è davvero nessuno che mi può portare alla luce, nemmeno tu, tu puoi solo accogliermi tra le braccia, per il resto non voglio che nessuno si intrometta.
Non posso rinunciare a te, non voglio.
Sento le lacrime rigarmi il viso, ancora, dopo quasi cinque anni.
Dio… il mio dolore non si estinguerà mai! Il mio amore per te non cesserà mai di esistere!
Come si fa ad amare tanto una persona, una persona che non esiste, che può essere vista solo mettendo mano ad un videogame? E’ quasi imbarazzante vestire i tuoi panni e vedere che ci provi con le donne della tua vita videoludica, eppure non provo gelosia, né invidia.
Sappi che nessuno al mondo, nemmeno nel “tuo mondo”, può esserci qualcuno che ti ami più di quanto ti ami io. Non puoi nemmeno immaginare quanto io ti ami…
Il sapore delle lacrime mi fa piangere di più. Vorrei uno di quei cioccolatini ma andare in cucina in questo stato non mi va, non voglio essere vista da nessuno mentre piango per uno come te.
Ti odio! Ti odio!! Vorrei prenderti a pugni, vorrei picchiarti a sangue! Voglio cancellarti dalla faccia della Terra!!
Non posso continuare così… Non ce la faccio, davvero…
Se non sono capace di rimuovere te dalla mia anima, allora cancellerò qualcos’altro. Se non posso semplicemente perdere il mio ricordo di te, allora ti cancellerò in altra maniera.
Non pensavo che un dolore fisico come quello che sto provando adesso potesse darmi tanto calore e tepore. E’ come se quasi fossi finalmente tra le tue braccia, e fossi capace di sentire il tuo respiro caldo sul volto.
Ricordo bene quando mi sono innamorata di te, la prima volta che ti ho visto mentre avevi un viso marcato, non più giovane come quello di un ragazzo; i tuoi occhi azzurri tristi, la tua voce spesso assente, il tuo corpo dilettato in una danza della morte, i tuoi capelli che ricadevano sul viso come fili di perle. E il tuo sorriso, l’unico sorriso che fai in quell’avventura, quell’avventura che sembra concludere per ora le tue gesta e in cui mostri davvero l’aspetto di un uomo di quarantuno anni, un uomo dannatamente bello.
A quanto pare è vero: le quindicenni spesso si innamorano di uomini molto più grandi di loro. Certo, io ho esagerato parecchio, anzi, ho proprio fatto l’assurdità numero uno su scala mondiale…
Sorrido, sono seduta a terra e appoggio la testa sul letto, dando la schiena al materasso. Ho un po’ paura che qualcosa mi tocchi la parte di pelle rivolta verso il buio sotto il materasso ma sono abbastanza calma da continuare a stare così.
Sento le braccia pesanti e le mani completamente assenti. Dove prima avvertivo il calore rosso della vita ora sento un leggero bruciore sui polsi, accanto a me le forbici grandi, quelle per cucire, sono sporche di color porpora.
Dio… Che macello! Mia madre dovrà pulire la mia stanza da tutto il sangue che sto perdendo…
Sorrido ancora, gli occhi pesanti nello sforzo di guardare il tuo poster che mi piace di più.
Se non posso dimenticarti… allora cancello la mia vita…
Ti amo…

 

     


                     





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